Collegio scolastico

istituto di educazione dove gli studenti convivono in modo stabile
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Il collegio scolastico, detto anche educandato o convitto (dal latino convictus, luogo in cui si vive insieme), è un istituto di istruzione in cui i giovani allievi conducono vita comune, convivendo in modo stabile per tutto il periodo scolastico.

Definizione

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La caratteristica che maggiormente distingue il collegio dalla scuola diurna è la presenza di un'area interna alla scuola adibita a dormitorio.

I collegi scolastici sono relativamente più diffusi nel Regno Unito, in India, in Cina e in alcune parti dell'Africa. Questi paesi contemplano questa modalità di educazione e di istruzione anche per bambini in tenera età e per un periodo di tempo che può essere assai lungo, cioè fino alla maggiore età. Tuttavia, collegi scolastici di questo tipo sono relativamente meno diffusi in Europa e negli Stati Uniti, dove sono presenti soprattutto negli anni delle scuole medie inferiori o superiori.

Il Regno Unito ha una lunga tradizione di istruzione di tale tipo ed è una opzione per classi sociali di estrazione privilegiata (come Eton e Harrow, che hanno prodotto diversi primi ministri), mentre in altri contesti nazionali i collegi sono stati utilizzati per altre funzioni sociali: si va dal convitto di tipo continentale europeo - un collegio che permette la frequenza anche ad allievi provenienti da piccole località prive di istituti scolastici - fino all’estremo dei luoghi in cui segregare i bambini considerati un problema per i loro genitori o per la società in generale.

In Italia numerosi monasteri si trasformarono in educandati, un fenomeno che prese piede in maniera massiccia dopo il concilio di Trento.[1]

In seguito, il termine "convitto" ha indicato generalmente un istituto scolastico aperto a studenti di ambo i sessi, dalle scuole elementari alle scuole medie superiori, retto da laici. Storicamente in Italia i più antichi convitti nacquero in età napoleonica dalla secolarizzazione degli antichi collegi religiosi, retti generalmente da gesuiti e barnabiti. Per esempio, il «Convitto Longone» di Milano non era altro che l'antico «Collegio imperiale Longone» dopo la soppressione dei Chierici regolari di San Paolo nel 1810. I convitti nazionali nacquero nel Regno di Sardegna nel 1848 e furono poi estesi ai territori degli Stati preunitari con la legge Casati (1859) per formare la futura classe dirigente.

Il personale è nominato per concorso statale. Alla guida dei convitti nazionali vi è un "rettore", la cui funzione equivale a quella dei Dirigenti scolastici. L'importanza dei convitti è tuttavia in declino, in quanto sono ormai molto rare in Italia le località dalle quali non sia possibile raggiungere una scuola secondaria.

Bibliografia

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  • Regno d'Italia, Decreto n. 4292 in data 25 agosto 1860 sul regolamento per li Convitti Nazionali, Torino, 1860.
  • Maria Genua, Luciano Molinari, Istituzioni educative : convitti nazionali, Roma : Anicia, 2002
  • Anna Grazia Greco (a cura di), I convitti nazionali : compendio per gli educatori delle istituzioni educative per la formazione del cittadino europeo, Milano : Ulrico Hoepli, 2001

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