Discussione:Alexis Carrel

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Charles Guthrie modifica

Sarebbe senz'altro meritevole di menzione (e di approfondimento, e di una voce dedicata) l'apporto fondamentale dato alle tecniche di anastomosi vascolare da parte di Charles Claude Guthrie, apporto ormai universalmente riconosciuto nonostante il Nobel a Carrel neanche citi Guthrie; purtroppo non ho fonti (e tempo) sufficienti... --79.11.147.108 (msg) 13:06, 25 giu 2010 (CEST)Rispondi

Citazione spostata dalla voce modifica

Sposto qui una o piú citazioni che ho rimosso dalla sezione iniziale della voce, in quanto non rispettano Wikipedia:Citazioni. Reinseritele solo dopo aver corretto gli errori (tipicamente, lunghezza e/o numero eccessivi, e/o carenza di fonti). Grazie, Nemo 16:49, 17 dic 2011 (CET)Rispondi

«Non dimenticherò mai l'esperienza sconvolgente, di quando vidi come una grossa formazione cancerogena sulla mano di un lavoratore si riduceva davanti ai miei occhi a una piccola cicatrice; non posso capirlo, ma non posso dubitare di ciò che ho visto con i miei occhi.»

  1. ^ Pubblicato in: "The American", citato da W. Schamoni, Das wahre Gesicht der Heiligen, Leipzig, 1938, p. 275

Scusate ma questa affermazione è autentica? Carrel ha veramente visto un tumore scomparire in pochi minuti? L'ha detto di sue parole? Prove?

L'affermazione è autentica: Carrel ha scritto la frase citata, dopo aver vissuto l'esperienza descritta. Oltre a quanto riportato nella nota alla voce, ti segnalo che la frase è riportata in italiano sul testo di Alfred Lapple I miracoli di Lourdes, Ediz. Piemme, 1997, p.24.--Vito Calise (msg) 23:00, 4 gen 2014 (CET)Rispondi

La fonte cita: "The American", citato da W. Schamoni, Das wahre Gesicht der Heiligen, Leipzig, 1938, p. 275; facendo qualche ricerca ho capito che si tratta di un libro tedesco, quello che non capisco è cosa sia "The American". Andrò sicuramente a leggere la frase su "I miracoli di Lourdes" dato che non posso analizzare la fonte originalmente citata perchè purtroppo non conosco il tedesco. Io sono inesperto di wikipedia però se posso contribuire, vorrei dare un mio consiglio: credo che la frase così come citata sia stata messa li soltanto per dare un tocco di soprannaturalità al personaggio descritto; credo sia più corretto spostare questa frase dove si parla di Lourdes piuttosto che piazzarla come prima notizia! Concludo con la cosa più importante dal mio punto di vista: se si intende lasciare la frase dovrebbe essere completata: dove e a chi è avvenuta questa cosa? in quale contesto (Lourdes)? in quali circostanze? E ancora: Carrel a chi, dove e quando avrebbe fatto questa affermazione, poi trascritta in vari libri? Intanto ti ringrazio, chiedo scusa per eventuali errori ma non sono esperto di wiki! Ale Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 93.144.73.251 (discussioni · contributi) 12:19, gen 5, 2014‎ (CEST).

Personalmente trovo questa citazione comunque non molto rappresentativa del soggetto, dal momento che è completamente decontestualizzata e poco inerente all'attività di Carrel; piuttosto sarebbe preferibile, a mio avviso, una frase ben più importante del suo pensiero, ovvero:
(EN)

«A few observation and much reasoning lead to error; many observations and a little reasoning to truth.»

(IT)

«Poca osservazione e molto ragionamento conducono all'errore; molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità»

Del resto su presunti miracoli a cui ha assistito abbiamo già una citazione nel corpo del testo, mentre nulla abbiamo sul metodo, a mio avviso ben più importante per un medico e Premio Nobel. Oltretutto la fonte è certa, essendo tratta da un'opera dello stesso Carrel. --Aplasia 12:35, 5 gen 2014 (CET)Rispondi
Noto che la frase è anche proposta tra le curiosità nella apposita ma deprecata sezione. Personalmente sono favorevole allo spostamento come citazione iniziale. --Aplasia 12:38, 5 gen 2014 (CET)Rispondi
Segnalo che, in assenza di pareri contrari, ho provveduto a sostituire la citazione iniziale. --Aplasia 13:20, 18 gen 2014 (CET)Rispondi


CARI AMICI, non sapendo dove inserire questo articolo, molto importante, sul Personaggio, lo posdto qui, nella speranya che il Redattore pensi acollocarlo nei modi piu' confacenti. Grayie (Sandro Damiami) Minima cardiniana, 52

