Coro (architettura)
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Il coro nell'architettura cristiana è la parte terminante di una chiesa, contenente l'altare maggiore. Spesso questa parte si trova rivolta verso est, in direzione del sorgere del sole e della città santa di Gerusalemme.

Visto dall'esterno, il coro comprende tutta la massa architettonica dell'estremità di una chiesa, inclusi i muri.
Nelle chiese a pianta basilicale può comprendere anche il transetto, che in questo caso rimane meno evidente, come nel caso del Duomo di Firenze o di Salisburgo, dove il transetto è fortemente inglobato col corpo della cupola sia esternamente, che all'interno.
Nelle chiese con pianta a croce latina, in genere, viene definito coro la parte architettonica oltre il transetto; corrispondente nella Croce cristiana alla parte dove Gesù crocifisso pose la testa.
StoriaModifica
Alle origini del Cristianesimo, finite le persecuzioni dei cristiani grazie all'Editto di Milano redatto nel 313 dall'Imperatore Costantino il Grande che concesse la libertà al culto cristiano, furono erette le prime basiliche paleocristiane. Allora il presbiterio era situato direttamente alla fine della navata centrale. Con lo sviluppo della liturgia e l'ascesa del monachesimo si evolse anche la caratteristica architettonica nota come Coro. Questo termine apparve per la prima volta ad opera di scrittori della Chiesa occidentale come Isidoro di Siviglia e Onorio Augustodunenese che collegarono il termine alla "corona", ossia il circolo del clero e cantori che si riunivano intorno all'altare. Fu in questo periodo che sorse la necessità di creare i cosiddetti stalli, o scranni, del coro (inteso come mobilio), ossia quei seggi o sedili atti a far sedere, durante le funzioni e preghiere, il "coro" di prelati, alti dignitari ecclesiastici e la schola cantorum.
Il coro venne presto allegato al presbiterio. Quest'ultimo, che dapprima era una semplice piattaforma sopraelevata al centro della navata basilicale, venne circondato dagli stalli, come si può ancora vedere nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma o nel Duomo di Modena.
In seguito, con lo sviluppo dell'architettura ecclesiastica, evolutasi e affermatasi soprattutto durante le epoche romaniche e gotiche, la chiesa iniziò ad assumere una pianta a croce, e il presbiterio trovò il suo punto tradizionale nella parte finale della chiesa, oltre il transetto, e con esso, spesso, il mobilio del coro, da cui prese il nome tutta la struttura.
Periodo alto-medievaleModifica
Nell'architettura paleocristiana, per costruire le prime chiese, venne adottato un tipo di edificio detto basilica. Si ispirava agli esempi delle basiliche civili romane, atte ad accogliere grandi folle, alle quali vennero fatte sostanziali modifiche. Il modello preso non fu tanto quello della basilica-tribunale, ma piuttosto la tipologia della cosiddetta Basilica palatina, dove l'imperatore si mostrava al popolo nell'enfasi dell'abside di fondo (come nella basilica Palatina di Costantino a Treviri); in questo senso alla Maiestas Imperialis si assimilò e poi sostituì la Maiestas Divinae del cristianesimo.
Il nuovo modello per la chiesa divenne la cosiddetta basilica paleocristiana, con pianta a tre navate e unica abside semicircolare sul fondo della navata centrale. I maggiori esempi di questo genere ancora visibili sono le basiliche papali di Roma, le prime costruite, e quelle bizantine di Ravenna.
Il primo notevole cambiamento derivò dall'influsso orientale dell'architettura bizantina, grazie all'introduzione del Transetto e della conseguente trasformazione da pianta basilicale a pianta a croce; come si nota già nella Basilica di Santa Sofia a Costantinopoli. Ben presto la fine della navata centrale, oltre il transetto se presente, venne sopraelevata di qualche gradino, e vi venne posto il cosiddetto Tramezzo, o Pergula, o Jubé, dando così origine al presbiterio, atto ad accogliere i personaggi della liturgia: prelati, alti dignitari ecclesiastici. Davanti al tramezzo era posizionata la Schola Cantorum, ove si trovavano i cantores, che era a sua volta separata dalla navata da plutei marmorei (sita prima del transetto per gli edifici che ne predisponevano). Successivamente, con Gregorio Magno, il presbiterio venne sempre più sopraelevato rispetto all'aula della chiesa, il che favorì la creazione di cripte semi-sotterranee al disotto dell'area presbiteriale. Il dislivello fra la parte del presbiterio e quella delle navate divenne tale che quei pochi gradini divennero vere e proprie rampe di scale, trasformando la parte antistante del presbiterio come ingresso alla cripta. I seggi della Schola cantorum, dunque, furono spostanti dentro l'area del presbiterio, spesso disposti lungo le pareti dell'abside, dando così la nascita del Coro intenso come parte architettonica di una chiesa.
