Discussione:Wrestling/Il Wrestling in Italia

Ultimo commento: 17 anni fa, lasciato da Giorgio c. in merito all'argomento Fenomeni, plastici e tecnici.

Il wrestling in Italia modifica

cb La discussione proviene dalla pagina Discussione:Wrestling.
– Il cambusiere

(spostato in basso da Utente:Bella Situazione)

Vorrei far notare, a chi non lo sapesse, che eliminare la parte del wrestling riguardante il nostro Paese equivale a negare una realtà (anche sportiva, perchè di questo si tratta)che ha radici assai profonde. Il pro-wrestling spettacolo, che in Italia è arrivato intorno agli anni '80, fenomeno che si e' fatto conoscere proprio attraverso le piccole emittenti locali (ricordo ad esempio la "Bibisi" del 1981) e ha conquistato maggiori appassionati con Italia 1 di Dan Peterson ed in seguito con Telemontecarlo (ormai scomparsa) era in realtà praticato nel nostro Paese sin dall'Ottocento. Dico sin dall'Ottocento (e quindi escludo le forme di lotta arte-spettacolo nostrane che si svolgevano già in epoca rinascimentale presso le maggiori coorti europee, vedi quelle di Francesco I e di Enrico VIII) perchè e' l'epoca delle innovazioni, dei Pierre de Coubertin, delle moderne forme sportive, l'inizio della suddivisione tra i due generi, il vero scindere della lotta-sportiva dalla lotta-spettacolo, l'appropriarsi di una vera identità dell'una e dell'altra forma di lotta. Ma tanto nell'una (lotta stile libero) quanto nell'altra (lotta libera, catch-as-catch-can o pro-wrestling che dir si voglia) occorre disciplina, lavoro fisico, rispetto delle regole, fatica, sudore e cosi via. Occorre cioè la stessa mentalità o attitudine che è necessaria a qualunque atleta o sportivo per apprendere una disciplina ginnico-acrobatica. Se consideriamo il pro-wrestling non come sport, ma esclusivamente come spettacolo perchè se ne conosce o perchè si vuole vedere il solo lato esibizionistico, allora verrebbe da considerare tale anche il calcio (si pensi agli incontri burletta: nazionale contro cantanti o agli ultimi scandali di maggio, dove gli esiti competitivi si sapevano in anticipo grazie alla corruzione degli organizzatori); il pugilato (ad es. attori come Mickey Rourke che affrontano a guantoni campioni del mondo in carica); la scherma (le dimostrazioni fasulle di Montano in TV); e qualunque altro sport. Prendiamo ad esempio il Judo o il karate. La prima cosa che pensiamo è che tali discipline siano vero sport, non spettacolo. Tuttavia, se guardiamo gli incontri farsa (come i film di karate di VanDamme, Bruce Lee etc.), i kata, i bunkai, le dimostrazioni di difesa in pubblico, i randori.. e così via, allora ci rendiamo conto che è spettacolo, non più sport. Vediamo cioè la disciplina da un lato diverso. Lo stesso dovrebbe essere fatto allora per il pro-wrestling. Se si osserva la storia del pro-wrestling, si scoprirà che campioni di catch, che non erano atleti fasulli, nè fasulli erano i loro incontri, sono diventati campioni reali pure nella lotta stile libero. Veri campioni olimpici come quelli americani e inglesi del 1908. In passato, infatti, in alcuni paesi come l'America, non c'era distinzione tra lotta competitiva e lotta dimostrativa(o lotta spettacolo). La disciplina era la medesima e l'artista decideva se usarla per fini sportivi, per fini meramente spettacolistici, o per entrambe le cose. Il pro-wrestling, dunque, era (ed è) uno sport, ma può essere anche spettacolo ed è qui che entra in gioco il termine "professionistico", dato che oggi una minima parte degli atleti (percentuale esigua se si considera l'elevato numero di praticanti) svolge tale disciplina solamente per ottenere una qualche remunerazione (salario, percentuale etc.). Inoltre il professionismo, cioè il lucrare sulla propria arte, non si limita al solo spettacolo televisivo o teatrale. Lottatori "professionisti", che fanno dello sport un mestiere, una professione, che vendono cioè la propria arte per vivere sono anche i personal trainers, le guardie del corpo, gli scrittori di libri sulle arti marziali, i maestri di lotta nei College e così via. Se vogliamo, anche i praticanti nostrani di lotta Greco-romana, che percepiscono periodicamente fondi dal CONI ed entrate eccellenti quando portano in Patria qualche medaglia, potrebbero essere visti, da un certo lato, come "lottatori professionisti". In conclusione, il termine pro-wrestling si presta a più interpretazioni personali e dipende sempre da come si guarda la cosa. In breve, è la vecchia storia del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Questa è l'esperienza di un insegnante di mezz'età che ha avuto modo e fortuna di conoscere alcuni autentici "professional wrestler" italiani del secondo dopoguerra (sarebbe più corretto dire, all'italiana, semplici lottatori di libera). --giorgio c. 17:05, 1 giu 2006 (CET)Rispondi

Ciao Giorgio C., benvenuto su Wikipedia! Ti rispondo subito:

