Discussione:Partita della morte

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è possibile che la partita a calcio nel film 'the sleepers' sia una citazione dell'avvenuto?....--Matteowolf (msg) 16:40, 17 lug 2008 (CEST)Rispondi

Non so che dirti. Ho presente il film (dopo averlo visto al cinema l'ho visto anche un'altra volta in TV, ma non ho il dvd, quindi non ce l'ho freschissimo..intendo visto da meno di 8 anni)...penso ti riferisca ad una partita in carcere tra i personaggi ancora ragazzi...se così fosse escluderei la citazione, anche se volevano con essa organizare una fuga il contesto non è assimilabile a quello degli altri film che la citano. --Kasper2006 17:33, 17 lug 2008 (CEST)Rispondi

Dati discordanti con la pagina "Dinamo kiev" modifica

Ho notato che sulla pagina http://it.wikipedia.org/wiki/Dinamo_Kiev i dati sul numero dei gol e (purtroppo) sulla fine dei giocatori dopo la partita sono discordanti.

Fëdor Tjutčev modifica

Per omonimia al momento il link a Fëdor Tjutčev rimanda a Fëdor Ivanovič Tjutčev, tutt'altro che calciatore.

La fonte principale non esiste più. Ho trovato questo, tante volte qualcuno volesse anche ampliare la voce: http://www.sportvintage.it/2010/01/07/fc-start-la-resistenza-calpestata-di-kiev/

Questa voce non è corretta modifica

La tradizione che vede la Partita della Morte come uno scontro tra ucraini e SS è il frutto della propaganda sovietica, ma la realtà fu molto differente. Lo Start giocò vari incontri nel periodo dell'occupazione ma non solo contro il Flakelf (formato da artiglieri tedeschi di stanza a Kiev); tra i suoi avversari c'era anche il Ruch, formato da ucraini filonazisti. Non c'erano SS con cani ai bordi del campo, nessuno minacciò i giocatori dello Start nell'intervallo e nessun calciatore venne ucciso immediatamente dopo la partita. Lo Start addirittura giocò un'altra partita del campionato prima che alcuni dei suoi giocatori venissero arrestati, per motivi del tutto scollegati dall'esito del match.

Riporto di seguito l'intervista al Prof. Mario Alessandro Curletto (http://www.pagina2cento.it/2015/03/25/partita-della-morte-tra-leggenda-e-realta/), docente presso la Facoltà di Lingue dell’Università di Genova, grande esperto di cultura e storia russa e autore del libro "I piedi dei Soviet – Il futbol dalla Rivoluzione d’Ottobre alla morte di Stalin". Nel libro è contenuto un documentatissimo capitolo dedicato alla partita della morte.

Come nasce il mito della partita della morte? «Subito dopo la liberazione di Kiev dai nazisti, alcuni giornalisti sovietici arrivati in città, basandosi sulle testimonianze di chi aveva assistito alle partite dell’estate ’42 e tramite i racconti di ex-internati nel campo di concentramento di Syrec, elaborarono una ricostruzione di ciò che avvenne alla Start, dando vita ad una versione della notizia in chiave patriottica. Questa versione risultava vantaggiosa per tutti. Intanto per gli stessi giornalisti che avevano trovato una storia accattivante per il grande pubblico, molto legato al calcio e ai famosi giocatori della Dinamo e della Lokomotiv (il calcio in Urss era infatti molto popolare dagli anni 30). In seconda battuta per il potere sovietico, che aveva bisogno di eroi ed esempi per le masse. E dato che la cosiddetta “partita della morte” è una chiara manifestazione di resistenza in una parte del paese, l’Ucraina centro-occidentale, che durante l’occupazione nazista non vide molti casi di rivolta contro l’occupante, l’episodio raccontato in modo propagandistico era più politicamente spendibile. Questa versione, infine, era favorevole anche agli stessi giocatori sopravvissuti, per cui lo scontro col nemico su un campo di calcio anzichè su quello di battaglia, poteva risultare una forma di collaborazionismo, col rischio di un processo e di una detenzione in qualche prigione o campo di lavoro. Venne quindi creata questa vulgata per il grande pubblico, che resiste ancora oggi e che accontenta un po’ tutte le parti in causa. Anche se, una volta confezionata e perfezionata nel corso degli anni, il riconoscimento ai caduti e ai sopravvissuti da parte delle istituzioni arrivò solo nel 1965 e con onorificenze di non altissimo livello. Sarà solo con la caduta dell’Unione Sovietica che la leggenda inizia a palesare alcune incongruenze, soprattutto grazie alle diverse versioni che emergono per bocca di alcuni suoi protagonisti, tra tutti Makar Goncarenko (che in quella partita segnò 2 reti)».

