File:Telefono automatico a batteria centrale (BCA) - Museo scienza tecnologia Milano D0953 07.jpg

File originale(1 280 × 853 pixel, dimensione del file: 70 KB, tipo MIME: image/jpeg)

Logo di Commons
Logo di Commons
Questo file e la sua pagina di descrizione (discussione · modifica) si trovano su Wikimedia Commons (?)
telefono automatico a batteria centrale (BCA) - Grillo.   (Wikidata search (Cirrus search) Wikidata query (SPARQL)  Create new Wikidata item based on this file)
Autore
Società Italiana Telecomunicazioni Siemens S.p.A. (SIT Siemens) (produttore), Sapper Richard (designer), Zanuso Marco (designer)
Titolo
telefono automatico a batteria centrale (BCA) - Grillo.
Descrizione
Italiano: Apparecchio con scocca realizzata in plastica ABS azzurro-turchese divisa in due parti e con apertura a scatto. Ricevitore, microfono e disco sono contenuti in un'unica unità. In particolare ricevitore e disco sono contenuti nella parte che si prende in mano per impugnare il telefono, il microfono nella parte che si apre a scatto. Il disco è inserito al centro, sotto si ha il microfono e sopra il ricevitore. Quando è chiuso, il telefono è in attesa (la linea è libera). Una volta aperto, è accessibile il disco compositore per la selezione dei numeri e il telefono è in servizio (linea occupata). I circuiti interni sono miniaturizzati. La suoneria meccanica, detta a ronzatore, è inserita nella spina del telefono.
Funzione

Questo telefono veniva collegato alla rete telefonica e permetteva all'utente di raggiungere qualunque abbonato sulla rete in modo automatico.

Modalità d'uso

L'alimentazione di questa tipologia di telefoni automatici a batteria centrale si trovava nella centrale e l'alimentazione del microfono avveniva attraverso la linea telefonica. Aprendo il telefono, il si chiudeva il circuito di alimentazione del microfono (telefono in servizio). Contemporaneamente un segnale proveniente dalla centrale generava nel ricevitore il segnale di libero. Una volta verificata la disponibilità della linea, l'utente utilizzava il disco combinatore per inviare alla centrale gli impulsi di selezione. Il disco aveva infatti un contatto in serie alla linea che si apriva a brevi intervalli durante la rotazione di ritorno: questi impulsi di apertura della linea corrispondevano a brevi interruzioni di corrente che rappresentavano i segnali di selezione. Questi segnali, giunti in centrale, azionavano i meccanismi automatici predisponendo il contatto con la linea dell'utente desiderato. Nel telefono dell'utente chiamato veniva così attivata la suoneria, attirando l'attenzione. Se il ricevente sganciava il microtelefono (o comunque attivava la linea) si chiudeva la connessione tra i due telefoni e la conversazione poteva iniziare.

