Cultura Wilton

facies culturale preistorico in Africa australe

La cultura Wilton (o semplicemente Wilton) è una facies culturale preistorica diffusa in Africa meridionale e orientale intorno al 6000 a.C. La cultura Wilton è caratterizzata in particolare dalla presenza di microliti e da una diversità tipologica litica più marcata rispetto alle culture che l'hanno preceduta[1].

Diffusione della cultura Wilton e i suoi siti principali.

La sua definizione è dovuta a John Hewitt, in seguito allo scavo svolto in collaborazione con C.W. Wilmot in una grotta nella fattoria Wilton[2] in Sudafrica. Gli archeologi hanno inizialmente considerato le comunità di cacciatori-raccoglitori di Wilton dell'Olocene, a partire da 8000 anni fa, fino all'Età del Ferro, fino a 500 anni fa[3][2], anche se studi più recenti fanno una distinzione con Wilton della fine dell'Età della Pietra (4000 anni fa)[4]. Nonostante Wilton sia un termine che intende generalizzare i comportamenti delle popolazioni umane dell'Africa meridionale, le comunità di cacciatori-raccoglitori con una società di tipo Wilton e che utilizzavano tecnologie simili a Wilton, possono essere trovate in ambienti costieri[3], interni[5][6] e montani[7].

Distribuzione modifica

La cultura Wilton è attestata in particolare alle cascate Kalambo, al confine tra Zambia e Tanzania, e nei depositi della valle di Twyfelfontein in Namibia[8].

Nello Zambia, un insediamento risalente al 2300 a.C. è stato scoperto a Gwisho, vicino a Kafue[1].

Caratteristiche modifica

Gli utensili Wilton presentano alcune analogie con i microliti del Mesolitico europeo. Le manifestazioni più recenti di questa cultura, tuttavia, indicano che la popolazione dominava la metallurgia del ferro. Alcuni siti dell'Africa meridionale mostrano l'associazione della cultura Wilton con l'arte rupestre[1].

Cronologia modifica

La cultura Wilton è suddivisa in tre periodi:

  • 7600-2500 a.C.: Wilton antico e classico[9].
  • 2500-200 a.C.: Wilton postclassico[9].
  • 100 a.C.-1870 d.C: Wilton ceramica.

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) Philip Curtin, Steven Feierman, Leonard Thompson e Jan Vansina, African History : From Earliest Times to Independence, Pearson, 1995, ISBN 978-0582050709.
  2. ^ a b (EN) John Hewitt, On several implements and ornaments from Strandloper sites in the Eastern Province, in S. Afr. J. Sci., vol. 18, 1921, pp. 454-467.
  3. ^ a b J. Deacon, Wilton: An Assessment after Fifty Years, in The South African Archaeological Bulletin, vol. 27, n. 105/106, 1972-09, pp. 10, DOI:10.2307/3888813. URL consultato il 26 settembre 2023.
  4. ^ (EN) Lombard, Marlize, Bradfield, Justin, Caruana, Matthew, Makhubela, Tebogo, Dusseldorp, Gerrit, Kramers, Jan e Wurz, Sarah, The Southern African Stone Age Sequence Updated (II), in South African Bulletin, vol. 77, n. 217, 2022, pp. 172–212.
  5. ^ (EN) D. W. Phillipson, The Prehistoric Sequence at Nakapapula Rockshelter, Zambia, in Proceedings of the Prehistoric Society, vol. 35, 1970-02, pp. 172–202, DOI:10.1017/S0079497X0001344X. URL consultato il 26 settembre 2023.
  6. ^ Lyn Wadley, Segments of Time: A Mid-Holocene Wilton Site in the Transvaal, in The South African Archaeological Bulletin, vol. 41, n. 144, 1986-12, pp. 54, DOI:10.2307/3888190. URL consultato il 26 settembre 2023.
  7. ^ P. J. Mitchell, Preliminary Report on the Later Stone Age Sequence from Tloutle Rock Shelter, Western Lesotho, in The South African Archaeological Bulletin, vol. 45, n. 152, 1990-12, pp. 100, DOI:10.2307/3887968. URL consultato il 26 settembre 2023.
  8. ^ (EN) Twyfelfontein, su tourbrief.com.
  9. ^ a b (FR) Dictionnaire de la Préhistoire, Encyclopaedia Universalis, 2017, ISBN 978-2-341-00223-3.