Garuḍa

dio indiano della forza e della vigilanza, capostipite della stirpe degli uccelli
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Garuḍa (devanāgarī: गरुड़; anche Garuda), è, nell'induismo, e più in generale nelle culture religiose orientali, il divino capostipite della stirpe degli uccelli. Viene partorito come uovo da Vinata.

Garuḍa vāhana (cavalcatura) di Viṣṇu (XVIII secolo).
 
Statua di Garuda all'entrata del tempio di Visnù a Belur, India

Il nome sanscrito Garuḍa viene reso così nelle altre lingue orientali:

  • cinese: 迦樓羅, Jiālóuluó;
  • coreano: 가루다 Garuda, Karuda;
  • giapponese: 迦樓羅 Karura;
  • tailandese: ครุฑ Krut;
  • vietnamita: Garuda, Ca-câu-la.

Per Alain Daniélou il nome di Garuḍa conserva la sua origine nella radice sanscrita gṛ="parlare"[1] (anche Uṇādisūtra, IV, 155), in tal senso Garuḍa rappresenterebbe le formule ermetiche e magiche dei Veda, grazie alle quali l'uomo può volare, ovvero innalzarsi verso i cieli divini.

Attestazioni

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Statua di Garuda, Delhi, National Museum.

Nei Veda appare il nome di Garutmat, connesso all'espressione di suparṇa (dalle ali bellissime), volendo indicare un uccello o il sole alato (ad es.: Ṛgveda, I, 164, 46; X, 149, 3).

Nel Mahābhārata (ad es. in I, 33, 24 e V, 112, 1) Garuḍa viene espressamente indicato con il nome vedico di Garutman.

Il Matsya Purāṇa (256) ricorda come i Veda sono l'uccello che trasporta il signore dei sacrifici, Viṣṇu; quindi il suono dei sacrifici è il corpo di questo uccello (257).

La sua importanza nella religione induista può essere compresa dal fatto che un'Upaniṣad indipendente, la Garudopanishada, e un Purāṇa, il Garuḍa Purāṇa, sono dedicati a lui. Garuḍa è noto con molti altri nomi: Chirada, Gaganeshvara, Kamayusha, Kashyapi, Khageshvara, Nagantaka, Sitanana, Sudhahara, Suparna, Takshya, Vainateya, Viṣṇuratha e altri ancora. Nei Veda è presente il più antico riferimento a Garuḍa, con il nome Shyena, laddove si dice che questo maestoso uccello avrebbe portato il nettare degli dei (amrit) sulla Terra dal Cielo; i Purāṇa, molto successivi, riferiscono lo stesso di Garuḍa, indicando che Shyena e Garuḍa siano la stessa divinità (o lo siano diventate nel tempo). Una delle facce dello Śrī Panchamukha ("cinque facce", metamorfosi di Hanumat) è Mahavira Garuḍa, rivolta ad occidente. Si crede che pregando Garuḍa sia possibile curare gli effetti del veleno.

Nel Buddhismo

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Nella mitologia buddista, i garuḍa sono una razza divina di uomini-uccello, nemici dei naga, cui danno la caccia. Nel Mahasamyatta Sutta, si narra che Buddha abbia ottenuto una pace tra naga e garuda.

Araldica

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Una versione di Garuda appare negli stemmi araldici della Thailandia e dell'Indonesia. Il Garuda tailandese è reso in uno stile antropomorfo più tradizionale, mentre quello indonesiano è reso in stile araldico con tratti simili all'aquila di Giava.

  1. ^ Alain Daniélou, The Myths and Gods of India, nota 3 p.160

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