Discussione:Casta Diva

Ultimo commento: 2 anni fa, lasciato da Monobelus in merito all'argomento Proposta di taglio

Le due battute modulanti modifica

Nell'articolo si afferma:

A questa modifica dobbiamo le due battute modulanti che aprono l'introduzione
strumentale e che portano alla tonalità d'impianto attraverso un accordo di sesta napoletana.

Ho l'impressione che le due battute non siano state introdotte per modulare in Fa maggiore (la nuova tonalità dell'aria), ma SONO la modulazione dal La bemolle che segue le parole di Norma "io mieto" al Sol maggiore in cui era scritta l'aria. L'armonia sarebbe quindi: La bem magg. // La bem 6 - La bem 4/6 - sol min 4/6 - Re7 - Sol maggiore. Cioè le due battute erano già presenti nella versione in Sol maggiore, poiché si adattano molto meglio all'accordo che conclude il recitativo precedente. Un caso simile si può osservare nella Lucia di Lammermoor dove lo "strappo" armonico dovuto alla trasposizioni della scena della pazzia è molto evidente (spartito canto e pianoforte, pagina 221: Lento). --Leporello 23:53, 13 nov 2007 (CET)Rispondi

Al volo, giusta osservazione! della Norma esiste il facsimile dell'autografo, devo cercarlo in biblioteca perché mi pare di ricordare che l'autografo contenga la versione originale in Sol. Una differenza ci sarebbe comunque, nel passaggio brusco tra il La b maggiore che chiude il recitativo e la sesta napoletana di Fa. --Al Pereira 08:17, 14 nov 2007 (CET)Rispondi
Ho consultato il facsimile dell'autografo in biblioteca. Dopo l'accordo di La bemolle maggiore c'è il cambio di armatura di chiave (Viene introdotto il fa diesis per la tonalita di Sol Maggiore), dopodiché seguono gli accordi che ho nominato nel mio intervento precedente. La cosa interessante che ho notato è che i tre accordi che precedono quello di di Sol maggiore vengono eseguiti isolati, a crome, rispettivamente nel quarto ottavo della prima battuta di 12/8 e sul primo e quarto ottavo della seconda battuta, in pizzicato, SENZA le terzine legate dei I violini, che cominciano solo alla terza battuta, quella del Sol maggiore, in cui c'è l'indicazione di arco. Mi sembra quindi di poter affermare che:
  1. Quando l'aria è stata abbassata di un tono (nella tonalità di Fa maggiore) gli accordi introduttivi modulanti sono state anch'essi abbassate di un tono quindi l'armonia NON è stata creata al momento del trasporto dell'aria, come affermato nel nostro articolo.
  2. Sempre al momento del trasporto è possibile che sia stato anticipato (da chi?) il motivo in terzine per, come dire, 'allungare' la percezione della nuova armonia e quindi alleviarne lo 'strappo' rispetto al La bemolle precedente. Questo secondo punto trattasi solo di una mia congettura, perché non sono in grado di affermare con certezza che il motivo in terzine non sia stato presente già nella versione originale proveniente da un'altra fonte, come per esempio le parti orchestrali.
Ho sentito l'edizione del 1964 (!) della Sutherland con Bonynge (benemerito direttore sempre in anticipo sui tempi della musicologia!) ed è proprio come sull'autografo: tre accordi pizzicati e poi le terzine alla terza battuta, in Sol maggiore. Come l'ha incisa la Bartoli in Maria? Ciao. --Leporello 18:43, 16 nov 2007 (CET)Rispondi
Estremamente interessante. Grazie della ricerca. La transizione ad accordi accennati, in pizzicato, per arrivare al cantabile o alla cabaletta è abbastanza frequente in Bellini, ma a maggior ragione la modifica mi pare significativa e trovo che risponda alla logica che hai detto tu (tra l'altro gli accordi sono irrobustiti dai due clarinetti in terza). Inoltre è vero che gli accordi sono gli stessi, ma solo nella versione in Fa l'accordo di Solb è in battere. Nell'altra l'accordo iniziale di Lab, sul tempo debole, mi sembra quasi un'"appoggiatura" - passami il termine usato fuori contesto, ma con Bellini.... - del Sol minore. E d'altronde non riesco a pensarla altrimenti, dato che l'armonia di Lab l'avevamo appena sentita: ho provato a fare la transizione a Sol arpeggiata e in battere, come nella versione in Fa, e non mi piace. Così come, sull'altro fronte, mi pare che la transizione a Fa non funzionerebbe con l'orchestrazione e l'attacco sulla quarta croma della versione in Sol.
Un'altra considerazione: nelle due versioni l'aria inizia in momenti diversi. In quella in Sol le prime due battute dopo l'accordo di Lab a tutta forza sono a tutti gli effetti un raccordo, estraneo sia al recitativo che all'aria, mentre in quella in Fa la figura periodica dei violini ci informa subito che siamo entrati nella dimensione dell'aria; l'armonia è ancora in movimento, ma l'accompagnamento è già quello e inoltre l'accordo di Solb ha già "tagliato i ponti" con lo spazio armonico del precedente recitativo. "Casta Diva" (vers. definitiva) per me inizia lì e quindi in un certo senso, nonostante l'armonia e il numero di battute coincidano, è vero che l'aria guadagna due battute!
Ovviamente nella voce bisogna spiegare le cose nel modo più semplice e oggettivo. Aggiungerei una nota citando non solo il facsimile (in attesa dell'edizione critica) ma anche l'edizione discografica del 1964 a cui accennavi. Non so se ce ne siano altre che utilizzano la tessitura originale. Riguardo alla Bartoli in Maria.... non ne ho idea! ma già la versione in Fa mi pare acuta. Al Pereira 22:05, 16 nov 2007 (CET)Rispondi
Complimenti per la tua lucida e interessantissima analisi che mi trova pienamente d'accordo. Vuoi cercare di riassumere tu il tutto nella voce? Non credo che saprei farlo così bene. :-) --Leporello 07:49, 17 nov 2007 (CET)Rispondi
Ci proverò! :-) --Al Pereira 08:05, 17 nov 2007 (CET)Rispondi

Proposta di taglio modifica

Propongo di cassare la parte che, in NOTE, alla seconda nota, va dopo 'con Joan Sutherland nei panni di Norma' fino alla fine del paragrafo, poiché mi pare un evidente copia-incolla fuori posto. --fabio casadei turroni (msg) 11:42, 27 ott 2021 (CEST)Rispondi

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