Notizie storico-critiche
Dopo i modelli standardizzati prodotti alla fine degli anni '50 e all'inizio degli anni '60, i telefoni cominciarono a modificarsi nella forma. Il telefono rimaneva pressoché immutato dal punto di vista tecnico e la misura della distanza bocca-orecchio dell'uomo limitava fortemente le possibilità di modificarne l'aspetto, ma i designer cercarono comunque di trasformare la forma canonica degli apparecchi telefonici (pur rispettandone l'ergonomicità) Questo modello di telefono denominato "Grillo" viene così disegnato per risolvere in maniera diversa il rapporto ergonomico bocca/orecchio differenziandosi profondamente dal tradizionale apparecchio a palmo di mano. La ricerca e le applicazioni tecnologiche si sono concentrate sulla miniaturizzazione della meccanica del disco compositore e dei circuiti stampati. Si tratta del primo modello che nasconde il microfono nella parte bassa della conchiglia. Il "Grillo" è l'anticipazione di ciò che sarebbe diventato il telefono cellulare, completamente affrancato dai vincoli meccanici e di rete per il suo funzionamento e per la sua alimentazione. Questo telefono ha modificato sessant'anni di pratica nella concezione, costruzione e uso del telefono tradizionale, generando la fisionomia di un nuovo genere di telefono. Tra la fine degli anni Sessanta e negli anni Settanta si diffuse l'abitudine di avere più spine telefoniche all'interno dello stesso appartamento. Era un'opportunità di caratterizzare in modo diverso gli ambienti a partire dai servizi richiesti: in salotto la filodiffusione, in camera da letto, sul comodino, il telefono per il servizio sveglia, e così via. Anche se non si era ancora affermata l'idea del telefono come strumento "individuale" e "personale" di comunicazione, cosa che sarebbe avvenuta solamente con la diffusione dei cellulari negli anni Novanta, ci si stava avviando verso un uso del telefono che prevedeva una maggiore privacy per tutti i componenti della famiglia e soprattutto per i più giovani, la generazione protagonista di quegli anni L'offerta dei telefoni addizionali comprendeva il più compassato Unificato, adatto a ogni ambiente; lo snello e aggraziato Lillo, particolarmente indicato per salotto e sala da pranzo; il più originale Grillo, consigliato per design e ingombro minimo, adatto alla camera da letto o ovunque si dovesse lasciare un minimo spazio La campagna sulla diffusione dei telefoni addizionali prevedeva inserzioni sulla stampa periodica, sui più diffusi rotocalchi d'informazione e femminili e su riviste d'arredamento, la proiezione di un cortometraggio pubblicitario nelle sale cinematografiche e l'affissione di manifesti stradali nelle grandi città. Il "telefono in vetrina" era allora una novità assoluta e i modelli erano commissionati ai progettisti di maggior fama come nel caso del telefono "Grillo" disegnato da Richard Sapper e Marco Zanuso nel 1966.
Data tra il 1966 e il 1967
date QS:P571,+1966-00-00T00:00:00Z/8,P1319,+1966-00-00T00:00:00Z/9,P1326,+1967-00-00T00:00:00Z/9
Tecnica/materiale metallo
Dimensioni altezza: 75 cm; larghezza: 75 cm
dimensions QS:P2048,75U174728
dimensions QS:P2049,75U174728
Peso: 500 g
institution QS:P195,Q947082
Numero d'inventario
D 953
Provenienza Pria, Carlo
Riferimenti
  • Soresini F. (1990) Telefoni, Milano
  • SIT-Siemens spa ({{{BIB2D}}}) Cinquant'anni al servizio delle telecomunicazioni in Italia, Milano
  • D'Amato G. (2005) Storia del design, Milano, p. 190
  • Fossati P. (1972) Il design in Italia: 1945-1972, Torino, pp. 112−113
  • Zanuso M. (1994) Marco Zanuso, Milano, pp. 35, 137
Fonte/Fotografo Catalogo collezioni (in it). Museoscienza.org. Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, Milano.
Licenza
(Riusare questo file)
w:it:Creative Commons
attribuzione condividi allo stesso modo
Tu sei libero:
  • di condividere – di copiare, distribuire e trasmettere quest'opera
  • di modificare – di adattare l'opera
Alle seguenti condizioni:
  • attribuzione – Devi fornire i crediti appropriati, un collegamento alla licenza e indicare se sono state apportate modifiche. Puoi farlo in qualsiasi modo ragionevole, ma non in alcun modo che suggerisca che il licenziante approvi te o il tuo uso.
  • condividi allo stesso modo – Se remixi, trasformi o sviluppi il materiale, devi distribuire i tuoi contributi in base alla stessa licenza o compatibile all'originale.

Didascalie

Aggiungi una brevissima spiegazione di ciò che questo file rappresenta

Elementi ritratti in questo file

raffigura

Cronologia del file

Fare clic su un gruppo data/ora per vedere il file come si presentava nel momento indicato.

Data/OraMiniaturaDimensioniUtenteCommento
attuale22:00, 31 mag 2016Miniatura della versione delle 22:00, 31 mag 20161 280 × 853 (70 KB)Federico Leva (WMIT){{ICCD TRC | institution = {{institution:Museoscienza}} | permission = {{cc-by-sa-4.0}} | FTA13I = D0953_12.jpg | FTA13R = ST140_foto | AUT3R = designer | BIB3X = bibliografia specifica | MIS2G = 500 | FTA4I = D0953_03.jpg | FTA4R = ST140_foto | BIB3N...

Le seguenti 2 pagine usano questo file:

Utilizzo globale del file

Anche i seguenti wiki usano questo file:

Metadati