Diga della Steccaia

diga del fiume Ombrone a Grosseto

La diga della Steccaia, o semplicemente la Steccaia, è uno sbarramento artificiale siutato lungo il corso del fiume Ombrone a Grosseto, in Toscana.

Diga della Steccaia
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Toscana
Provincia  Grosseto
FiumeOmbrone
UsoDà origine al canale diversivo e al fosso Beveraggio
Inaugurazione26 aprile 1830
Tipodorsale sommergibile
Coordinate42°45′59.89″N 11°10′05.55″E / 42.766635°N 11.168208°E42.766635; 11.168208
Mappa di localizzazione: Italia
Diga della Steccaia

Storia modifica

Un primo sbarramento a cateratte sull'Ombrone a Grosseto era stato realizzato per il terzo canale navigante in località Berrettino dall'ingegnere Leonardo Ximenes nella seconda metà del XVIII secolo, ma soltanto con la bonifica avviata da Leopoldo II di Lorena nel 1828 venne costruita poco più a nord, in località Bucacce, la diga che deviava le acque dell'Ombrone in un canale diversivo che, passando sotto al ponte di presa, o ponte Tura, andava a bonificare per colmata i terreni paludosi dell'ex lago Prile.[1][2] Ideata dall'ingegnere Vittorio Fossombroni e realizzata dal dirigente del bonificamento Alessandro Manetti, la steccaia fu inaugurata il 26 aprile 1830;[3] per l'occasione venne posizionata una piramide in pietra a memoria dell'evento.[4]

Lo sbarramento, composto da un robusto dentello e da una steccaia in legno obliqua alla corrente del fiume,[1] fu tuttavia più volte danneggiato e ricostruito in seguito alle piene del 1839, 1864 e 1875 e per questo si rese necessaria l'edificazione di una nuova diga.[3] Su interessamento del ministro dei lavori pubblici Alfredo Baccarini, già ingegnere capo del genio civile di Grosseto, la steccaia venne sostituita nel 1879 con una diga dorsale sommergibile di 153 metri in calcestruzzo, con la scarpa, il petto e la superficie della fronte rivestite in pietra da taglio.[3]

Nel secondo dopoguerra, terminate le operazioni di colmata, venne deciso di interrare il canale diversivo e di murare le cateratte del ponte Tura. Le acque deviate dalla diga della Steccaia, che raggiungevano il ponte per alimentare il diversivo tramite il breve canale Mandraccio, finirono nel 1979 per essere incanalate direttamente nel fosso Beveraggio, che nasce in questo stesso punto, in modo da escludere del tutto il ponte Tura.[5] Nel 1998 è stata realizzata una risalita per permettere ad alcune specie ittiche come la cheppia (alosa fallax) di risalire il corso del fiume per la riproduzione.[2]

Piramide della Steccaia modifica

La piramide della Steccaia, o piramide di Ponte Tura, è un monumento di forma piramidale posto nel 1830 presso lo sbarramento sull'Ombrone a memoria dell'avvio delle bonifiche del granduca Leopoldo II di Lorena.[2] Il monumento poggia su un basamento cubico in blocchi squadrati di pietra che reca su due lati due lapidi commemorative in marmo.[4]

La prima lapide ricorda l'inaugurazione del canale diversivo il 26 aprile 1830 e recita:[6]

«IN QUESTO CANALE ESCAVATO NEL CORSO DI 160 GIORNI FU IL DÌ 26 APRILE DELL'ANNO 1830 ALLA PRESENZA DELLE LL. AA.II. E RR. IL GRANDUCA E LA GRANDUCHESSA DI TOSCANA, INTRODOTTA L'ACQUA DEL FIUME OMBRONE LA QUALE VELOCEMENTE SI CONDUSSE FIN DENTRO IL LAGO DI CASTIGLIONE DELLA PESCAIA E DIMOSTRÒ AI NUMEROSI SPETTATORI COME QUEL VASTO CENTRO DI INFEZIONE E DI STERILITÀ POTEVA PER I DEPOSITI DELLE ACQUE TORBIDE CANGIARSI IN UNA VASTA E FLORIDA COLTIVAZIONE»

La seconda, posizionata nel 1842 in occasione di un ampliamento dell'alveo del canale, reca invece scritto:[6]

«MENTRE COLMAVASI IL LAGO INGRANDITA LA TROPPA ANGUSTA SUA FOCE DI CASTIGLIONE E APERTE LE DUE NUOVE FOCI DI S. LEOPOLDO E DI S. ROCCO A PIÙ CELERE USCITA DELLE ACQUE DEL DEPOSTO LIMO FATTE CHIARE POTÉ QUESTO CANALE ESSERE AMPLIATO NELL'ANNO 1842 PERCHÈ MAGGIORE COPIA DI TORBIDE IL TEMPO DELLA BONIFICAZIONE ABBREVIASSE»

Note modifica

  1. ^ a b Carlotti 1865, p. 366.
  2. ^ a b c CNR 2008, pp. 38-40.
  3. ^ a b c Rassegna lavori pubblici 1914, pp. 437-438.
  4. ^ a b Piramide di Ponte Tura sul fiume Ombrone, su Catalogo generale dei beni culturali. URL consultato il 4 marzo 2022.
  5. ^ CNR 2008, pp. 18-19.
  6. ^ a b Guerrini 1991, pp. 97-98.

Bibliografia modifica

  • Rassegna dei lavori pubblici e delle strade ferrate, vol. 7, Roma, 1914.
  • AA.VV., La memoria della terra, Grosseto, Consorzio di Bonifica Grossetana, 2001.
  • David Carlotti, Statistica della provincia di Grosseto, Firenze, Barbera, 1865.
  • Lorenzo Chelazzi, Isabella Colombini, Mario Fallaci e Elena Gagnarli (a cura di), La memoria dell'acqua nella pianura grossetana (PDF), Firenze, CNR, 2008.
  • Giuseppe Guerrini (a cura di), Parole su pietra. Primo censimento della epigrafia grossetana, Roccastrada, Il mio amico, 1991.
  • Mario Innocenti e Stefano Innocenti, Grosseto: briciole di storia. Cronaca fotografica della città e della periferia (Ponte Tura, ippodromo del Casalone, il Deposito etc.) dalla seconda metà del XVIII secolo agli anni sessanta del Novecento, vol. 3, Grosseto, Innocenti, 2003.
  • Silvia Pertempi (a cura di), La Maremma grossetana tra il '700 e il '900. Trasformazioni economiche e mutamenti sociali, Città di Castello, Labirinto, 1989.
  • Gianni Resti, Ombrone. Un fiume tra due terre, Pisa, Pacini Editore, 2009.
  • Antonio Valentino Simoncelli, Bonifiche nel Grossetano. Percorso storico dal 1200 ad oggi, Arcidosso, Effigi, 2008.
  • Antonio Valentino Simoncelli, Cronache maremmane dalla fine del '700 a oggi. La guerra per le acque e per il lavoro, Grosseto, Innocenti, 2016.

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