  1. per prima cosa, quando si pratecipa ad una discussione, bisogna sempre inerire il proprio commento alla fine della pagina, ovvero subito dopo quelli già presenti (per questo motivo ho spostato il tuo più sotto).
  2. Parli con un appassionato di wrestling da una vita intera (anche se cose come "bibisi" e telemontecarlo non le ricordavo/conoscevo...). Quanto da te scritto non è stato mai cancellato bensì spostato verso la fine della voce (guarda qui) per un motivo molto semplice: nella voce wrestling si parla del wrestling come è attualmente negli Stati Uniti; la tua parte, riguardante la storia in Italia ha diritto ad avere un pragrafo tutto suo ma ho ritenuto opportuno spostare il tutto alla fine di quanto era stato già scritto precedentemente, in quanto (te lo ripeto) nella voce si parla quasi esclusivamente di wrestling made in USA.
  3. Si usa l'espressione pro-wrestling (o professional wrestling) quando si parla del wrestling che si combattte nelle federazioni (che sono a scopo di lucro) non affiliate ad organismi sportivi. Nei casi di lotta a livello universitario, olimpico, o comunque legati a federazioni nazionali sportive allora si parla di "amateur wrestling". Questa distinzione è netta ed accettata dai commentatori ormai da decine di anni. In un certo senso, riprendendo quanto da te scritto nella discussione, i lottatori "delle piazze" sono da considersi "pro wrestlers", gli olimpionici "amateur wrestlers". Spero di essere riuscito a spiegare il concetto! :)
  4. Qualunque tuo apporto su wikipedia è benvenuto, però ti consiglio di "stare attento": se non trovi più quanto da te scritto non vuol dire che sia stato necessariamente cancellato, probabilmente è stato spostato, riscritto, integrato in pezzi ecc ecc.

Se hai bisogno di maggiori chiarimenti, contattami pure sulla mia pagina utente. Alla prossima! ;) -- Bella Situazione (show your love!) 18:33, 1 giu 2006 (CEST)Rispondi

Wrestling: ne ho sentito parlare... modifica

Grazie per il benvenuto caro amico. Sono felice di sapere che sei un appassionato di wrestling. Si, esatto, pro-wrestling significa "lotta professionistica", ma è arte nata in Inghilterra, non in America. E la lotta inglese, guarda caso, ha origini squisitamente italiane. In Italia della parola wrestling si fa spesso abuso e misuso, viene usata con dei limiti, talvolta in modo sbagliato. Ho già detto sopra dell'ampio significato di "professionale". Il vocabolo inglese wrestling è anch'esso un termine generico usato per qualsiasi metodo: greco-romana, libera, stile libero (e non solo) e deriva da "wrist", polso, probabilmente per via delle torsioni e delle antiche tecniche acrochiriche indicate un tempo con "wrest" e ancora presenti nella disciplina in questione. Ma tale termine inglese, wrestling, viene usato anche in altri campi. Se vogliamo dirla tutta, attualmente si usa pure per indicare gli scontri bellici tra i soldati americani e gli estremisti dell'Iraq. Dargli un significato unico, come darlo a professionistico, è dunque insensato. Per ciò che concerne la lotta in generale, credo di conoscere bene la differenza tra lotta amatoriale e lotta professionistica. Io ho praticato questa disciplina per oltre quarant'anni (e sono davvero tanti) e ho avuto pure la fortuna di conoscere persone che hanno lottato con "l'Alpe che cammina", campione di pro-wrestling nel secondo dopoguerra al Madison Square Garden. Se vogliamo essere pignoli, la differenza riguarda solo qualche zero in più sull'assegno, checchè ne dicano i commentatori. Soldi che gli amatori percepivano un tempo come rimborso per coprire i costi di viaggio ecc. Successivamente tale cifra è cresciuta perchè maggiore era la richiesta di incontri di lotta nelle varie città (ad es. a Oklahoma nel 1916). Là ebbe origine il professionismo. E' chiaro che c'è una differenza di stile, ma il confine tra le due cose, tra la disciplina agonistica e lo spettacolo è molto sottile e le due cose spesso coincidono. Proprio come quando vai a vedere un' esibizione, che so io, di Shaolin cinese. Può essere farsa, spettacolo, sport, arte marziale, tradizione, folclore, attività professionale (dato che son pagati per esibirsi), acrobatica circense, cultura fisica e così via. Dipende dallo spirito con cui si guarda la cosa e da come la si vuole intendere. Sottile è pure la differenza tra le tecniche impiegate. Ci sono lottatori che sono passati dalla lotta spettacolo alla lotta stile libero diventando olimpici (vedi americani e inglesi del 1908; o gli svedesi e i tedeschi delle successive olimpiadi) e olimpici che sono diventati pro-wrestler (vedi il giovanissimo Kurt Angle). In alcuni Stati americani poi, il termine usato per indicare la lotta spettacolo non è pro-wrestling, ma "'rassling", all'antica. Con "grapplin'" invece si intende solitamente la lotta dilettantistica. Ma come ho detto sopra, spesso i ruoli si invertono ed ecco che il rassling o lotta professionistica può diventare anche la lotta degli studenti universitari. Proprio perchè un tempo non c'era questa differenza tra le due cose, tra la lotta professionistica e quella amatoriale. Differenza che viene vista purtroppo più in Italia che altrove. Ma wrestling è e wrestling rimane. Con pregi e difetti.

--giorgio c. 10:40, 2 giu 2006 (CET)Rispondi

Fenomeni, plastici e tecnici. modifica

Ho pensato di aggiungere alcune brevi note per far capire al lettore come sono classificati i pro-wrestler nella realtà mondiale (e non solo in quella americana), sperando sempre di fare cosa gradita. Non ho voluto usare il termine fenomeno da baraccone in quanto degradante e offensivo per l'individuo che ha la sfortuna di nascere con malattie genetiche o che ha acquisito con la crescita patologie purtroppo incurabili. Il termine cosiddetto "pulito" è infatti fenomeno naturale.

--giorgio c. 16:40, 4 giu 2006 (CET)Rispondi

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