Eonio di Arles

vescovo

Eonio di Arles (Chalon-sur-Saône, V secoloArles, 17 agosto 502) fu vescovo di Arles dal 485 fino alla sua morte. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Sant'Eonio di Arles

Vescovo

 
NascitaChalon-sur-Saône, V secolo
MorteArles, 17 agosto 502
Venerato daChiesa cattolica e ortodossa
Ricorrenza3 agosto e 17 agosto
Eonio di Arles
vescovo della Chiesa cattolica
Incarichi ricopertiVescovo di Arles
 
NatoV secolo a Chalon-sur-Saône
Consacrato vescovo485
Deceduto17 agosto 502 ad Arles
 

Biografia modifica

Arcivescovo di Arles modifica

Nel marzo del 492 papa Gelasio I, appena eletto al Soglio Pontificio, gli scrisse per metterlo al corrente della propria elezione e per incaricarlo di informarne gli altri vescovi della Gallia: in questo modo il Papa riconosceva implicitamente alla Chiesa di Arles il primato sulle altre diocesi della Gallia.

Nel 498 una lettera di papa Anastasio II indirizzata ad Eonio rivela l'interesse della Chiesa di Gallia alle questioni della creazione dell'anima e del peccato originale.

Nel settembre del 499, Eonio partecipò alla celebre conferenza episcopale di Lione, che raggruppava cattolici ed ariani alla presenza del re Gundobado. A quella data egli accolse il suo giovane parente (probabilmente nipote) Cesario, che aggregò al suo clero, lo ordinò prima diacono e poi sacerdote. Cesario fu designato come abate per ristabilire l'ordine in un monastero, nel quartiere di Trinquetaille o, più probabilmente, nell'Isola di la Cappe, sul fiume Rodano nei pressi di Arles.

Nel 500 papa Simmaco ristabilì nei suoi diritti di sede metropolitana l'arcidiocesi di Arles, la cui influenza si limitava tuttavia alla parte visigota della sua circoscrizione ecclesiastica.[1]

In punto di morte e inquieto riguardo al suo successore, egli esortò il proprio clero e i cittadini di Arles a non scegliere altri che Cesario per sostituirlo.[2] Avendo ottenuto la promessa che la sua volontà sarebbe stata rispettata, destinò, per testamento, tutti i suoi beni al riscatto di prigionieri[3], piuttosto che al sollievo delle condizioni dei poveri della sua Chiesa, rendendo infine l'anima a Dio alla fine dell'estate del 502.

La sua salma fu inumata nella cripta della chiesa di Notre-Dame de Grâce, in una tomba che l'imperatore Costantino I aveva fatto predisporre per il figlio Crispo. Un'altra fonte[4] sostiene che il sarcofago detto del l'Anastasie, sito in Alyscamps, sarebbe servito a contenere le spoglie del vescovo.

Controversie sulla data del decesso e sul suo successore modifica

La data esatta del suo decesso è tuttora incerta: si citano i XVI des calendes de septembre e il fatto che da tempo la Chiesa di Arles ne celebri la ricorrenza il 17 agosto, giorno supposto del decesso (dies natalis). Nonostante questa incertezza, la Chiesa ha fissato la sua memoria liturgica il 18 agosto. Lo stesso anno della sua morte è incerto (501 o 502) così come non è certo che il nipote Cesario ne sia stato il successore diretto.[5], ma tra lui e il nipote vi fu un altro vescovo, certo Giovanni I, che tuttavia sedette sulla cattedra vescovile per non più di un anno.

Note modifica

  1. ^ (FR) Jean-Maurice Rouquette, Arles, histoire, territoires et cultures, pp. 231-232
  2. ^ Pare in effetti che Eonio abbia speso molto del proprio zelo prima della sua morte per mettere il nipote Cesario al suo posto; William E. Klingshirn - Caesarius of Arles : The Making of a Christian Community in Late Antique Gaul, p. 84 e segg.
  3. ^ Si trattava certamente di prigionieri di origine franca o burgunda, cioè suoi compatrioti, catturati dai visigoti a seguito delle vittorie di Alarico II in prossimità di Arles e nella piana di Bellegarde nel corso del primo tentativo di conquista della città di Arles da parte delle truppe di Clodoveo I e di Gundobado. Qualche anno dopo, nel 509, a seguito di un nuovo scacco subito da franchi e burgundi nel tentativo di conquistare Arles, Cesario, anche lui di origine burgunda come Eonio, si comporterà allo stesso modo.
  4. ^ Paul-Albert Février, Congrès archéologique de France, 134e session (1976) Pays d'Arles, pp. 317-359
  5. ^ William E. Klingshirn - Caesarius of Arles : The Making of a Christian Community in Late Antique Gaul, p. 84 e segg.

Bibliografia modifica

  • (FR) Jean-Maurice Rouquette (sotto la direzione di), Arles, histoire, territoires et cultures - Editions Imprimerie nationale, 2008. ISBN 978-2-7427-5176-1
  • (FR) Paul-Albert Février, Congrès archéologique de France, 134e session (1976) Pays d'Arles, Société française d'archéologie, Parigi, 1979
  • (EN) William E. Klingshirn, Caesarius of Arles : The Making of a Christian Community in Late Antique Gaul, Cambridge University Press, 1994. ISBN 0-521-52852-6

Collegamenti esterni modifica