Nell'architettura carolingia vennero aggiunte due absidi minori a chiusura delle navate laterali. Infatti in quest'epoca crebbe notevolmente l'importanza data alle reliquie che vennero acquisite sempre in numero maggiore e custodite in oggetti sempre più preziosi e spettacolari detti reliquiari. Le reliquie attiravano moltissimi fedeli, i quali, spesso, si recavano a venerarle anche tramite lunghissimi pellegrinaggi. Nacque, dunque, la necessità di avere un luogo all'interno della chiesa dedicato alla loro esposizione ai fedeli. Il posto doveva essere il più vicino possibile al coro, la parte più sacra dell'edificio, e le cappelle ricavate nelle absidiole minori, ne rappresentavano il luogo ideale. Con l'accrescere della quantità di reliquie e di pellegrini, si accrebbe il numero di cappelle, ora ricavate anche lungo i bracci del transetto rivolti verso l'altare, come si trova nel monastero di Ripoll in Spagna, e a volte disposte in ordine scalare per profondità, come nella Chiesa di San Ginesio a Châteaumeillant, in Francia.
Periodo romanicoModifica
A partire dall'anno 1000 si riscontra una notevole ripresa dell'architettura e delle costruzioni. I pellegrinaggi si fanno sempre più importanti e i fedeli sempre più numerosi, soprattutto a destinazione dei due luoghi "Santi" medievali per antonomasia: Santiago di Compostela e Roma. Dai fulcri di partenza e lungo le grandi strade che vi portano, il Camino francés o le Vie romee, sorgono sempre più numerosi i luoghi sacri come tappe del pellegrinaggio e quindi vi si sviluppano notevolmente le architetture. Il numero crescente di fedeli apportano una grande quantità di mezzi che vengono impiegati per l'erezioni di innumerevoli edifici sempre più grandi. Proprio nel corso del X secolo i grandi architetti francesi dello stile romanico creano un nuovo tipo di coro. Vi aggiungono un corridoio semi-circolare tutt'attorno al presbiterio, il deambulatorio, ove si aprono diverse cappelle, le cappelle radiali. Questo nuovo impianto permetteva alla gran folla di venerare le reliquie contenute nelle cappelle, circolandovi davanti, senza perturbare lo svolgimento delle funzioni religiose. Il Coro a deambulatorio aveva regole volumetriche precise, che le dava una forma scalare-piramidale. L'abside del presbiterio, infatti, appare di altezza maggiore e dominante del complesso, decrescendo s'imposta l'anello del deambulatorio e infine le absidiole delle cappelle radiali. Questo tipo di coro, apparso per la prima volta in Francia durante la costruzione della seconda chiesa dell'Abbazia di Cluny (948-981) si diffuse nel Paese intorno al 1130; e dal 1150 si irradierà in tutta Europa, ma soprattutto oltralpe.
Periodo goticoModifica
Con l'architettura gotica il Coro a deambulatorio diventa il prototipo d'oltralpe da seguire. L'abside principale del presbiterio viene cinta da uno o più deambulatorio sui quali si aprono numerose cappelle radiali. La Cappella assiale, quella aperta sulla parte estrema della chiesa, lungo il suo asse appunto, acquista molta importanza crescendo nelle dimensioni rispetto alle altre. In Italia, anche se appare in rari esempi, si resta piuttosto ancorati a un modello ad abside semicircolare o poligonale.