Domenica 14 dicembre. Terza domenica di Avvento

- UN FASCISTA A LOURDES -

Effemeride di qualche giorno fa, il primo giorno della settimana che oggi si conclude (o, se preferite, il secondo giorno della settimana scorsa: dipende dal còmputo settimanale che preferite). Lunedì 8 dicembre scorso, festa dell’Immacolata Concezione con tutti gli annessi e connessi teologici e storici (dimensione teologica negata da Bernardo di Clairvaux, difesa da Duns Scoto, proclamata come dogma da Pio IX nel 1870, l’anno in cui la “Banda del Buco” agli ordini del criminale in uniforme La Marmora si accaniva con i suoi cannoni contro Porta Pia…). Alle 10,30, durante la trasmissione televisiva RAI “A Sua Immagine” della quale in diretta da Parigi sono ospite, mi càpita ovviamente di parlare di Lourdes e dell’apparizione che lì ebbe luogo nel 1858: la Vergine Maria si rivelò dichiarando “Io sono l’Immacolata Concezione” alla pastorella Bernadette Soubirous. Erano anni difficili: c’era stato una decina d’anni prima il 1848, con i suoi rigurgiti giacobini e ateistici: ma il principe-presidente Luigi Napoleone Bonaparte, quattro anni dopo i moti del Quarantotto, si era fatto incoronare imperatore dei francesi con l’appoggio determinante dell’opinione pubblica cattolica; e “cattolica di ferro” era la sua consorte, l’imperatrice Eugenia, della nobile stirpe spagnola dei Montijo.

Venero ma soprattutto amo Lourdes, dove ho avuto l’onore di prestare il mio servizio di brancardier nel 1962. Durante la trasmissione, si parla di una delle ultime guarigioni inspiegabili (i credenti le definiscono “miracolose”, avvenute a Lourdes): e io ricordo come appunto un medico ateo che prestava nella cittadina pirenaica il suo servizio umanitario volontario trasse da quell’esperienza un’impressione tanto profonda che si convertì. Quel medico era Alexis Carrel, più tardi insignito del Premio Nobel per le sue pionieristiche ricerche sui trapianti d’organi.

Bene: ho ricevuto sul mio sito le proteste e financo le intimidazioni di alcuni imbecilli, i quali mi hanno accusato di “revisionismo” in quanto in TV avrei fatto l’“apologia” di un “criminale fascista” reo di “collaborazionismo”. A tale punto è arrivato da noi il conformismo condito d’ignoranza, di arroganza e di fanatismo.

Purtroppo non dispongo né di un microfono potente né di una tribuna mediatica efficace per replicare a queste infami idiozie. Debbo affidarmi a queste poche righe per rinnovare l’omaggio a un uomo onesto e a un’illustre personalità della scienza europea che l’Università di Lione ha purtroppo il disonore di aver cancellato dai suoi ruoli memoriali. Ma chi era mai questo scienziato che si cerca di ridurre alle dimensioni di nuovo Carneade?

Se si dovesse scrivere un libro dedicato ad Alexis Carrel, l’autore di quel best seller che a lungo ha insegnato, grazie al suo successo, che cos’erano l’uomo e la natura umana sotto il profilo non solo genetico, ma con straordinarie aperture verso l’antropologia e la psicanalisi, e il titolo del quale era, L’homme, cet inconnu, lo si potrebbe intitolare Carrel, ce méconnu.

Ai primi degli Anni Novanta del secolo scorso, partì dalla libera e democratica Francia una campagna d’intensità e di coerenza tematica talmente impressionanti che sarebbe stato davvero difficile, anche a esser dotati della più candida ingenuità, ritenerla “spontanea”. Si trattava si “esaugurare”, in tutto l’Esagono nazionale, le strade e le piazze intitolate ad Alexis Carrel. Intanto, forse col pretesto che il Front National aveva avviato una serie d’iniziative tese a far riconoscere in Carrel uno dei “padri dell’ecologia”, cominciava implacabile il tiro incrociato della stampa: di quella radicale, di quella democratica, di quella benpensante, di quella impegnata. Un autentico linciaggio morale postumo di rivoltante vigliaccheria.

