Enno I della Frisia orientale
Enno I della Frisia orientale (1º giugno 1460 – Friedburg, 19 febbraio 1491) fu conte della Frisia Orientale dal 1466 alla morte, in associazione con la madre Theda Ukena.
Biografia
modificaEnno I era il figlio primogenito di Ulrico I della Frisia orientale e di sua moglie, la nobile Theda Ukena.
Enno dimostrò sin dalla gioventù poca propensione alle faccende di governo, e per questo quando succedette al trono paterno alla morte di Ulrico I, fu la madre Theda a tenere le redini dello Stato. Enno prese parte a un pellegrinaggio in Terra santa e ricevette l'investitura cavalleresca a Gerusalemme.
Durante la sua assenza dalla contea, sua sorella Almut si innamorò del nobile Engelmann von Horstell, signore di Friedeburg. I due avevano progettato di sposarsi ma incontrarono l'opposizione di Theda. Ad ogni modo Almut fuggì a Friedeburg portando con sé gran parte dei gioielli di famiglia. Quando Enno fece ritorno in Frisia orientale, la madre non lo informò dell'accaduto ed egli iniziò a pensare che la sorella fosse stata rapita e si mise personalmente alla ricerca della congiunta scomparsa. Sfortunatamente si era nel periodo invernale e nell'attraversamento di un lago una lastra di ghiaccio si ruppe ed Enno vi sprofondò all'interno con tutta l'armatura annegando.
Onorificenze
modificaBibliografia
modifica- Tielke, Martin (Hrsg.): Biographisches Lexikon für Ostfriesland, Bd. 1 ISBN 3-925365-75-3 (1993), Bd. 2 ISBN 3-932206-00-2 (1997), Bd. 3 ISBN 3-932206-22-3 (2001) Ostfries. Landschaftliche Verl.- u. Vertriebsges. Aurich
- Heinrich Reimers: Ostfriesland bis zum Aussterben seines Fürstenhauses, Bremen 1925
- Ernst Esselborn: Das Geschlecht Cirksena, Berlin 1945
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Enno I della Frisia orientale
Collegamenti esterni
modifica- Biographisches Lexikon für Ostfriesland (in tedesco), su ostfriesischelandschaft.de. URL consultato il 9 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2021).
- Totenschild Enno I. (in tedesco), su jalb.de. URL consultato il 9 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2007).
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