Con il gotico le forme del coro si allungano fino all'estremo, sorretto ora anche da svettanti archi rampanti atti a sostenere i pilastri sempre più alti e sottili. Le murature lungo il corso dei secolo XIII, XIV e XV, scompaiono sempre più lasciando il posto a grandi e preziose vetrate che inondano gli edifici di una luce colorata assai mistica. Nelle opere del nord-Europa i cori vengono dotati di altissimi tetti spioventi che contribuiscono a uno sviluppo ascensionale piramidale. Il Coro più alto del mondo, seppur incompiuto, è quello della Cattedrale di Beauvais, dove le volte interne arrivano fino a ben 48,5 metri[1], e il tetto, all'esterno, tocca i 68 metri[2]
Epoche successiveModifica
Con l'influsso dello stile rinascimentale, proveniente dall'Italia, man mano le forme ritornano al gusto classico e a una tendenza alla semplificazione e riduzione dei volumi. Per tanto anche se la tradizione gotica resta forte tanto più si sale verso nord dalle Alpi, l'architettura a partire dal Quattrocento in Italia, e dal XVI secolo oltralpe, accoglie i motivi più rotondi e meno appuntiti del Rinascimento. Si tende anche ad abbandonare la struttura del Coro a deambulatorio, piuttosto volto all'utilizzo di un'abside semplice semicircolare, in seguito fortemente ripresa anche dalle successive epoche barocche e soprattutto neoclassica.
In Francia, nelle grandi chiese, la struttura a deambulatorio persisterà fino alla Rivoluzione francese. Esempi notevoli ne sono le barocche Chiesa di Saint-Sulpice a Parigi e la Cattedrale di Versailles.
Tipi di coroModifica
Coro absidatoModifica
È una struttura terminante con un'abside, la quale può essere anche poligonale, cioè sfaccettata, che aggetta dalla struttura posteriore dell'edificio. Può presentare tre varianti:
- Semplice, costituito da una sola grande abside che s'innesta dal transetto o direttamente dalla navata centrale (per gli edifici a pianta basilicale). Esempi principali sono le Basiliche papali di Roma, quelle bizantine di Ravenna, Il Duomo di Monreale, il Duomo di Pisa.
- Triabsidato, edificio soprattutto a pianta basilicale a tre navate dove ogni navata termina con un'abside semicircolare o poligonale. In genere la navata centrale presenta un'abside maggiore delle altre.
I maggiori esempi sono visibili nel Duomo di Cefalù, nella Pieve dell'Assunta a San Leo.
- A cappelle scalari, è un coro costituito da più absidi digradanti dalla centrale a quelle del transetto. Infatti l'abside principale risulta la maggiore e più profonda, affiancata ai due lati da due cappelle absidate minori, che a loro volte sono affiancate da altre cappelle absidate ancora minori. I volumi sono soprattutto differenziati dalla profondità di tutte le cappelle; possono infatti anche presentare la stessa altezza. È un complesso architettonico più raro da trovare, che presenta i suoi esempi nella Basilica della Santa Casa di Loreto o nella Chiesa di San Ginesio a Châteaumeillant, in Francia.
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Il coro absidato "semplice" del Duomo di Monreale
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Il coro absidato "triabsidato" della Pieve di Santa Maria Assunta a San Leo
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Il coro absidato "triabsidato" del Duomo di Cefalù
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Il Coro absidato a "cappelle scalari" della Basilica della Santa Casa di Loreto
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La chiesa con absidi multiple del Monastero di Ripoll, Spagna.
Coro trilobatoModifica
È un tipo di coro assai raro costituito da tre absidi più o meno della stessa grandezza disposte attorno alla parte terminale del corpo basilicale. Può anche essere circoscritto attorno a una cupola centrale innestato direttamente all'aula della chiesa. In questo caso il transetto non si presenta come una vera navata trasversale, ma risulta costituito da due grandi absidi, come, o leggermente minori, di quella del presbiterio. Esempi più evidenti sono costituiti dal Duomo di Firenze, Duomo di Salisburgo, Chiesa di San Martino a Saint-Martin-de-Londres, in Francia.
Coro piattoModifica
Il coro piatto presenta il presbiterio terminante con una parete dritta, piatta, spesso è aperta da uno o più finestroni. È una caratteristica particolare degli edifici costruiti dall'Ordine cistercense, che rinuncia alle curve esterne della chiesa. Rifletteva la struttura del coro dell'Abbazia di Clairvaux costruito da San Bernardo ancora vivente, che presentava un coro piatto appena aggettante dal transetto. Venne utilizzato soprattutto nelle chiese di campagna, in quanto di dimensioni modeste e impiantate sovente su una navata unica, un coro di questo tipo presentava costi contenuti.
