Guerra degli stop

contoversia franco-spagnola

La Guerra dei segnali di stop, anche conosciuta come Guerra degli stop, (in spagnolo: Guerra de los stops, in francese: Guerre des stops) è stata una controversia, satiricamente definita come "guerra" dai media[1], accaduta sulla strada franco-spagnola D-68 (Francia) / N-154 (Spagna) che collega la città e l'exclave spagnola di Llívia con Puigcerdà (città di confine spagnola vicino alla Francia) tra i primi anni '70 e gli anni '80.[2][3][4]

Guerra degli stop
Cartello di confine della città di Llívia, sulla strada in cui la controversia degli stop ha avuto luogo
Data~1970 - 1983
LuogoStrada Nazionale N-154 / D-68 fra Llívia, Spagna e Puigcerdà, Spagna
CausaPosizionamento di alcuni stop lungo l’intersezione fra le due strade (N-154/D-68 e N-20)
EsitoCostruzione di un viadotto per separare le due strade (N-154/D-68 e N-20) e di una rotatoria (N-154/D-68 e D-30) con precedenza alla N-154 / D-68 e rimozione degli stop
Schieramenti
Francia (un corpo di polizia) Spagna (alcuni civili della zona)
Voci di crisi presenti su Wikipedia

Origini della controversia modifica

 
L'incontro dei due monarchi all'isola dei Fagiani nel 1659 per la ratifica della Pace dei Pirenei; olio su tela di Jacques Laumosnier (~1670 - post 1743), Musée de Tessé, Le Mans

Le origini della controversia sono databili al 7 novembre 1659, quando fu firmata la Pace dei Pirenei che pose fine alla Guerra franco-spagnola del 1635-1659, parte del più grande conflitto della Guerra dei trent'anni. Nel trattato stipulato, infatti, venne stabilito che la Spagna avrebbe dovuto cedere alla Francia, oltre ad altri territori, parte della Catalogna del Nord (ad eccezione di Llívia che diventava exclave spagnolo). Ciò ha effettivamente creato una situazione paradossale per cui per passare dall'exclave al resto del paese iberico era necessario attraversare due confini internazionali, sebbene questi fossero comunque privi di barriere di alcun tipo per via dell'evidente posizione isolata della zona e inutilità di attuazione di un confine controllato.

In seguito, dopo la ratifica del Trattato di Bayonne del 1866, fu stabilito ufficialmente che il percorso (ora strada) che collegava Llívia con Puigcerdà era di "libera circolazione", rendendo di fatto la strada, eccetto in caso di reati e situazioni sanzionabili affini, un "territorio neutrale soggetto a condominio" per facilitare l'attraversamento di alcuni pascoli che la città possedeva all'interno del territorio francese. Esso infatti affermava questo concetto in tale formulazione:

«[…] E poiché per andare da Llívia a Puyserda, o da Puyserda a Llívia o per passare da uno dei Villaggi che appartengono a Sua Maestà Cristianissima a uno di quelli che appartengono a Sua Maestà Cattolica, può succedere che dovrò passare attraverso i limiti di Llívia o Puyserda, o attraverso i limiti di alcuni villaggi in Francia. Noi […] dichiariamo che qualsiasi tipo di merce o alimento che passerà attraverso i suddetti limiti passando per la Strada Reale da Llívia a Puyserda o da Puyserda a Llívia, o andando da un villaggio in Spagna a uno di quelli in Francia, non sarà da pagare alcun obbligo agli Ufficiali di Francia, né ad altri Doganieri o Contadini, o altri non specificati Beneficiari, dei diritti dei due Regni; dichiarando inoltre che le dette strade e passaggi reali che si potrebbero prendere per andare da Llívia a Puyserda, o da Puyserda a Llívia, o per andare da un villaggio di Francia a uno di quelli di Spagna, saranno libere ai sudditi dell'uno e l'altro Regno, senza che i detti Sudditi siano rispettivamente disturbati nei detti passaggi dai Ministri dei due Regni per qualsivoglia ragione, non volendo che tale libertà di passaggio possa servire ad assicurare l'impunità per i delitti che potrebbero essere commessi nelle dette strade e passaggi, tanto più che la cattura e la punizione dei colpevoli apparterranno a quelli del Territorio dei detti passaggi dove saranno stati commessi i delitti. […]»

In seguito, venne anche stabilito che, per i cittadini spagnoli, era possibile usare la porzione di strada in territorio francese purché si rimanesse su quest’ultima (quindi non "entrare" in territorio francese) e, per i cittadini francesi, di attraversare la strada senza usarla per entrare in territorio spagnolo.

 
Posizione di Llívia (rosso), circondata dal territorio francese, all’interno della Provincia di Gerona, in Catalogna

Sviluppo modifica

Quando il governo francese costruì due strade nei primi anni '70 che intersecavano la strada da Llívia a Puigcerdà, per questioni di sicurezza stradale, vennero posti alcuni segnali di stop che costringevano le persone provenienti dalla N-154 / D-68, strada meno trafficata e più rurale, a fermarsi e favorire il traffico della strada francese N-20. La popolazione di Llívia ha dunque iniziato ad abbattere ripetutamente gli stop nel corso degli anni, in nome di una violazione, da parte del governo francese, della "libera circolazione" sulla strada che il sopracitato trattato di Bayonne stabilì nel 1866. Poiché tale situazione spesso portò a incidenti stradali e veri e propri "furti" di proprietà statali (i cartelli), la stessa Francia inviò piccoli contingenti di poliziotti per evitare i furti e gli incidenti.

Esito modifica

Alla fine, sotto pressione per la situazione, nei primi anni '80, il governo spagnolo finanziò la costruzione di un viadotto su una delle strade francesi, la N-20, mentre il governo francese cambiò le regole prioritarie in una rotatoria d’intersezione con la D-30 in modo che la strada in arrivo dovesse dare precedenza alla N-154/D-68.

L’importanza di queste modifiche è stata sicuramente cruciale per evitare ulteriori incidenti; tuttavia, dal 1995, essa, a livello diplomatico e frontaliero, è venuta meno, quando, in seguito alla ratifica da parte di entrambi i paesi della Convenzione di Schengen, non si è avuto più il bisogno di conformarsi strettamente al Trattato del 1866.

Note modifica

  1. ^ (FR) "Le mont Blanc n´est pas en France! Et autres bizarreries géographiques de Olivier Marchon p. 15,16" (Archiviato) (PDF), su seuil.com, SEUIL, 18 marzo 2014. URL consultato il 6 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2014).
  2. ^ (ES) Isidro Romero, Edición del miércoles, 12 mayo 1971, página 36, su hemeroteca.lavanguardia.com, LaVanguardia, 12 maggio 1971.
  3. ^ (EN) Andrea Nougueira Calvar, The Spanish town that ended up in France, su english.elpais.com, El País, 8 settembre 2014.
  4. ^ (EN) Peter Sahlins, Boundaries: The Making of France and Spain in the Pyrenees, su books.google.it, University of California Press, 1989.

Collegamenti esterni modifica