Eric Smith

assassino statunitense (1980)
Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo calciatore svedese, vedi Eric Smith (calciatore 1997).

Eric M. Smith (Contea di Steuben, 22 gennaio 1980) è un assassino statunitense che all'età di tredici anni uccise un bambino di quattro, Derrick Joseph Robie, venendo poi condannato a una pena compresa fra nove anni e l'ergastolo.[1][2][3][4][5]

Biografia

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Eric Smith, un bambino di tredici anni, il 2 agosto 1993 si stava recando in bicicletta in un centro estivo in un parco della città, sul tragitto incontrò Derrick Robie, di quattro anni, che abitando a pochi metri dal parco, si recava nel centro da solo; Eric lo attirò in un luogo isolato e tentò di strangolarlo con una busta di plastica e poi lo uccise sfondandogli il cranio con una grossa pietra.[1][2] Mentre il bimbo era incosciente ma ancora vivo, Smith lo denudò abbassando i pantaloni e, preso un ramo d'albero, lo sodomizzò; poi aprì lo zaino del piccolo Derrick, prese un succo di frutta e lo rovesciò sul corpo, successivamente tolse le scarpe del bimbo, le mise vicino alle mani della vittima e se ne andò via. Il corpo nudo del bambino fu trovato alcune ore dopo.[2]

Quando ritornò a casa lavò via le tracce di sangue dalla sua bicicletta e nella settimana successiva, sottoposto, come altri bambini a delle domande da parte della polizia, riuscì inizialmente a convincere gli inquirenti di essere estraneo ai fatti; venne risentito un'altra volta perché si ipotizzò che potesse aver visto qualcosa ma che avesse paura di parlare ma disse solo di averlo visto passare; la madre però capì che qualcosa non andava e lo ricondusse dalla polizia per un terzo interrogatorio, alla fine del quale poi confessò.[1][2]

Processo

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Venne processato nel 1994 e, durante il processo, venne fatto notare dalla difesa che Eric Smith era incapace di reprimere gli impulsi violenti, che era stato molestato dal patrigno e che inoltre la madre aveva fatto uso durante la gravidanza di medicine antiepilettiche; venne comunque ritenuto colpevole dalla giuria e condannato per omicidio di secondo grado a una pena compresa fra i nove anni e l'ergastolo.[1]

Dopo il processo

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Durante la sua permanenza in cella, Eric scrisse una lettera alla famiglia di Derrick:

«So bene che le mie azioni hanno causato una terribile perdita nella famiglia Robie, e sono molto dispiaciuto di questo. Ho tentato di pensare per quanto mi è possibile a ciò che Derrick non farà mai: il suo sedicesimo compleanno, Natale, in ogni modo, avere una casa sua, diplomarsi, andare al college, sposarsi, avere il suo primo bambino. Se potessi tornare indietro cambierei il posto con Derrick e sopporterei tutto il dolore che gli ho causato. Voglio dire che se questo potesse farlo continuare a vivere, invertirei le parti, ma non posso.»

Smith è stato ospitato in una struttura giovanile fino al 2001, quando è stato trasferito alla prigione di stato dove sta scontando l'ergastolo[3] presso il Collins Correctional Facility, nella Contea di Erie (Stato di New York).[senza fonte]

Dopo nove anni ha potuto chiedere la scarcerazione, ma almeno fino al 2020, ogni tentativo, che può ripetere ogni due anni, non ha dato mai esito positivo.[2][5][6] Il 1º febbraio 2022, Eric Smith è stato rilasciato dal carcere e attualmente vive in libertà vigilata.

  1. ^ a b c d CONDANNATO IL BABY - KILLER - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 4 marzo 2020.
  2. ^ a b c d e Eric Smith, il ragazzino di 13 anni a cui diedero l'ergastolo, su Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca, 21 dicembre 2017. URL consultato il 4 marzo 2020.
  3. ^ a b (EN) For the 10th straight time, child killer Eric Smith has been denied parole, su Rochester Democrat and Chronicle. URL consultato il 4 marzo 2020.
  4. ^ (EN) Eric Smith, su murderpedia.org. URL consultato il 4 marzo 2020.
  5. ^ a b (EN) Convicted Killer of 4-Year-Old New York Boy Denied Parole for 10th Time, su NBC New York. URL consultato il 4 marzo 2020.
  6. ^ (EN) NY man convicted as teen of killing boy, 4, is denied parole, in The Washington Times. URL consultato il 4 marzo 2020.

Collegamenti esterni

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