Discussione:Haldenstein

Haldenstein sarebbe stato centro Celtico !!!

Come lo dimostrano ampiamente i reperti archeologici fatti sul territorio degli odierni Grigioni, i Celti non hanno mai messo piede in Rezia, laquale era già densamente popolata prima da popolazioni Liguri, poi dai Reti, immigrati attorno al 1500 a.C. in provenienza dal regno di Akkad, in Mesopotamia.I Reti, dal nome della loro venerata dea REITU / RITU hanno introdotto l'aratura (il plovium rhaetorum citato da Plinio l'Anziano) e una variante dell'alfabeto etrusco e ci hanno lasciato una centinaia di iscrizioni tutte datate dal epoca del bronzo su rocce, ceramica, oggetti in bronzo, luoghi sacri, in una lingua lessicalmente e sintatticamente semitica, decifrata dal paleolinguista semitologo svizzero Linus Brunner. Oltre RITU, I Reti veneravano anche altre deità semitiche (ESTU, CASTOR, VITAMMU). A Scuol Russonch, tra i resti archeologici di un santuario retico, fu trovata una iscrizione su corno di cervo che dice ATUKU RITI UNBIU. ATUKU è il perfettivo del verbo "donare, dare, sacrificare" posto all' inizio della iscrizione come si suole nelle lingue semitiche. RITI è composto dal nome della dea RITU con attaccato il suffisso possessivo semitico -I, con elisione della vocale finale RITU-I > RITI. UNBIU è il plurale di ENAB "bacca, chiccho d'uva" L'iscrizione significa HO DONATO [A] RITU-MIA BACCHE. Con il corno di cervo portante questa iscrizione sono state trovate bacche carbonizzate.L'iscrizione con la sua traduzione è stata pubblicata da Linus Brunner in HELVETIA ARCHAEOLOGICA e in: Linus Brunner, Alfred Toth: Die rätische Sprache – enträtselt. Sprache und Sprachgeschichte der Räter. St. Gallen, 1987. La tesi di Linus Brunner è stata violentemente combattuta e ridicolizzata dall'establishment dei linguisti che hanno studiato le lingue indoeuropee ma sono completamente scevri da conoscenze delle lingue semitiche. Uno dei suoi acerrimi detrattori è SCHUMACHER,il quale vale oggi quale specialista dei RETI allorché il suo merito riposa unicamente sulla sua tesi universitaria, nella quale ha semplicemente riunito tutte le iscrizioni retiche conosciute e già pubblicate in diversi testi, senza però osare la minima interpretazione linguistica. Il fatto che le probabilità che il retico non sia una lingua semitica sono inferiori al milliardo non perturba i sonni dello scienziato austriaco.Come scriveva Schopenhauer : un'idea nuova viene da prima ridicolizzata, poi strenuamente combattuta, e quando al fine si è imposta, viene considerata come evidente.

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