Giò Batta Santini
Giovanni Batta Santini, noto come Giò Batta (Follonica, 1875 – 1948), è stato un politico italiano.
Giò Batta Santini | |
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Busto di Giò Batta Santini nel municipio di Follonica | |
Presidente della Provincia di Grosseto | |
Durata mandato | 5 dicembre 1920 – 1922 |
Predecessore | Arturo Pallini |
Successore | Arturo Pallini |
Sindaco di Follonica | |
Durata mandato | 1944 – 1948 |
Predecessore | Baldassarre Agnelli |
Successore | Milton Bartoli |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Socialista Italiano |
Professione | fabbro |
Biografia
modificaNato nel 1875 a Follonica in località Rondelli, iniziò giovanissimo a lavorare come fabbro per le locali fonderie Ilva.[1] Iscrittosi al Partito Socialista Italiano, si interessò di questioni sindacali, scrivendo per Il Metallurgico e altri periodici socialisti e sindacali grossetani, piombinesi e pistoiesi. Si oppose all'intervento italiano nella grande guerra.[1]
Nel 1916 divenne membro del comitato esecutivo della commissione federale provinciale del partito, eletto durante il XV congresso provinciale con sede a Follonica,[2] e fu riconfermato nel successivo congresso del marzo 1919.[3][4] Fu inoltre consigliere comunale a Massa Marittima.[5]
Alle elezioni amministrative del 1920 i socialisti vinsero per la prima volta le provinciali grossetane e Santini risultò eletto al consiglio provinciale di Grosseto per il mandamento di Massa con 2 328 voti.[5] Il 27 novembre 1920 fu eletto presidente della deputazione provinciale e prese possesso del mandato il 5 dicembre successivo.[6]
Il governo dell'amministrazione provinciale si rivelò particolarmente ostico e turbolento, anche per le rappresaglie degli oppositori politici. Santini fu preso di mira dagli squadristi fascisti e aggredito in due occasioni tra il 1921 e il 1922, a Grosseto e a Giuncarico.[1] Il 15 aprile 1922 alcuni fascisti locali lanciarono alcune bombe sulla sua casa di Rondelli. Costretto alle dimissioni, Santini si ritirò dalla vita politica, rimanendo fuori dalla scena pubblica per tutta la durata della dittatura.[1]
Dopo la liberazione fu nominato sindaco di Follonica dal locale Comitato di liberazione nazionale e resse l'amministrazione del comune fino al 1948, anno della sua morte.[7][8]
Note
modifica- ^ a b c d Biblioteca Comunale 1996, p. 51.
- ^ XV congresso provinciale socialista, in Il Risveglio, 6 febbraio 1916.
- ^ Il XVI congresso provinciale socialista, in Il Risveglio, 9 marzo 1919.
- ^ Arzilli 1998, p. 43.
- ^ a b Arzilli 1998, p. 258.
- ^ Arzilli 1998, pp. 279-281.
- ^ Biblioteca Comunale 1996, p. 47.
- ^ Giobatta Santini, ricordato come sindaco della Liberazione, salì alla ribalta per volere del Cnl, Il Tirreno, 24 novembre 1998. URL consultato il 15 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2018).
Bibliografia
modifica- "Il mi' paese è libero..." fra testimonianze e carteggi: Follonica dal 1940 al 1945, Follonica, Biblioteca Comunale, 1996.
- Adriano Arzilli, Il 1919 e il 1920 nella provincia di Grosseto: lotte sindacali, elezioni politiche e amministrative, amministrazione provinciale e comunale di Grosseto, Roccastrada, Il mio amico, 1998.