Deux poèmes de Paul Verlaine op. 9

Deux Poèmes de Paul Verlaine sono due composizioni di Igor' Fëdorovič Stravinskij per baritono e pianoforte scritte nel 1910, trascritte poi nel 1952 nella versione per baritono e orchestra.

Deux Poèmes de Paul Verlaine op. 9
CompositoreIgor' Fëdorovič Stravinskij
Epoca di composizione1910
Prima esecuzione13 gennaio 1911
Dedicaal fratello Gurij
Durata media3' 40, 1' 40
Organicovedi sezione

All'inizio dell'estate del 1910, terminate le rappresentazioni de L'uccello di fuoco a Parigi, Stravinskij decise di prendersi una breve vacanza al mare e si recò con la famiglia sulle rive dell'Atlantico a La Baule[1]; qui, nel mese di luglio, compose due canti su poesie di Paul Verlaine, Un grand sommeil noir tratto dalla raccolta Sagesse e La lune blanche tratto da La Bonne Chanson. L'opera, l'ultima di Stravinskij recante il numero d'opus, il nove, fu dedicata dal compositore al fratello Gurij, valente baritono; un grande rammarico del musicista fu il fatto che il fratello non poté mai eseguire in pubblico questa composizione poiché morì di tifo nel 1917 a soli 33 anni. La prima esecuzione dell'opera in versione per voce e pianoforte avvenne il 13 gennaio 1911 a San Pietroburgo. Già nel mese di luglio del 1910 il musicista iniziò a realizzare una trascrizione dei due brani per baritono e orchestra, lavoro che riprese nel 1914 e terminò a Hollywood solo nel 1952.

I testi dei due poemi sono tratti da raccolte del poeta francese Paul Verlaine, autore molto amato dai musicisti, in particolare da Claude Debussy, per la dolcezza e la cantabilità dei suoi versi. Gabriel Fauré nel 1892 aveva utilizzato la lirica La lune blanche nel suo ciclo di melodie La Bonne chanson. La prima poesia musicata da Stravinskij è Un grand sommeil noir tratto dalla raccolta Sagesse del 1880, scritta in gran parte da Verlaine durante un periodo buio della sua vita, mentre era recluso e riflette la perdita della speranza e dell'interesse alla vita. L'altro brano, La lune blanche, precedente come datazione, il 1870, fa parte de La Bonne chanson e ci racconta di un poeta ancora pervaso da sentimenti ed emozioni che, con la musicalità dei suoi versi, descrive la natura in modo semplice e lirico.

  • Un grand sommeil noir (Largo assai)

  Un grand sommeil noir
  Tombe sur ma vie:
  Dormez, tout espoir,
  Dormez tout envie!
  Je ne vois plus rien,
  Je perds la mémoire,
  Du mal et du bien...
  O la triste histoire!
  Je suis un berceau...
  Qu'une main balance
  Au creux d'un caveau...
  Silence, silence.

  • La lune blanche (Tranquillo assai)

   La lune blanche
   Luit dans le bois;
   De chaque branche
   Part une voix
   Sous la ramée...
   O bien aimée.
   L'étang reflète
   Profond miroir
   La silhouette
   De saule noir,
   Où le vent pleure.
   Rêvons: c'est l'heure.
   Un vaste et tendre
   Apaisement
   Semble descendre
   Du firmament,
   Que l'astre irise.
   C'est l'heure exquise.

Analisi

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Questi due brani sono i primi testi in francese musicati da Stravinskij prima di Perséphone nel 1934. Riflettono per molti aspetti, nella cantabilità della melodia, lenta e fluente, la musica francese dell'epoca, in particolare Debussy; a questo compositore Stravinskij doveva molto, come egli stesso confessò più volte[2]. L'avvicinamento al mondo francese, poetico e musicale, segna anche, nel contempo, l'ultimo lavoro in cui il musicista si rifà a un ambito stilistico senza riuscire a modellarlo e modificarlo secondo la propria spiccata personalità come avverrà molte volte in futuro[3]. L'atteggiamento di Stravinskij in questi brani è inoltre lontano dal mondo poetico di Verlaine, mondo d'altra parte piuttosto estraneo a uno spirito profondamente russo come era quello del compositore[4]. Bisogna inoltre sottolineare il fatto che l'interesse del musicista andava soprattutto al suono delle sillabe e alla musicalità dei versi, indipendentemente dal significato delle frasi poetiche, così che l'incanto di una notte di luna o la disperazione di un uomo che ha perduto ogni speranza non trovano sensazioni corrispondenti nella musica stravinskiana [5].

Organico

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Dopo aver scritto la prima versione per pianoforte e voce, Stravinskij si rese conto che la complessità coloristica del suo lavoro era più adatta a una formazione strumentale, così, già dal 1910, iniziò a realizzare la versione per baritono, due flauti, due clarinetti, due corni in fa, primi e secondi violini, viole, violoncelli e contrabbassi.

  1. ^ Igor Stravinskij, Chroniques de ma vie, Parigi, Editions Danoel, 1935.
  2. ^ Igor Stravinskij - Robert Craft, Converations with Igor Stravinsky, Garden City N.Y., Doubleday & Co.Inc., 1959.
  3. ^ Roman Vlad, Strawinsky, Torino, Einaudi, 1958, p. 39.
  4. ^ Robert Siohan, Stravinsky, Parigi, Editions du Seuil, 1959.
  5. ^ Robert Siohan, op.citata, p. 31.
Controllo di autoritàVIAF (EN175392976 · BNF (FRcb13920024j (data)
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