Discussione:Sfondo integratore

Il costrutto teorico si inserisce all'interno di in una serie di altre voci, presumibilmente create dagli stessi autori, e tutte collegate all'attività o al pensiero di Paolo Zanelli e colleghi, ed ai loro contributi al tema dello "sfondo integratore" e della "pedagogia istituzionale". Si tratta di verificare e discutere la reale enciclopedicità o distintività di questi contributi rispetto a tutte le altre teorie/modelli pedagogici possibili ed esistenti: essendo tutte voci così connesse tra loro, il rischio di potenziale "promozionalità" delle attività di ricerca di un ben specifico gruppo di lavoro è presente e va analizzato.

P.S.: non si eliminano gli avvisi di servizio senza una previa discussione. Veneziano- dai, parliamone! 16:20, 8 mar 2010 (CET)Rispondi

Accolgo l'invito di chi ha aperto la discussione e intervengo dicendo la mia. Da studioso di pedagogia, penso sia opportuno fare una distinzione fra il costrutto “sfondo integratore” ed altre voci a questo collegate, soprattutto la voce sugli “organizzatori” e quella sul pedagogista “Paolo Zanelli”.

Lo “sfondo integratore” è una metodologia di programmazione che si è affermata in Italia a partire dagli anni 1980 ed è entrata a far parte del patrimonio pedagogico contemporaneo. Se si legge il capitolo sulla programmazione di un qualsiasi manuale di didattica (per non citare i numerosi testi specifici sullo “sfondo integratore”), oppure un lessico di pedagogia (come, ad esempio, quello di Piero Bertolini), lo “sfondo integratore” viene presentato come una delle possibili modalità di programmazione. Di solito, gli studiosi distinguono: programmazione per obiettivi, programmazione per “sfondi integratori” e programmazione per concetti (alcuni introducono anche la programmazione per situazioni – W. Fornasa – e la postprogrammazione – G. Boselli -). In Italia, storicamente, la metodologia dello “sfondo integratore” è stata la prima prospettiva pedagogica a prendere le distanze, per quanto riguarda la teoria della programmazione, dalla programmazione per obiettivi (di moda negli anni 1970) e dalla programmazione per tassonomie (di ascendenza anglosassone), per dare spazio al “contesto”, sia dal punto di vista relazionale che cognitivo. La metodologia dello “sfondo integratore” è stata elaborata da Paolo Zanelli (il libro fondamentale è del 1986), un pedagogista, per diversi aspetti, anomalo nel panorama italiano (più legato alla pedagogia “militante”, sulle orme della tradizione freinetiana, che alla pedagogia accademica), che ha collaborato, negli anni 1980, con il gruppo di ricerca di pedagogia speciale dell'università di Bologna (Andrea Canevaro).

La metodologia dello “sfondo integratore” ha costituito, storicamente parlando, uno degli elementi che hanno influito (direttamente e indirettamente) sul clima culturale che ha portato all'elaborazione degli Orientamenti della scuola dell'infanzia del 1991. Basti pensare che l'enfasi degli Orientamenti sull'insegnante “regista” e sulla “regia educativa” è presa, pari pari, dal testo di Zanelli del 1986. Se si ha la pazienza di fare una ricerca in internet, ci si può accorgere che, attualmente, la stragrande maggioranza dei documenti di programmazione delle scuole d'infanzia (ma anche delle scuole elementari, sebbene in percentuale minore) fanno esplicito riferimento alla metodologia dello sfondo integratore (spesso, a mio modo di vedere, banalizzandola).

Oltre che essere diventata uno dei principali punti di riferimento per la programmazione delle scuole d'infanzia, la metodologia dello “sfondo integratore” si è sviluppata nel campo dell'integrazione scolastica di alunni con disabilità, in quanto è stata considerata particolarmente significativa per costruire un buon “contesto” di apprendimento, in grado di sostenere (scaffolding) le risorse autonome della persona disabile. Oggi, nessun studioso di integrazione scolastica può evitare di prendere in considerazione (valorizzandola o criticandola) la metodologia dello “sfondo integratore”.

Per quanto riguarda lo “sfondo integratore”, quindi, si tratta di un concetto ormai entrato a far parte del linguaggio e del patrimonio pedagogico contemporaneo, al di là della prospettiva teorica entro cui è stato elaborato.


Diverso è per il concetto di strumenti organizzatori del contesto educativo. In questo caso, si tratta di un concetto proprio dell'ambito tematico della Pedagogia istituzionale, così come è stata sviluppata in Italia da Andrea Canevaro e dal suo gruppo di lavoro. Si tratta di un concetto che non ha avuto e non ha la diffusione e il riconoscimento generale che ha avuto lo “sfondo integratore”. Si tratta, pur sempre, però, di un termine fondamentale di una delle principali correnti pedagogiche contemporanee (la Pedagogia istituzionale), che ha avuto diffusione sia in Francia, soprattutto negli anni 1970, sia, successivamente, in Italia (con Andrea Canevaro e la sua scuola).


