Francesco d'Antonio da Viterbo

pittore italiano

Francesco d'Antonio da Viterbo, detto Il Balletta (XV secoloXV secolo), è stato un pittore italiano.

San Marco, museo del Colle del Duomo, Viterbo

Biografia modifica

La prima notizia relativa alla vita di Francesco risale al 7 gennaio 1439. Siccome si crede in fin di vita chiama un notaio per dettargli il testamento. Il suddetto testamento fornisce numerose informazioni sulla sua vita: lui abitava nella contrada Santa Maria Nova a Viterbo ed era sposato con una donna di nome Jacoba che in quel momento era incinta di lui. La madre del pittore si chiamava Lorenza e il suo collaboratore era Valentino di Giovanni Picche.[1]

Apparentemente Francesco non muore nel gennaio del 1439, perché ci sono altre testimonianze che riguardano la sua esistenza. Nel 1441 egli firma il polittico di San Giovanni in Zoccoli a Viterbo: HOC OPUS PINSIT FRANCISCUS ANTONII DE VITERBO, A.D. MCCCCXLI. Il 5. aprile 1443 Francesco acquista un terreno.[2] Il 30 agosto 1454 firma un contratto con Domenico di Antonio di Pietro Femminelli. In questa circostanza viene chiamato "Magister Franciscus".[3] Il 1º giugno 1464 riceve il pagamento per la doratura dell'armatura di papa Callisto III.[4] Se si accetta l'ipotesi che Gabriele di Francesco da Viterbo sia il figlio di Francesco, si può stabilire che nel 1476 Francesco era morto.[5]

Opere firmate modifica

  1. Viterbo, Chiesa di San Giovanni in Zoccoli
    polittico
  2. Viterbo, Chiesa di Santa Rosa
    polittico

Stile modifica

Francesco dipinge nello stile tardogotico del Lazio in quanto rappresenta stoffe con decorazioni di melograno e l'orlo degli abiti sia con molte pieghe verticali sia con la caratteristica doppia onda. Però all'interno di questo stile Francesco prende una posizione particolare. Intanto si nota che è influenzato dalla pittura senese, visto che predilige il tema della Madonna e visto che realizza dei polittici. I visi dipinti da Francesco si assottigliano verso il mento. Gli occhi sono disegnati con precisione geometrica. Le sue figure tengono la testa leggermente piegata e guardano discretamente nella direzione opposta. I troni sono decorati con intarsi cosmateschi. Il Bambin Gesù tiene in mano un uccellino. Francesco tende a non variare né stilisticamente né iconograficamente.[6]

Opere attribuibili modifica

  1. Baltimora, Walters Art Museum
    Madonna col Bambino (Inv. No. 37686)
  2. Viterbo, Museo civico
    Bambino Gesù con uccellino (frammento proveniente da S. Maria in Poggio)
  3. Viterbo, Museo civico
    Madonna del Cardellino

Note modifica

  1. ^ Archivio di Stato di Viterbo, not. Johannes ser Laurentii de Thinesinis de Viterbio, vol. 2265, cc. 10v.-12r. Cfr. Corbo, Anna. Chiese ed Artisti Viterbesi nella prima metà del sec. XV. In: Commentari, 1977, 23. P. 167ff.
  2. ^ Archivio di Stato di Viterbo, not. Bartholomeus Tomassi, vol 772, c.33r
  3. ^ Archivio di Stato di Viterbo, not. Bartholomeus Tomassi, vol. 2260, c. 84r.
  4. ^ Müntz, Eugène. Les arts à la Cour des Papes pendant le XVe et le XVIe siècle. In: Bibliothèques des Ècoles françaises d'Athènes et de Rome. 8, 1887, p. 300.
  5. ^ Archivio Comunale di Viterbo, Cod. 31, f. 10. Gabriele di Francesco da Viterbo dona del denaro per l'anima del padre defunto.
  6. ^ Lagemann, Karin. Spätgotische Malerei in Latium. Münster, 2000. P. 32/3

Bibliografia modifica

  • Cavalcaselle, Giovanni Battista e J.A. Crowe, Storia della pittura in Italia, Vo. IV, Firenze, 1900. P. 340.
  • Anna Corbo, Chiese ed artisti viterbesi nella prima metà del sec. XV, in: Commentari, 1977, 23. P. 167ff.
  • Piatro Egidi, Viterbo, Napoli, 1912. P. 42.
  • Italo Faldi, Museo civico di Viterbo. Dipinti e sculture dal medioevo al XVIII secolo, Viterbo, 1955. P. 24
  • Italo Faldi, La pittura viterbese di cinque secoli, Viterbo, 1970.
  • Italo Faldi, Contributi al Balletta, in: Arte e accademia, 1, 1988. P. 9-16.
  • Luigi Grassi, La pittura nel viterbese, in: Nuova antologia, gennaio 1956, p. 54.
  • Lagemann, Karin, Spätgotische Malerei in Latium, Münster, 2000. P. 31-41, 114-128.
  • Eugène Müntz, Les arts à la Cour des Papes pendant le XVe et le XVIe siècle, in: Bibliothèque des Écoles françaises d'Athènes et de Rome. 8,1887. P. 300.
  • Ernesto Piacentini, Il libro dei miracoli di Santa Rosa da Viterbo, Viterbo, 1991. P. 14,57, 58, 64, 67, 68, 70, 73, 78.
  • Cesare Pinzi, Gli ospizi medievali e l'ospedale grande di Viterbo, Viterbo, 1893. P. 128f.
  • Pittura viterbese dal XIV al XVI secolo, a cura di Italo Faldi e Luisa Mortari. Viterbo, 1954.
  • Raimond van Marle, Lazio and Abruzzo, in: The Italian School of Painting. Vol. VIII, The Hague, 1927. P. 440-8.

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