Il frastuono arrivò alle stelle: fu un’esemplare sagra del conformismo più recriminatorio e forcaiolo. In effetti, si richiamarono non senza motivo il rapporto tra l’eugenetica fondata da Francis Galton, il darwinismo (e il darwinismo sociale) da un lato, e una serie di tesi e di ricerche a carattere eugenetico e talora anche razzistico nelle più varie parti del mondo (dagli Stati Uniti alla penisola scandinava) e le teorie scientifiche prese a prestito o adottate dai nazisti per legittimare le loro pratiche razzistiche e assassine dall’altro. E si mise in luce come Alexis Carrel, nato nel 1873 a Sainte Foy de Lyon, Premio Nobel per la medicina a trentanove anni nel 1912 e morto a Parigi nel 1944, fosse iscritto nel 1938 al Parti Populaire Français di Jacques Doriot e avesse accettato l’incarico di Pétain, nel 1941, di presiedere una “Fondation pour l’étude des problèmes humains” destinato a sostenere le tesi del regime di Vichy in materia “razziale”.

Ora non c’è dubbio che Carrel, non diversamente da altri francesi illustri, alla fine degli Anni trenta del secolo scorso prese sul serio il “socialismo nazionale” dell’ex-sindaco comunista di Saint-Denis aderendo al suo nuovo movimento politico, e che alcuni mesi più tardi, nel disorientamento e nello sfacelo della disfatta della sua patria travolta da quella che fu definita la drôle de guerre, accordò al regime pétainista il suo appoggio; e non c’è dubbio neppure che tale regime, marcato stretto dal nazismo e già di per sé influenzato da un antisemitismo che aveva purtroppo, fin dal secolo precedente, la Francia come sua terra d’elezione, collaborò in vari modi all’internamento prima, allo sterminio poi degli ebrei che si trovavano in Francia.

Tuttavia, per quanto non sarebbe difficile trovare negli scritti eugenetici di Carrel spunti che sarebbero stati poi utilizzati in favore di pratiche quali l’aborto terapeutico o l’eutanasia, l’accostamento diretto del nome del celebre scienziato ai delitti di quel tempo, dai rastrellamenti contro gli ebrei al fatto che il regime di Vichy avrebbe fatto morire per carenza di cure migliaia di degenti internati per malattie mentali, è apparso sempre e comunque frutto di deduzioni non sostenute da prove. Non sembrano essere mai emerse, a diretto carico di Carrel – che visse del resto molto appartato gli ultimi anni della sua esistenza, e morì appunto nel ’44 - prove che consentano di ritenerlo quella sorta di Mengele francese che i suoi detrattori sostengono sia stato. Ci siamo trovati dinanzi a una catena ininterrotta di deduzioni astratte, di sospetti arbitrari, di accostamenti forzati, di post hoc, ergo propter hoc. Una sgradevole miscela di terrorismo intellettuale e di tecnica istruttoria alla Vishinski o alla Mac Carthy: grazie alla quale, tuttavia, il nome di Carrel è stato fatto oggetto di una vera e propria damnatio memoriae.

Poche eccezioni a questo conformismo inquisitoriale: si può ricordare il coraggioso libro di Jean-Jacques Antier, Alexis Carrel. La tentation de l’absolu (Paris, Editions du Rocher, 1994), dove non solo si dimostra lucidamente che nulla le tesi di Carrel avevano da spartire con l’eugenetica nazista, ma si traccia anche il quadro d’una sorprendente ricchezza della vita intellettuale e intima d’uno scienziato che fu senza dubbio un uomo del suo tempo – e va detto che le indagini eugenetiche occuparono gran parte del quadro delle scienze biologiche e antropologiche della prima metà del Novecento: il nazismo non inventò nulla, semmai volgarizzò e strumentalizzò ricerche già in corso da decenni -, ma che al tempo stesso fu un cittadino integerrimo e un ricercatore di grande valore e di grande coraggio, sempre impegnato a combattere i vieti luoghi comuni, sempre disposto ad avviare indagini su strade impervie e poco battute.

Ma, eccoci al punto, è proprio questo che in realtà gli si rimprovera. Se Carrel fosse stato un Von Braun, vale a dire non uno schivo e da ultimi perfino un po’ isolato studioso bensì un ricercatore rampante dotato di genio sì, ma anche d’ambizione e d’una buona dose di cinismo, gli si sarebbe perdonato tranquillamente anche un passato di autentico nazista nel nome dei servizi poi resi alla democrazia liberale: e il “padre della V2”, una volta divenuto padre della ricerca spaziale statunitense, in termini di abilità tattica ne sapeva più di qualcosa. Invece, Carrel non si era piegato ai vincitori del momento: e, se Doriot l’aveva accettato a braccia aperte nel suo partito, Hitler non l’avrebbe in cambio voluto mai nel suo. Il best seller di Carrel, scritto nel ’35, è un inequivocabile atto d’accusa contro il progressismo meccanico e tecnologico che aveva fatto dimenticare le esigenze spirituali, contro il materialismo che aveva fatto dimenticare come vita religiosa e istanze scientifiche avrebbero dovuto andare ed erano andate per lunghi secoli di pari passo, contro il delirio d’onnipotenza scientistico e tecnologico che stava conducendo l’uomo ad addormentarsi in un sogno prometeico e faustiano il risveglio dal quale avrebbe potuto (e potrebbe: è un problema di oggi) essere molto duro.