Per quanto riguarda, infine, la figura di Paolo Zanelli, si può dire che i suoi contributi fondamentali alla pedagogia sono stati, da una parte, l'elaborazione del costrutto “sfondo integratore” (che, a mio avviso, è un concetto originale e innovativo, nel panorama pedagogico italiano contemporaneo, paragonabile, per importanza, al costrutto bruneriano di “scaffolding”) e, dall'altra, il contributo dato alle ricerche sull'autovalutazione formativa, in una prospettiva di ricerca-azione. Se sia sufficiente o meno per affermarne la enciclopedicità è una questione che può essere discussa. Al di là dell'importanza o meno dei suoi contributi pedagogici, Zanelli (che conosco personalmente) non è stato molto entusiasta di essersi ritrovato inserito direttamente in wikipedia (essendo una persona piuttosto riservata, avrebbe gradito rimanere nell'ombra, come, del resto è suo stile abituale). Non credo, quindi, che l'eventuale eliminazione della voce gli risulterebbe cosa particolarmente sgradita. --Hermes (msg) 23:34, 8 mar 2010 (CET)Rispondi

Sullo sfondo integratore concordo con l'intervento precedente. Vorrei aggiungere solo una precisazione circa la diffusione dell'utilizzo del termine. Per avere un'idea della diffusione del costrutto in campo educativo (non solo all'interno di una ristretta cerchia di pedagogisti), basta andare su Google e digitare "sfondo integratore". Verranno proposti oltre 16.100 link, tutti riferiti a scritti sullo sfondo integratore (non solo italiani)oppure a documenti di programnmazione di scuole dell'infanzia e di scuole primarie (di tutte le parti d'Italia) che fanno riferimento alla metodologia dello "sfondo integratore". Fra questi testi, vi sono diversi materiali stralciati da manuali di didattica o riferiti a corsi universiutari (tenuti da docenti e ricercatori di varie parti d'Italia e di diverso orientamento pedagogico). In essi, immancabilmente, sono individuati tre fondamentali modelli di programmazione presenti nel panorama educativo italiano: il modello per obiettivi, il modello per "sfondi integratori" e il modello per "mappe concettuali". Questo dovrebbe bastare per dimostrare che si tratta di un costrutto conosciuto e il cui utilizzo è molto diffuso, in campo educativo e pedagogico. Per il resto, rimando alla bibliografia già contenuta nella voce, solo in piccola parte dovuta a Zanelli, che ha il merito di avere elaborato il concetto in un libro molto noto del 1986 (Uno 'sfondo' per integrare). --195.62.161.225 (msg) 11:09, 9 mar 2010 (CET)Rispondi

Ho contribuito inserendo nel testo in discussione alcuni riferimenti bibliografici manualistici (terzi rispetto alla corrente pedagogica che ha originato il costrutto "sfondo inegratore") che aiutano a chiarire la collocazione della metodologia di programmazione per "sfondi integratori" rispetto alle diverse modalità di programmazione presenti oggi in Italia. I testi riportati confermano che lo "sfondo integratore" è una delle metodologie di programmazione maggiormente diffuse nelle scuole dell'infanzia. Si caratterizza per lo spazio dato alla dimensione contestuale dell'apprendimento, per la flessibilità (presuppone un modello evolutivo di programmazione) e per l'attenzione agli aspetti motivazionali. In ogni caso, il costrutto, sia che si concordi o meno con la posizione, rappresenta una delle principali metodologie di programmazione esistenti. Ritengo, pertanto, che sia fuori discussione l'enciclopedicità della voce. --93.42.211.29 (msg) 23:17, 9 mar 2010 (CET)Rispondi

Ritorno sulla voce, dopo aver riflettuto sui contenuti emersi sia in questa discussione, sia in quella sugli "organizzatori" (propri della Pedagogia istituzionale). Mi pare che "sfondo integratore", attualmente (cioè nella letteratura successiva al libro di Zanelli del 1068, che ne formula il concetto), abbia assunto (anche ad opera degli interventi successivi dello stesso Zanelli) una connotazione ampia, non identificabile con una specifica prospettiva pedagogica. Mi pare, in particolare, che la riflessione sullo "sfondo integratore" sia, ora, più legata ad un discorso sulle metodologie di "programmazione educativa" e meno alla Pedagogia istituzionale. In considerazione di ciò, non vedrei male costruire una nuova voce (tipo: programmazione educativa ), ampia e ben strutturata, in cui fare confluire, come metodologia particolare, lo "sfondo integratore" e in cui ricomprendere anche i contenuti della voce sugli "organizzatori". Potrebbe essere una soluzione molto equilibrata. Per quanto mi riguarda, ci penserò. --93.42.194.182 (msg) 13:14, 10 mar 2010 (CET)Rispondi

