Discussione:Manfredingi

La voce non tiene conto del fondamentale studio di Giuseppe Sergi, I confini del potere. Marche e signorie fra due regni medievali, Einaudi, Torino 1995, in particolare le pp. 203 e sgg, dove si chiarisce che i tentativi di rintracciare le origini della famiglia nel secolo VI sono destituiti di fondamento. La dinastia è di origini franche (ex genere Francorum, come risulta nel 970). Il primo personaggio documentato di questa stirpe è Maginfredo (o Manfredo), possessore fondiario nel territorio di Mosezzo (attuale provincia di Novara) e in relazioni economiche con il capitolo della cattedrale di Novara. Suoi figli sono un secondo Maginfredo (o Manfredo), che risulta conte di Lomello nel 953 e in anni seguenti, e Milo (o Milone) che porta il titolo di marchese. Dal testamento di Milo (anno 955) è documentata l'esistenza di Egelrico, conte, suo nipote e figlio del secondo Maginfredo, che risulta appartenere alla cerchia dei fideles di Berengario II marchese d'Ivrea e re d'Italia. Maginfredo II sposa, probabilmente in seconde nozze, una donna di nome Guntilda, la quale, rimasta vedova di lui, si risposerà con Amedeo, un esponente della famiglia anscarica dei marchesi d'Ivrea. I legami con gli Anscarici favoriscono il radicamento di Egelrico nel Veronese, dove riveste la carica comitale (porta tale titolo ancora nel 970, dopo la fine della dinastia anscarica). Con Egelrico si perdono le tracce documentarie della famiglia.

Lo studio di Giuseppe Sergi non è altro che un'ipotesi in più sulle origini della famiglia.
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