Discussione:Rivoluzione messicana

Ultimo commento: 16 anni fa di Moongateclimber

Testo riportato da Rivoluzione Messicana, con informazioni forse integrabili (Moongateclimber 11:30, 4 giu 2007 (CEST)):Rispondi

La Rivoluzione messicana fu una sanguinosa serie di conflitti civili e sociali che tra il 1910 e il 1920 produssero e accompagnarono la trasformazione del Messico da regime oligarchico e dittatoriale in democrazia moderna.

La rivoluzione fu provocata dal profondo malcontento diffusosi tra i contadini (peones) e i ceti medi urbani a causa della trentennale dittatura del generale Porfirio Díaz, fondata su una burocrazia vessatoria e corrotta e sostenuta dai grandi proprietari terrieri che si erano avvantaggiati dell'espropriazione delle proprietà comuni contadine. La scintilla della ribellione fu innescata dall'appello del capo dell'opposizione liberale, Francisco Madero, contro la rielezione di Díaz alle presidenziali del 1910. Nelle campagne divamparono rivolte contadine e si formarono bande armate che misero in scacco le truppe federali, inducendo Díaz alla fuga (maggio 1911).
La vittoria elettorale di Madero nel novembre dello stesso anno non risolse il problema della restituzione delle terre espropriate ai contadini. La rivolta riprese subito nel centro del paese, sotto la guida del rivoluzionario contadino Emiliano Zapata e, nel 1912, anche nel Nord, con a capo Pascual Orozco. Di fronte a questa minaccia, nel febbraio del 1913 i latifondisti ricorsero a un colpo di stato controrivoluzionario condotto dal generale Victoriano Huerta, che si concluse con l'assassinio di Madero. La rivolta contadina si estese: alle forze di Zapata e Orozco si unirono allora quelle dei rivoluzionari Francisco "Pancho" Villa e Alvaro Obregón, mentre alla testa del movimento insurrezionale si poneva il "costituzionalista" Venustiano Carranza.
Sotto la minaccia di un intervento degli Stati Uniti, che nell'aprile del 1914 occuparono il porto di Veracruz, Huerta dovette fuggire. Divenuto presidente, Carranza promulgò una costituzione centralistica e autoritaria, ma Villa e Zapata proseguirono la lotta armata per ottenere la riforma agraria. Carranza si vide allora costretto a prometterla, insieme con la nazionalizzazione delle imprese petrolifere straniere (cioè statunitensi); nel 1917 varò poi una nuova costituzione progressista, inimicandosi nuovamente latifondisti e investitori stranieri, che trovarono nel generale Obregón, precedentemente sul fronte opposto, il nuovo uomo forte, che arrestò e giustiziò Carranza nel 1920, costringendo quindi alla resa anche Villa. La rivoluzione, che costò al Messico oltre un milione di morti, poté allora considerarsi conclusa, con esigui risultati concreti.
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