Come ho scritto nella discussione sugli strumenti organizzatori del contesto educativo, sono d'accordo sulla costruzione di una nuova voce generale su programmazione educativa e sulla risoluzione in questa, come caso particolare, del concetto di strumenti organizzatori del contesto educativo, proprio della Pedagogia istituzionale italiana. Come ho scritto nell'altra discussione, mi sembra che debbano essere ricomprese, sicuramente, all'interno della voce, fra le metodologie di programmazione: A) la programmazione per obiettivi; B) la programmazione evolutiva (cui possono essere rapportate sia la programmazione per "sfondi", sia la progettazione per situazioni); C) la programmazione per mappe concettuali. Non sono, invece, d'accordo nell'eliminare la voce sfondo integratore, in quanto, pur avendo a che fare sia con le metodologie di programmazione che con la Pedagogia istituzionale, è venuto ad assumere un significato specifico e originale, in relazione, da una parte, all'integrazione di alunni disabili e, dall'altra, ai modelli di educazione (concezione coeducativa che valorizza il contesto). Sono, comunque, disponibile a discuterne.--Hermes (msg) 18:59, 10 mar 2010 (CET)Rispondi

Credo che, a questo punto, sia opportuno sviluppare la voce in maniera che non sembri (come potrebbe apparire con la presente versione) un concetto limitato alla Pedagogia istituzionale. In una delle sezioni della voce potrebbe essere trattato, in maniera estremamente sintetica anche il contributo di Paolo Zanelli, eliminandolo come voce autonoma e ricollegandolo, con un redirect, alla sezione di cui sopra. Che ne dite?--195.62.161.225 (msg) 16:42, 15 mar 2010 (CET)Rispondi

Mi sembra una proposta equilibrata. Appena trovo un pò di tempo, provo a sviluppare la voce secondo queste linee direttive. --Hermes (msg) 19:29, 15 mar 2010 (CET)Rispondi

Ho, praticamente, riscritto buona parte della voce. Risulta, ora, più essenziale e neutrale. Viene integrata, come sezione (nelle parti più significative), la voce Paolo Zanelli, eliminata come voce a se stante. Viene, inoltre, dato spazio agli sviluppi del costrutto che, dopo la formulazione di Zanelli, è sempre più stato interpretato in maniera svincolata dalla pedagogia istituzionale, come una delle tre principali metodologie di programmazione educativa. Mi pare che ora la voce, indubitabilmente enciclopedica, sia più neutrale e non presti il fianco ad interpretazioni promozionali di una particolare prospettiva (a cio, secondo me, contribuisce anche la relativizzazione dello spazio accordato all'ideatore del costrutto, Paolo Zanelli, che - come d'altra parte era suo desiderio - è stata eliminata come voce a se stante ed inegrata come sezione della presente voce. Mi sembra sia venuto fuori un prodotto abbastanza equilibrato. Sono, comunque, disponibile a discuterne. --Hermes (msg) 20:24, 15 mar 2010 (CET)Rispondi

La voce mi sembra molto migliorata. E', sicuramente, più neutra e rende in maniera fedele lo sviluppo storico che ha avuto il costrutto "sfondo integratore". Ho contribuito correggendo un link, in maniera da rendere anche i rimandi più neutri.--195.62.161.225 (msg) 16:43, 16 mar 2010 (CET)Rispondi

Ho corretto alcuni link a siti in cui sono contenuti contributi scientifici, provenienti da orientamenti pedagogici diversi, sullo "Sfondo integratore", in quanto quelli precedentemente inseriti non funzionavano. Ciò può consentire di meglio contestualizzare il costrutto di "Sfondo integratore" attraverso contributi interpretativi diversi da quelli degli autori che l'hanno ideato. --195.62.161.225 (msg) 18:55, 16 mar 2010 (CET)Rispondi

Ho revisionato in profondità il testo della voce. Facendo tesoro anche dei consigli di Veneziano, ho ridotto significativamente la bibliografia, lasciando solo i testi essenziali (non se ne abbia a male la collega che si era data da fare, negli ultimi tempi, ad inserire riferimenti bibliografici, ma il risultato finiva per essere controproducente, rispetto all'esigenza di avere una voce enciclopedica "pulita" e "neutra"). Ho anche ridotto, in maniera drastica, i link esterni, lasciandone solo alcuni esemplificativi (rappresentativi di diversi orientamenti interpretativi).

Infine, ho eliminato ogni residuo di terminologia valutativa, in modo da far risaltare solo l'informazione essenziale, nel modo più "neutro" possibile.