Carrel conosceva bene la Modernità: nel 1904, appena trentenne, aveva lavorato negli Stati Uniti, al Rockefeller Institute for Medical Research; poi, in viaggio a Lourdes, aveva guardato da agnostico libero da pregiudizi ai fenomeni miracolosi: e, da medico insignito del Nobel, ne aveva avallato la veridicità senza paura di buscarsi per questo gli strali di gran parte del mondo scientifico.

Queste le colpe di Alexis Carrel, che non ha mai fatto gasare nessuno ma che ha difeso lo spirito religioso nell’uomo e che ha autorevolmente sostenuto che a Lourdes accadono dei miracoli. Colpe ben peggiori dell’aver militato in un partito filofascista o dell’aver sostenuto Pétain. Vi sono notoriamente stati, nella storia della libera Francia, uomini politici che hanno fatto di peggio: nessuno ha impedito loro di riciclarsi fino ad arrivare anche molto in alto. Ma Carrel, aprendosi alla dimensione del miracolo, si era reso responsabile di Lesa Modernità. Che una cosa del genere l’avesse fatta un Premio Nobel, era intollerabile. Bisognava rispondere con la condanna, l’esecrazione, l’oblìo. Lo si è fatto: sistematicamente. Con tutti i mezzi massmediali e democratici.

Settant’anni dopo la sua scomparsa, la damnatio memoriae continua. Sarebbe grave revisionismo chiedere sommessamente un ripensamento in questo caso specifico e magari, su un piano più generale, un briciolo di decenza?

"Viaggio a Lourdes" LIBRO modifica

Riporto di seguito l'affermazione nella quale ho trovato qualcosa che andrebbe corretto a mio avviso: "Tutti questi fatti sono raccontati più specificamente nel libro Viaggio a Lourdes, composto da Carrel nel 1949." Ma se Carrel è morto nel 1944 come è riuscito a comporre un libro nel 1949? Grazie Ale Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 93.144.73.251 (discussioni · contributi) 13:04, gen 5, 2014‎ (CEST).

Semplicemente tratta di una pubblicazione postuma. In ogni caso sarebbe da specificare nella voce. --Aplasia 13:18, 5 gen 2014 (CET)Rispondi

Collegamenti esterni modificati modifica

Gentili utenti,

ho appena modificato 2 collegamento/i esterno/i sulla pagina Alexis Carrel. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 18:36, 4 set 2017 (CEST)Rispondi

La visione offerta é parziale ed ignora gli aspetti controversi della figura di Carrel modifica

Vi prego di confrontare la pagina italiana con quella inglese: https://en.wikipedia.org/wiki/Alexis_Carrel

Nella versione italiana Carrel é dipinto come un grande scienziato, fuggito dalla francia a causa della sua fede. Questo é vero, ma non c'é traccia degli aspetti controversi della sua figura, legati ad eugenetica (c'é solo un link esterno in francese, probabilmente dimenticato), la sua vicinanza al PPF (il partito fascista francese) é citata senza approfondondirne gli aspetti controversi...non si menziona nemmeno l'esperimento con cellule di pollo "immortali" (che non é mai stato replicato, dunque ci sono dubbi sul fatto che ci sia riuscito) che lo ha reso famoso assieme al Nobel.

Aggiungo che Carrell ha scritto gran parte delle sue opere in francese, per cui non capisco il senso di proporre la doppia lingua inglese/italiano.

Infine la citazione iniziale sul "tanto ragionamento" é stata resa popolare dalla figura di don Giussani, fondatore del movimento di CL, e dal suo libro "il senso religioso" che esordisce con quelle parole: mi chiedo se, per il pubblico di wikipedia, non sarebbe piú opportuna un'altra citazione, o almeno una contestualizzazione alla figura di Giussani.

Non ho le conoscenze atte a fare questi cambiamenti ed io stesso ignoravo gli aspetti controversi prima di leggere "The Immortal Life of Henrietta Lacks" di Rebecca Skloot, che cita esclusivamente gli aspetti controversi di Carrel...spero questo primo post possa aprire una discussione atta a migliorare la voce.

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