File:Lapide di Carlo V - Portici (Napoli) - Villa Nava o Leucopetra.jpg

File originale(7 817 × 5 538 pixel, dimensione del file: 4,12 MB, tipo MIME: image/jpeg)

Logo di Commons
Logo di Commons
Questo file e la sua pagina di descrizione (discussione · modifica) si trovano su Wikimedia Commons (?)

Dettagli

Descrizione
Italiano: VILLA NAVA

Intorno al 1520 Berardino Martirano da Cosenza, prelato e Segretario di Stato, scelse il villaggio di Leucopetra, o Pietra Bianca, per costruire la sua residenza. La zona di Pietra Bianca probabilmente aveva questo nome in riferimento ad una grossa pietra, appunto bianca, che serviva da confine, come viene indicato da diversi storici; adiacente alla zona di Pietra Arsa, e quindi scura, era un villaggio di cui si ha notizia dopo l’eruzione del Vesuvio del 79 a.C., quando probabilmente vi si insediarono alcuni sopravvissuti alla catastrofe. Nel 1877 Diego Rapolla, altro cultore della storia di Portici, descriveva così villa Leucopetra: ”…era una grandiosa e magnifica villa del celebre Berardino Martirano da Cosenza… Prescelse un luogo tra i casali di Portici e San Giovanni, in sulla riva del mare. Nomò quel suo pelagio Leucopetra per sontuosissimo ninfeo che conteneva... Il pelagio era vasto di speciosa architettura e sontuosamente decorato... L'interno era poi quanto di più fastoso e severamente elegante e nobile possa mai crearsi... Eranvi affreschi dei più rinomati artisti del tempo, siccome tele pregevolissime, e qualche lavoro di scultura che oggidì ancora si ammira”. Purtroppo, oggidì non si ammira quasi più nulla ad eccezione di una lapide che testimonia la visita dell’imperatore Carlo V nel 1535: di ritorno dall’ Africa, si fermò tre giorni a Leucopetra prima di entrare trionfalmente in Napoli. Ricorriamo ancora all’ insostituibile don Nicola Nocerino: nel 1787 diede testimonianza della Villa, che comunque già allora aveva perso molto della sua originaria bellezza: “ è un edificio molto grande… con giardini, e viali al mare, su l'imboccatura di Portici nel venire da Napoli, arricchito di acqua perenne…degna di considerazione, nel cortile di questo Palazzo, una iscrizione sepolcrale di un fanciullo, risalente a’ tempi de’ Romani e formata in marmo sopra di una specie di Tomba, che certamente ci dimostra l'altissima antichità di questo luogo. Degno ancora e da osservarsi nelle camere dell'appartamento nobile, oltre molte effigie di antichi Filosofi di insigne Pittore, un Crocifisso di un solo pezzo di legno… lasciato dall'Imperador Carlo V.” L’acqua perenne cui accenna il Nocerino, talmente abbondante che il popolino chiamava “’o sguazzatorio”, probabilmente era portata fino a quel luogo attraverso un lungo tunnel che pare partisse da via San Cristoforo, quindi abbastanza lontano da Leucopetra; il ritrovamento della lapide commemorativa del fanciullo, Lucio Munazio Concessiano, e la presenza di vasti ambienti sotterranei, provvisti di soffitti a volte, pilastri e nicchie dove una volta dovevano essere posizionate statue, avvalorano l’ipotesi che Martirano avesse fatto edificare la villa su di una preesistente, di epoca romana, e che l’acqua portata dalla condotta alimentasse terme. Il Martirano fece di questa dimora l’unico centro intellettuale di Napoli; conservò la suggestione mitologica del luogo antico. L’ambiente naturale circostante era di per sé magnifico: uno straordinario ed enorme giardino, col mare davanti e il Vesuvio alle spalle. Al suo interno creò un ninfeo, un grande locale circondato da portici di marmo policromo, come il pavimento, dove si apriva una vasca con un’ Aretusa di marmo adagiata sul bordo e contornata di conchiglie. Nel porticato si trovavano diverse lapidi di marmo con citazioni poetiche, ormai scomparse; ve n’era una, ad opera del fratello Coriolano, che definiva il ninfeo” casa delle Ninfe e del Genio”. Del resto, Leucopetra era una ninfa che s’innamorò del Vesuvio: quale definizione migliore? Il professor Buhne descrive bene la struttura dell’edificio: “Oltre all'appartamento del proprietario al piano nobile, con terrazze belvedere, ai locali della servitù a pianterreno, alle stalle in corrispondenza del cortile, la villa era dotata di una cappella, ormai inesistente, di due teatri, uno coperto, trasformato per altro uso, e l'altro all'aperto, interrato, ambedue al pian terreno, come le due garitte per le sentinelle, sempre sul cortile”. Inoltre, al piano superiore, gli appartamenti avevano terrazze belvedere; il giardino, dove si trovavano numerose statue che facevano capolino tra i tantissimi alberi e fiori, arrivava fino al mare, terminando con un loggiato contornato da colonne di marmo. L’antica storia di questa villa è purtroppo segnata dai vari passaggi di proprietà, che probabilmente furono i responsabili del progressivo depauperamento delle sue opere d’arte. Il Martirano alla sua morte lasciò villa Leucopetra in eredità al fratello Coriolano, anch’egli prelato e letterato; fin qui possiamo supporre che la villa rimanesse immutata e con l’impostazione voluta dal Bernardino, che ne aveva fatto punto d’incontro di artisti. Sappiamo che la frequentavano Scipione Capece, Bernardino Rota, Venanzio Nigro, Antonio Falesio, Giano Anisio, Agostino Nifo, Luigi Tansillo, il Giannattasio, il Sabbatini e il Franchini, tutti letterati che l’hanno citata nelle loro opere. Alla morte di Coriolano la villa passò al Duca di Airola, poi a don Giacinto Testa, da questi a don Antonio Palestina e da costui al Principe di Torella di Caracciolo; in questo periodo vi dimorò il principe di Sannicandro, tutore del Re. Dopo ancora subentrò la famiglia Vecchione, e poi Claudio Gausher, che nel 1854 affidò all'architetto Nicola Stessano il completo rifacimento della villa. Gausher la lasciò infine in eredità ad una sua figlia, che sposò Alessandro Nava, cui si deve il nome attuale della villa. Non sappiamo perché venne interamente rifatta, oltretutto non conservando quasi nulla della precedente architettura. I due teatri, uno coperto ed uno scoperto, sono del tutto scomparsi, e della cappella è rimasta la campanella e pochi altri elementi di piperno, oltre alla scritta sulla facciata “Redemptori Sacrum; fortunatamente il Cristo ligneo che vi si trovava, opera dello scultore Giovanni Merliani da Nola, è conservato in un'altra chiesa di Portici. Alla destra del portone ad arco possiamo ancora vedere la lapide di marmo che celebra la visita di Carlo V; originariamente era posta sotto la finestra da cui si affacciò l’imperatore alle acclamazioni dei sudditi.