A proposito di Makar Goncarenko: sulla partita della morte e su quell’estate del 1942 ha rilasciato dichiarazioni contrastanti nel corso degli anni. «Goncarenko è stato molto importante per la ricostruzione degli avvenimenti del 1942. Se non sbaglio nel 1984 continuò a sposare la versione ufficiale di una partita caratterizzata dal gioco durissimo a tratti violento dei tedeschi, arrivando a sostenere che il giorno successivo tutti i giocatori della Start furono catturati dalla Gestapo e poi torturati. Salvo poi, poco dopo la caduta del muro e la disgregazione dell’Urss, rilasciare dichiarazioni completamente diverse al giornalista Georgij Kuz’min, il quale fu il primo a ricostruire fedelmente gli avvenimenti del 1942 e sul cui prezioso lavoro di documentazione mi sono basato anche io».

Però il mistero che avvolge la partita del 9 agosto 1942 contro la Flakelf è determinato anche dal fatto che i giornali nei giorni successivi non ne diedero alcuna notizia. «Sicuramente la mancata pubblicazione sulla carta stampata di qualsiasi resoconto della partita ha contribuito ad aumentare l’aurea di mistero e quel processo di mitizzazione che poi ha portato ad accreditare la versione odierna. Il silenzio dei giornali, quando tutti gli altri match della Start avevano avuto grande eco, sicuramente ha qualcosa di strano. C’è anche da dire che le autorità naziste, nel corso dell’estate, operarono un brusco cambiamento di atteggiamento in materia di avvenimenti sportivi e di trattamento della popolazione civile, soprattutto a causa dell’arresto dell’avanzata nel cuore della Russia, grazie alla disperata difesa di Stalingrado. Inoltre, alla fine di luglio, il regime di occupazione si irrigidì notevolmente a causa dell’entrata in carica del nuovo governatore militare di Kiev».

Incongruente con la versione canonizzata della partita della morte è anche il fatto che quella non fu l’ultima partita giocata dalla Start. «Esatto. La Start giocò un’ultima partita contro il Ruch, la squadra dei nazionalisti ucraini filo-tedeschi il 16 agosto, concedendo una specie di rivincita. In quell’occasione gli ex calciatori della Dinamo diedero una lezione spietata al Ruch, affossandoli in una partita senza storia con 8 reti a zero».

Dato che quella del 16 agosto contro il Ruch, in base alle cronache e alle notizie accertate, fu l’ultimo incontro giocato dalla Start, non è forse opportuno considerare questa come la partita che ha segnato i destini degli ex campioni della Dinamo? «Considerando il fatto che due giorni dopo la partita col Ruch iniziarono gli arresti dei calciatori della Start e tenendo conto delle dichiarazioni di Goncarenko, per cui Svecov (patron del Ruch) insinuò pesanti accuse nei confronti della squadra avversaria, si può senz’altro ritenere che la partita del 16 agosto abbia un collegamento maggiore con i tragici eventi dei mesi successivi rispetto alla partita contro la rappresentativa tedesca del 9 agosto. Ci sono anche varie incongruenze sugli eventi immediatamente successivi all’arresto di alcuni giocatori della Start. Uno su tutti mi è rimasto impresso: l’arresto, le torture e la successiva morte del calciatore Nikolaj Korotkich, caduto nelle mani della Gestapo e ucciso perché accusato di essere membro dell’NKVD. Formalmente tutti i giocatori che militavano nella Dinamo erano dei militari, quindi chiunque vi avesse militato doveva essere considerato tale. Korotkich, dei quattro giocatori che persero la vita per mano dei tedeschi, fu l’unico nei confronti del quale la Gestapo giudicò inconfutabile la sua appartenenza all’NKVD. La domanda, quindi, è perché precedentemente la Gestapo non abbia tenuto conto di questa cosa? Probabilmente, all’inizio dell’occupazione ucraina, quando pareva che gli eventi bellici fossero favorevoli, i tedeschi non ebbero interesse a controllare tali appartenenze. Dopo si trattò di pura e semplice rappresaglia».

In conclusione: perché il mito della “partita della morte” resiste fino ad oggi? Nonostante ricerche documentate ne abbiano evidenziato molteplici incongruenze? «Mi sembra di aver letto sull’argomento un articolo spagnolo che a riguardo parlava di una bella storia di sport, una storia appunto, sulla quale si sono sedimentate nel tempo versioni sempre più ricche di particolari anche se inesatte. D’altronde quella partita si è giocata veramente e comunque in quella situazione storica ha assunto connotati tali che l’hanno elevata a qualcosa di più di un semplice evento sportivo. Inoltre quattro giocatori hanno effettivamente perso la vita ad opera dei nazisti pochi mesi dopo, anche se pare per cause non ricollegabili in alcun modo a quella partita. Il mito della “partita della morte”, infine, si è arricchito anche di un nuovo capitolo con l’uscita di un film russo del 2012, intitolato The match, che prosegue la versione classica di uno scontro mortale giocato sul campo da gioco».


Alla luce di questa intervista e della ricerca documentata di Curletto, suggerirei di modificare la pagina. Peraltro le pagine inglesi e russe di Wikipedia già riportano le incongruenze della Partita della Morte, mentre quella italiana accoglie passivamente la storia così com'è stata riportata dalla propaganda e inserisce numerosi errori (i giocatori uccisi dopo il fischio finale: mai successo).

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