Elena Barozzi (Venezia, 1514 circa – 1580 circa) è stata una celebre patrizia veneta.

Stemma Barozzi

Biografia modifica

Elena, figlia del patrizio Alvise Barozzi e moglie del musicista veneziano Antonio Zantani, era considerata una delle donne più belle di Venezia. Venne ritratta da Tiziano e Vasari, per entrambi i dipinti ne diede descrizione Pietro Aretino[1].

Il poeta Lelio Capilupi le dedicò la ballata Ne l'amar e fredd'onde si bagna[2], a sua volta ne scrisse il poeta viterbese Fortunio Spira[3] così come venne citata nelle rime di Vincenzo Brusantino[4] e Giovambattista Dragoncino.[5]

Amante di Lorenzino de' Medici, da cui ebbe una figlia, Lorenzina, nata nel 1547 o forse, postuma, nel 1548. Il 26 febbraio di quell'anno Lorenzino fu infatti assassinato da due sicari "volterrani" (Bebo da Volterra e Cecchino da Bibbona), davanti al palazzo veneziano di Elena, in Campo San Polo[6].

La famiglia di Elena la aiutò nell'educazione della figlia Lorenzina che sposò il nobile Giulio Colonna[6].

Note modifica

  1. ^ Lettere, Pietro Aretino Vol. 2 p.304' e Vol. 4 p.208'
  2. ^ Ceda nata nel mar Venere, e Amore, Spegna le faci homai, spezzi li strali, Chè la bella Barozz'a li mortali, Trafigge et arde coi begl'occhi 'l core - Lelio Capilupi, Ne l'amar e fredd'onde si bagna - Feldman, Martha. City Culture and the Madrigal at Venice. Berkeley: University of California Press, c1995 1995.
  3. ^ Fortino Spira: "Che dirò di te... madonna Elena Barozzi così bella, così gentile! oh! se al tempo della Grecia tu fossi stata in essere, in questa parte il troiano pastore senza dubbio sarebbe stato inviato dalla Dea Venere, come in luogo dove ella meglio gli havesse potuto la messa attenere!" - Giuseppe Gigli, Fausto Nicolini, Novellieri minori del cinquecento: G. Parabosco; S. Erizzo, Bari, 1912
  4. ^ Vedi poi di Lucrezia Contarina, D'Orsa Veniera, e Paula Pisana, Con la saggia Cappella Pellegrina Immortal laude, e d'Elena Centana, De la ben nata Chiara Vendramina, Di Maria Giustiniani tanto soprana, Ed oltra le beltà di queste tali Fur dette le virtù grande e immortali. Vincenzo Brusantino, Parnasso classico italiano: L'Angelica innamorata. 43-46, 1838.
  5. ^ Giovambattista Dragoncino: Somigli , se'l giudizio mi risponde , La vaga Isotta da le treccie bionde Giornale storico della letteratura italiana, Loescher, 1913.
  6. ^ a b Ferrai,1891

Bibliografia modifica

  • Luigi Alberto Ferrai, Lorenzino de' Medici e la società cortigiana del cinquecento, Milano, 1891

Collegamenti esterni modifica

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