Attualmente la facciata si presenta con un bugnato liscio al piano terra, mentre le luci dei due piani superiori sono sormontate da timpani lineari. Non ci sono parole per dire del rimpianto per non aver potuto ammirare tanto splendore. Ci possiamo soltanto augurare che almeno le terme romane, abbastanza ben conservate, ormai sotterranei dell’edificio, siano recuperate.(Tonia Ferraro)
Data
Fonte Opera propria
Autore Sergioizzo

Licenza

Io, detentore del copyright su quest'opera, dichiaro di pubblicarla con le seguenti licenze:
GNU head È permesso copiare, distribuire e/o modificare questo documento in base ai termini della GNU Free Documentation License, Versione 1.2 o successive pubblicata dalla Free Software Foundation; senza alcuna sezione non modificabile, senza testo di copertina e senza testo di quarta di copertina. Una copia della licenza è inclusa nella sezione intitolata Testo della GNU Free Documentation License.
w:it:Creative Commons
attribuzione condividi allo stesso modo
Questo file è licenziato in base ai termini delle licenze Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale, 3.0 Unported, 2.5 Generico, 2.0 Generico e 1.0 Generico
Tu sei libero:
  • di condividere – di copiare, distribuire e trasmettere quest'opera
  • di modificare – di adattare l'opera
Alle seguenti condizioni:
  • attribuzione – Devi fornire i crediti appropriati, un collegamento alla licenza e indicare se sono state apportate modifiche. Puoi farlo in qualsiasi modo ragionevole, ma non in alcun modo che suggerisca che il licenziante approvi te o il tuo uso.
  • condividi allo stesso modo – Se remixi, trasformi o sviluppi il materiale, devi distribuire i tuoi contributi in base alla stessa licenza o compatibile all'originale.
Puoi scegliere la licenza che preferisci.
Annotazioni
InfoField
Questa immagine è annotata: Vedi le annotazioni su Commons

Didascalie

Aggiungi una brevissima spiegazione di ciò che questo file rappresenta

Elementi ritratti in questo file

raffigura

Cronologia del file

Fare clic su un gruppo data/ora per vedere il file come si presentava nel momento indicato.

Data/OraMiniaturaDimensioniUtenteCommento
attuale21:18, 23 set 2012Miniatura della versione delle 21:18, 23 set 20127 817 × 5 538 (4,12 MB)Denniss-progressive
17:05, 6 nov 2011Miniatura della versione delle 17:05, 6 nov 20117 817 × 5 538 (3,71 MB)Sergioizzo{{Information |Description ={{it|1=VILLA NAVA Intorno al 1520 Berardino Martirano da Cosenza, prelato e Segretario di Stato, scelse il villaggio di Leucopetra, o Pietra Bianca, per costruire la sua residenza. La zona di Pietra Bianca probabilmente avev

Nessuna pagina utilizza questo file.

Metadati