Gens Abudia

gens romana

La gens Abudia fu una gens plebea romana. [1]

Fiorì in epoca imperiale e nessuno dei suoi membri ricoprì le più alte magistrature dello stato romano. Solo Ruso Abudio ricoprì la carica di edile sotto Tiberio. Tutti gli altri appartenenti a questa gens ci sono noti solo grazie alle iscrizioni.[2]

Praenomina

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I principali praenomina della gens Abudia erano Marcus, Publius e Titus. Ma abbiamo anche esempi di Gnaeus, Lucius e Quintilius .[3]

  • Ruso Abudio, ex edile, aveva comandato una legione sotto Gneo Cornelio Lentulo Getulico in Germania Superiore.[4]
  • Abudio, nominato in un'iscrizione del I secolo a Virunum, Norico.
  • Lucio Abudio L. f., nominato in un'iscrizione a Vasio, nella Gallia Narbonense.
  • Gneo Abudio Fortunato, sepolto a Roma, in un sepolcro di famiglia dedicato dalla moglie, Ottavia Faustilla, e databile alla fine del I secolo d.
  • Marco Abudio Luminario, dedicò una tomba a Roma per la sua cliens, per sua moglie, Megiste Abudia, e per suo figlio, Marco Abudio Saturnino.
  • Massima Abudia, dedicò al figlio una tomba a Iader in Dalmazia, databile tra la metà del II secolo e la fine del III.
  • Megiste Abudia, liberta,cliente e moglie di Marco Abudio Luminario, forse il suo precedente padrone. Il quale probabilmente dedicò una tomba a Roma a Megiste e al loro figlio, Marco Abudio Saturnino.
  • Murinilla Abudia, dedicò una tomba a Carnuntum nella Pannonia Superiore, databile alla seconda metà del II secolo, al marito Liciniano Crescente, probabilmente tribuno della diciottesima coorte di volontari mauretani, di età compresa tra i quarantacinque anni.
  • Pelegusa Abudia, dedicò una tomba a Nemausus nella Gallia Narbonese al suo liberto, Gellio.
  • Prima Abudia, sepolta a Roma, in una tomba dedicata dal marito Epafrodito e risalente alla seconda metà del I sec.
  • Prima Abudia, sepolta in un sepolcro di famiglia ad Aquileia in Veneto, costruita da Tito Albio Rufo, soldato dell'VIII legione Augusta, suo figlio o genero, e risalente alla fine del I secolo.
  • Tito Abudio Prisco, originario di Aquileia, veterano della Legio VII Claudia, fu sepolto a Scupi in Mesia Superiore, all'età di ottantacinque anni, in una tomba costruita dalla moglie Felicula, databile verso la fine del I secolo.
  • Demetro Cassidiario Abudio Prisco, uno degli agenti dei decurioni municipali di Gabii nel 220 d.C.
  • Publia Abudia, sepolta in una tomba del III secolo a Pola, costruita dai suoi genitori, Quinto Postumio e Publia Abudia, e dal fratello Publio.
  • Marco Abudio Seleuco, costruì delle tombe a Roma per suo fratello, Gaio Attio Venusto, e la sorella, la liberta Attia Primigenia.
  • Satura Abudia, una donna sepolta ad Ammaedara nell'Africa Proconsolare, aveva ottant'anni.
  • Marco Abudio Saturnino, ragazzo sepolto a Roma, di otto anni, insieme a sua madre, Megiste Abudia, in una tomba costruita da suo padre, Marco Abudio Luminario.
  • Quinto Abudio Teodoto, un liberto di Frontone, fece un'offerta alle dee di Vasio.
  • Vero Abudio, dedicò un monumento del I secolo a Parentium in memoria di sua madre, Giulia Varilla, e dei fratelli Publio Giulio Severiano, Galeonia Larga e Publio Giulio Novato, per la volontà di sua madre.
  • Tito Abudio Vero, un eques in servizio con l'esercito a Ravenna nel I secolo, fece un'offerta a Nettuno.
  • Marco Abudio Vitalio, fece ad Aquileia un sepolcro di famiglia del III secolo per sua moglie e la sua famiglia.
  1. ^ Tacitus, Annales, vi. 30.
  2. ^ Rutledge, Imperial Inquisitions, p. 185.
  3. ^ Gerstl, Supplementum Epigraphicum, 245.
  4. ^ CIL XII, 1388. (per ogni membro della gens