Decaisnea fargesii

specie di pianta

Decaisnea fargesii, il frutto baccello blu,[1] o dita dei morti,[2] è un membro della famiglia delle Lardizabalaceae ed è originario del Nepal, del Tibet e della Cina. È un arbusto deciduo che cresce fino a 4 m di altezza e di larghezza, ma può raggiungere gli 8 m.

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Decaisnea fargesii
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni basali
OrdineRanunculales
FamigliaLardizabalaceae
GenereDecaisnea
SpecieD. fargesii
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseMagnoliidae
OrdineRanunculales
FamigliaLardizabalaceae
GenereDecaisnea
SpecieD. fargesii
Nomenclatura binomiale
Decaisnea fargesii
Franch.

Descrizione

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Ha foglie divise lunghe fino a 90 centimetri, ma la sua caratteristica principale sono i baccelli pendenti, che compaiono in autunno e sono di un insolito colore grigio-blu. La pianta è resistente fino a −20 °C[3] o anche meno[4] e preferisce una posizione riparata.

 
Il frutto aperto

Il periodo di fioritura va da aprile a maggio. I fiori penduli sono funzionalmente unisessuali, campanulati e di colore giallo-verdastro. I fiori peduncolati sono portati in racemi nudi, terminali, spesso pendenti, lunghi dai 25 ai 35 centimetri o più.

I follicoli sono di colore blu, allungati, cilindrici, con molti semi. Essi sono lunghi fino a 5-10 centimetri e spessi circa 2 centimetri e maturano da settembre a ottobre. I frutti dalla buccia spessa sono morbidi, più o meno diritti o leggermente ricurvi. Si trovano in gruppi composti da un massimo di tre frutti insieme o appaiono individualmente. I numerosi semi neri, che hanno una dimensione da 8 a 10 millimetri, lisci e appiattiti si trovano su due file nel frutto. Sono contenuti in una polpa biancastra, gelatinosa che è commestibile e leggermente dolce.

I frutti vengono raccolti nelle foreste montane della Cina occidentale e il contenuto gelatinoso dei frutti viene consumato fresco.

La specie fu descritta per la prima volta nel 1892 dal botanico francese Adrien René Franchet.

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