Mi sembra che, a questo punto, la voce possa essere considerata non promozionale e che la sua enciclopedicità sia ampiamente motivata. --Hermes (msg) 16:24, 24 mar 2010 (CET)Rispondi

Non è una questione di aversene a male, oppure no. Io (a parte i link riportati anche in bibliografia e note che, in effetti, sono superflui) la maggior parte dei riferimenti bibliografici e dei link eliminati li avrei lasciati, anche perché danno un'idea piuttosto precisa della diffusione del costrutto e delle sue diverse interpretazioni. Avrei anche lasciato il riferimento valutativo circa la "banalizzazione" (in termini cibernetici - Heinz von Foerster) dello strumento "sfondo integratore" fatta da alcuni sviluppatori che l'hanno, praticamente, identificato con il "filo conduttore" di antica memoria, oppure con il "tema" (come traspare con evidenza anche nel link riportato della Marchegiani), finendo per eliminare ogni collegamento con il contesto problematico della Pedagogia istituzionale, entro cui, comunque, il costrutto è stato elaborato. In ogni caso, convengo che l'essenziale è presente. Per il momento, quindi, non intervengo, poi vedremo.--195.62.161.225 (msg) 08:15, 25 mar 2010 (CET)Rispondi

A me sembra di non aver tralasciato nessun riferimento essenziale.

Per quanto riguarda la bibliografia, ho messo i tre principali testi base più una selezione di tre testi successivi che rappresentano tre diversi approcci allo "sfondo integratore".

Per quanto riguarda i link, ne ho lasciati solo 4 rappresentativi di 4 diversi modi di approcciare lo "sfondo integratore": il primo (Maselli) rappresenta la posizione classica della pedagogia istituzionale; il secondo (Fioretti) rappresenta una buona introduzione alla problematca dello "sfondo" che evidenza (da un punto di vista montessoriano) anche gli aspetti di criticità; il terzo (Altieri) rappresenta un'esemplificazione di come lo "sfondo integratore" possa essere utilizzato nell'ambito dei processi di integrazione dei disabili; il quarto (Marchegiani) l'ho lasciato proprio per esemplificare una modalità (che, personalmente, non condivido) di interpretare lo "sfondo integratore" come "tema".

Per quanto riguarda gli aspetti valutativi, stiamo ragionando di una voce enciclopedica e, quindi, è opportuno riportare le diverse posizioni, senza prendere posizione per alcune di queste, rispetto alle altre (anche se, è ovvio, anch'io ho le mie preferenze). --Hermes (msg) 15:55, 25 mar 2010 (CET)Rispondi

L'intervento "redazionale" di Hermes è corretto: l'eccesso di riferimenti, collegamenti esterni e bibliografie non è adeguato al contesto, che è quello di una voce di sintesi su una enciclopedia generalista - e non di un saggio di approfondimento/dibattito su una rivista di settore. --Veneziano- dai, parliamone! 17:12, 25 mar 2010 (CET)Rispondi

Dopo diverse riflessioni, a seguito anche di un colloquio avuto recentemente con Zanelli, ho cambiato parere sull'opportunità di mantenere la voce come voce autonoma e su di una sua possibile collocazione alternativa. Potrebbe avere senso non considerarla come voce a sé (Zanelli mi è sembrato d'accordo con questa ipotesi), ma trasformarla in un capitoletto della voce "Pedagogia istituzionale". Ad esempio, con il titolo: Pedagogia istituzionale e progettazione educativa: lo "sfondo integratore". Non mi sembra, invece, adeguata, ripensandoci, la collocazione della voce nell'ambito di una voce più complessa sulla "programmazione educativa" (come qualcuno ha proposto in questa discussione) perché si sfumerebbe troppo il rapporto con la "Pedagogia istituazionale", entro la quale (come ha sostenuto anche Zanelli, negli ultimi tempi) ha senso parlare di "sfondo integratore", senza banalizzare il concetto (come è stato fatto da più parti). Che ne dite?--195.62.161.225 (msg) 08:41, 20 apr 2010 (CEST)Rispondi

Per quanto mi riguarda, ho bisogno di pensarci un pò sopra.--Hermes (msg) 18:04, 20 apr 2010 (CEST)Rispondi

Trasformazione voce "sfondo integratore" in un capitolo della voce "Pedagogia istituzionale"

modifica

Dal momento che nessuno prende l'iniziativa, provo io ad unire le due voci. Trasferisco la parte essenziale della voce (tralasciando l'ultima parte, che non si integra bene con la voce sulla Pedagogia istituzionale; eventualmente, potrebbe essere ripresa in un secondo momento, nell'ambito di una voce più comprensiva sulla "progettazione educativa"). La trasferisco in un capitolo nuovo della voce Pedagogia istituzionale, dal titolo "La progettazione educativa e il contesto: lo 'sfondo integratore' ". Vediamo cosa ne viene fuori. --Hermes (msg) 15:50, 2 mag 2010 (CEST)Rispondi

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