Esempi più notevoli sono dati dalla Cattedrale di Laon, dalla Basilica di San Domenico a Perugia, Duomo di Orvieto, Basilica di Santa Maria Novella a Firenze, dalle chiese abbaziali cistercensi e dalle cattedrali gotiche inglesi.
Coro a deambulatorioModifica
È una complessa struttura architettonica che si sviluppa da un'abside centrale poligonale la quale viene attorniata da un corridoio anulare detto deambulatorio dove si innestano diverse cappelle radiali. Il Coro a deambulatorio aveva regole volumetriche precise, che conferiva una forma scalare-piramidale. L'abside del presbiterio, infatti, appare di altezza maggiore e dominante del complesso, decrescendo s'imposta l'anello del deambulatorio e infine le absidiole delle cappelle radiali.
Questo tipo di coro, apparso per la prima volta in Francia durante la costruzione della seconda chiesa dell'Abbazia di Cluny (948-981) si diffuse nel Paese intorno al 1130; e dal 1150 si irradierà in tutta Europa, ma soprattutto Oltralpe. Diventerà il modello di coro per antonomasia dell'architettura gotica. La complicata costruzione, tutta giocata su equilibri di masse e pesi, comportava un enorme dispendio di denaro, tempo e manodopera, tanto che divenne simbolo della potenza e ricchezza delle città e regni che ne possedevano. A volte la cappella radiale che sorge sull'asse della chiesa, dietro l'altar maggiore, può presentarsi maggiore, per profondità e altezza delle altre. Detta Cappella assiale conteneva le reliquie più importanti dell'edificio, e spesso è dedicata al patrono della chiesa. In Italia questo tipo di coro non si diffuse molto, rari esempi sono costituiti dalle romaniche chiesa di Santa Maria a Pie' di Chienti nelle Marche, e dall'Abbazia di Sant'Antimo in Toscana, e dal gotico Duomo di Milano. Quest'ultimo, anche se privo di cappelle radiali, rappresenta sia un notevole esempio di coro a deambulatorio nella penisola, sia un grandioso esempio dell'architettura gotica di stampo nord-europeo in Italia.
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La Chiesa di Santa Maria a Pie' di Chienti, nelle Marche
NoteModifica
- ^ articolo sulla cattedrale di Beauvais, su treccani.it. URL consultato il 30 maggio 2013.
- ^ Guida Touring Club Italia, 1997
BibliografiaModifica
- Paolo Piva, L'arte medievale nel contesto 300-1300, Milano, Jaca Book, 2006, ISBN 88-16-40635-6
- Luigi Orlando, La cattedrale romanica San Nicola di Ottana, Zonza Editore, 2000, ISBN 978-88-8470-036-0 (8884700361)
- Giuseppe Rocchi, Architetture della compagnia ignaziana nei centri antichi italiani, Firenze, Alinea editrice, 1999. ISBN 88-8125-304-6
- Virgilio Gilardoni, Il Romanico, La Vesconta, 1997, Bellinzona. ISBN 978-88-7713-136-2
- Maria Antonietta Crippa, Carlo Capponi, Giò Ponti e l'architettura sacra, Milano, Silvana, 2005. ISBN 88-366-0600-8
- Ivo Tagliaventi, La cattedrale gotica, Firenze, Alinea editrice, 2009 ISBN 978-88-6055-365-2
- Juan Plazaola, La Chiesa e l'arte, Milano, Jaca Book, 1998. ISBN 88-16-43708-1
- (IT, LA, ES) Archivium historiae pontificiale, Vol.34, Roma, 1996 ISSN 0066-6785
- (IT, EN, FR) Tomaso Hope, Storia dell'Architettura, Milano, 1840
- (IT, FR) E. Violett-le-Duc, L'architettura Ragionata/Dictionnaire raisonné de l'architecture francaise du XI au XVI siècle, Milano, Jaca Book, 1981-1982-2002 ISBN 88-16-40590-2
- (DE) Erich Bachmann, Kunstlandschaften im romanischen Kleinkirchenbau Deutschlands, 1941, ISSN 0044-2135.
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su coro
Collegamenti esterniModifica
- (EN) Coro, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Coro, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
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