La guardia ai fuochi è uno degli addetti al servizio antincendio nei porti italiani.

Servizio modifica

La Legge 13 maggio 1940, n.690 in materia di "Organizzazione e funzionamento del Servizio antincendio nei porti", successivamente modificata ed integrata dalla Legge 27 dicembre 1973, n.850 "Aumento degli organici del Corpo nazionale dei vigili del fuoco", art. 20, disciplina il servizio integrativo antincendio nei porti.

Il servizio è gestito da personale civile, in prevalenza inquadrato in compagnie private di vario genere.

Parallelamente alle società suddette esiste anche il Corpo Nazionale Guardia ai Fuochi, realtà definita come un'O.D.V./E.T.S.[1] (Organizzazione di Volontariato/Ente Terzo Settore) in base alle disposizioni del D.Lgs. n.117 del 3 luglio 2017, legato alla Protezione Civile, Ausiliario di Marina in base alle citate Leggi 690/40 e 850/73, che, tramite la sua Direzione Nazionale (l'ente direttivo del corpo), i reparti e distaccamenti operativi presenti in varie regioni italiane, ha tanto lo scopo di offrire servizi antincendio, quanto quello di fungere da ente morale del patrimonio di valori etici e storici dell'organizzazione.

Gli operatori possono essere ex-ausiliari dei vigili del fuoco, militari congedati dalla Marina Militare o dal Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera o marittimi della Marina Mercantile qualificati da appositi corsi antincendio.

Tutte queste realtà, per poter operare, devono essere autorizzate preventivamente dalla Capitaneria di Porto locale di concerto con il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco[2], previo superamento di un esame.

Tutti gli operatori guardia ai fuochi devono comunque essere iscritti all'albo dei discontinui o volontari del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, previo superamento dell'apposito corso che si svolge sotto la responsabilità del Comandante provinciale dei vigili del fuoco di residenza del richiedente.

Diverse realtà del settore utilizzano un sistema gerarchico analogo a quello della Marina, per ragioni di aderenza all'origine storica tipicamente marittima, e di immediato raffronto con Enti ed Amministrazioni con cui si trovino ad operare.

Simbologia modifica

Il simbolo distintivo delle guardie ai fuochi è costituito da due ancore incrociate, sormontate da una granata fiammata, ad evidenziare tanto l'appartenenza al contesto marittimo, quanto il compito relativo alla gestione del fuoco.

Storia modifica

Della “Guardia del Fuoco” si ha traccia attraverso un decreto del 1334 che ne descrive l'obiettivo di combattere il fuoco.[senza fonte] È intuitiva la difficoltà di individuare la nascita del mestiere della Guardia del Fuoco che probabilmente coincide con i primi approcci che l'uomo ha avuto con il mare.

Le prime navi, infatti, erano di legno e il fuoco, pur rappresentando un serio pericolo, non poteva certo mancare a bordo.

Nascono così figure in grado di controllarlo sia nell'ordinario (controllando che non si spegnesse) sia nel circoscriverlo in caso di incendio.

Oltre al lavoro in nave, esisteva anche un lavoro a terra del guardiafuoco che, con fuochi terrestri, indicava alle navi, come un moderno faro, la via del ritorno.

Note modifica

  1. ^ Provvedimento di iscrizione dell’Ente, su regione.sicilia.it.
  2. ^ Capitaneria di porto Manfredonia (PDF), su guardiacostiera.gov.it.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica