Guillaume Le Testu

cartografo, esploratore e navigatore francese

Guillaume Le Testu (circa 1509-12 – 29 aprile 1573) è stato un cartografo, esploratore e navigatore francese.

Guillaume Le Testu, Jave la Grande, in Cosmographie Universelle, 1555/56. Da notare che il nord è sulla sinistra.

Fu uno dei più importanti cartografi del suo tempo e autore di mappe presso la scuola cartografica di Dieppe. Le sue mappe si distinguevano per la loro accuratezza e ricchezza di dettagli, influenzando intere generazioni di cartografi, navigatori ed esploratori.

Le Testu operò con successo come corsaro durante i primi anni delle guerre di religione francesi. Nel 1573, insieme a Sir Francis Drake, attaccò un convoglio spagnolo di muli che trasportava oro e argento a Nombre de Dios, sulla costa atlantica di Panama. Catturato dagli spagnoli, venne successivamente ucciso.

L'ipotesi che Le Testu abbia mappato (o addirittura visitato) l'Australia si basa su due elementi: in primo luogo, la raffigurazione nelle sue mappe di una grande isola (o continente) a sud di Giava, identificata da Le Testu come la "Jave la Grande" (letteralmente "Grande Giava") menzionata da Marco Polo (conosciuta all'epoca anche con il nome di Terra Australis). In secondo luogo, l'inserimento nelle mappe di uccelli che assomigliano a cigni neri e casuari, entrambi originari dell'Australia.[1] Tuttavia, Le Testu non affermò mai di aver visto personalmente la "Jave la Grande" e, all'epoca, era pratica comune tra molti cartografi incorporare elementi ipotetici, mitologici o fantastici, come del resto fece anche Le Testu [2]. Le sue mappe infatti raffiguravano anche unicorni, creature mostruose e serpenti giganti lunghi 200 metri, basilischi, satiri, Blemmy (uomini senza testa) e Cinicefali (uomini con la testa di cane) [3]

I lavori di Le Testu furono utilizzati dall'ammiraglio Gaspard de Coligny e dagli ugonotti francesi nella speranza di stabilirsi in Brasile, Florida, Caraibi e persino nella Terra Australis ispirata alla "Jave la Grande" di Le Testu. Tuttavia, questi tentativi vennero abbandonati a seguito dell'assassinio di Coligny nel 1572 e della morte di Le Testu l'anno successivo [4].

Biografia

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Planisfero dalla Cosmographie Universel di Guillaume Le Testu (1556)

Guillaume Le Testu nacque tra il 1509 e il 1512, probabilmente a Le Havre in Normandia oppure a Grasse in Provenza. Fu uno degli ultimi studenti di cartografia della famosa scuola di Dieppe [5] . Successivamente partecipò a viaggi di esplorazione nell'Oceano Atlantico.

Nel 1550, Le Testu ricevette l'incarico da re Enrico II di creare una mappa delle Americhe, in particolare delle zone interessate ai commerci francesi. Nel giugno del 1551 salpò per il Brasile in una missione di esplorazione e ricognizione per conto di Enrico II, mappando la costa fino al Rio della Plata. La sua nave, la Salamandre [6], raggiunse il 26° grado di latitudine sud, superando di gran lunga l'attuale Rio de Janeiro. A fine dicembre, vicino a Trinidad, fu coinvolto in uno scontro a fuoco con due navi portoghesi, che danneggiarono gravemente la sua imbarcazione. Tuttavia, al suo ritorno a Dieppe nel luglio del 1552, era riuscito a mappare gran parte della costa sudamericana [7].

Le Testu partecipò anche alla fondazione di una colonia francese vicino a Rio de Janeiro nel 1555.

Nel 1555 o 1556, Le Testu realizzò un atlante del mondo intitolato Cosmographie Universelle selon les Navigateurs, tant anciens que modernes, ottenendo di conseguenza il titolo di Pilote Royale da Enrico II [8]. La Cosmographie Universelle conteneva 56 mappe, presumibilmente basate su carteggi disegnati a mano da Le Testu stesso durante le sue spedizioni [9]. Questo atlante celebrava i trionfi militari e i sogni imperialisti della monarchia francese [10], ed era dedicato al mentore e patrono di Le Testu, l'ammiraglio Gaspard de Coligny, diventato leader degli Ugonotti tre anni prima. Il manoscritto si basava su carte nautiche francesi, spagnole e portoghesi fornite da Coligny. L'atlante includeva dodici carte di Jave la Grande/Terra Australis, che Le Testu posizionava a sud delle Molucche. Lo stesso Le Testu commentò: "Tuttavia, ciò che ho segnato e raffigurato è solo frutto di immaginazione, e non ho annotato o segnalato nulla riguardo alle risorse o difficoltà del luogo, né delle sue montagne, fiumi o altre cose; poiché non c'è ancora stato nessun uomo che ne abbia fatto una scoperta certa" [11]. Successivamente, Coligny appoggiò una proposta dei fratelli d'Albagno, per una spedizione a Terra Australis per indagare sulla possibilità di insediarvi una colonia francese [12].

Tre secoli dopo, lo studioso inglese Edward Jenks ipotizzò che una carta, che si diceva fosse stata creata nel 1542 e in seguito conservata dal British Museum, potesse essere stata la fonte di Le Testu per Jave la Grande.[13] La Cosmographie Universelle (1555) e l'atlante mondiale (1556) di Le Testu si trovano entrambi presso la Bibliothèque Nationale di Parigi.[14] La mappa, secondo Jenks, apparteneva a "un tale di nome Rotz, un marinaio francese che trascorse parte della sua vita in Inghilterra". Jenks commentò: "questo fatto avvalora in parte la tesi sostenuta dai francesi, secondo cui il loro connazionale Guillaume Le Testu sarebbe il vero scopritore dell'Australia. La tesi si basa principalmente sul fatto che il nome di Le Testu compare su una mappa del 1555, in cui è delineato un continente meridionale, chiamato Jave la Grande ("Grande Giava"). Ma questo fatto, naturalmente, dimostra solo che Le Testu aveva sentito parlare di un tale paese..."

Gli anni successivi furono teatro dello scoppio delle Guerre di religione francesi, guerre civili combattute tra Ugonotti e Cattolici. Nel 1567, Le Testu si schierò con gli Ugonotti protestanti, conducendo azioni di pirateria per due anni prima di essere catturato dai Cattolici. Rimase imprigionato per oltre quattro anni fino a quando non fu rilasciato per ordine del re Carlo IX, grazie all'interesse pubblico nei suoi confronti.

Il 23 marzo 1573, Le Testu incontrò inaspettatamente Sir Francis Drake vicino a "Cabo de Cativas", nei pressi di Cativá, Panama. Le Testu comandava la nave da guerra Havre (o New Haven) da 80 tonnellate con un equipaggio di settanta uomini; sebbene non si sappia quale fosse la missione di Le Testu, potrebbe essere stato lì per volere di uno sponsor italiano.[15] Secondo quanto riferito, avrebbe donato a Drake una scimitarra, appartenuta in precedenza al condottiero Piero Strozzi, come regalo da parte di Coligny.[16] Fu durante questo incontro, dopo aver portato notizie del massacro di San Bartolomeo, che si offrì di unirsi a Drake in un'ultima incursione contro un treno di muli spagnoli diretti a Nombre de Dios prima di lasciare la zona.

Lui e Drake salparono con la loro flotta combinata verso il "Rio Francisco" (probabilmente Rio Cuango, vicino a Cuango, Panama). Le Testu e Drake sbarcarono con i loro uomini appena a est di Nombre de Dios. Le Testu aveva 70 uomini sotto il suo comando, mentre Drake stesso guidava 31 uomini compresi i suoi alleati Cimarrón.[17] Mentre le loro navi salpavano, con l'ordine di tornare per loro in quattro giorni, la compagnia si diresse nell'entroterra verso un punto due leghe a sud della città, arrivando il 29 aprile, dove attesero il treno di muli spagnolo. Poco dopo il loro arrivo, il gruppo udì campane in lontananza che segnalavano l'arrivo della carovana. Le esplorazioni dei Cimarrón avvertirono anche del loro avvicinamento, segnalando la dimensione della carovana composta da quasi 200 muli ciascuno con un carico di fino a trecento libbre di tesoro. Drake aveva scelto il punto per l'imboscata, credendo che gli spagnoli fossero più vulnerabili poiché si stavano avvicinando alla loro destinazione dopo aver viaggiato attraverso chilometri di giungla, per cogliere di sorpresa il treno di muli con un attacco a sorpresa. Scacciarono le guardie spagnole, anche se a costo di diversi Cimarrón e francesi.[18]

L'attacco fu un completo successo e Drake e Le Testu riuscirono a catturare quasi 30 tonnellate di oro e argento. I corsari si impadronirono di una cifra compresa tra gli 80.000 e i 100.000 pesos in oro: in effetti, il tesoro era così ingente che i corsari non riuscirono a portare via tutto l'argento e dovettero seppellire quello che rimaneva. La parte di Le Testu ammontava a 20.000 sterline. Tuttavia, rimase gravemente ferito durante il primo assalto e scelse di riposare con due dei suoi uomini lungo la strada finché non fosse stato in grado di rimettersi in viaggio. Mentre il resto del gruppo continuava a dirigersi verso il punto di incontro programmato con la loro flotta, si trovarono di fronte, invece, una flotta spagnola che li attendeva. Drake fu costretto a costruire una zattera e salpare verso un'isola a circa tre leghe al largo, dove raggiunse le sue navi. Una volta al sicuro a bordo con il suo equipaggio, inviò una squadra di soccorso per Le Testu. Al ritorno, gli uomini di Drake riferirono che Le Testu e i suoi compagni erano stati catturati dai soldati spagnoli e giustiziati. Le Testu venne decapitato. Uno dei suoi uomini era stato anche torturato fino a rivelare la posizione della maggior parte dell'argento sepolto.[19] La testa di Le Testu fu riportata a Nombre de Dios dove venne esposta sulla piazza del mercato.

Gli uomini di Drake riuscirono a trovare altro argento che era stato trascurato, che riportarono indietro per dividerlo tra gli equipaggi inglesi e francesi prima di salpare nuovamente verso l'Europa.[20] Tuttavia, i francesi sopravvissuti in seguito si lamentarono del fatto che gli inglesi avessero preso la maggior parte del bottino.[4]

È possibile che Le Testu abbia parlato a Drake e ai suoi soci di piani per una spedizione a Jave la Grand/Terra Australis, ispirando in qualche modo il viaggio di Drake nell'Oceano Pacifico e la circumnavigazione del globo tra il 1576 e il 1578.[21]

  1. ^ Eisler, William. The Furthest Shore: Images of Terra Australis from the Middle Ages to Captain Cook. Cambridge, UK: Cambridge University Press, 1995. (pg. 23) ISBN 0-521-39268-3
  2. ^ McIntosh, Gregory C. The Piri Reis map of 1513. Athens: University of Georgia Press, 2000. (pg. 45) ISBN 0-8203-2157-5
  3. ^ Pettegree, Andrew. Europe in the Sixteenth Century. Oxford, UK: Blackwell Publishers, 2002. (pg. 228) ISBN 0-631-20704-X
  4. ^ a b Quinn, David B. Explorers and Colonies: America, 1500-1625. London: Hambleton Press, 1990. (pg. 63) ISBN 1-85285-024-8
  5. ^ (EN) R. Unger, Ships on Maps: Pictures of Power in Renaissance Europe, Springer, 4 agosto 2010, pp. 119–124, ISBN 9780230282162.
  6. ^ The salamander was a royal device favoured by Henry II and his father, Francis I.
  7. ^ McGrath, John T. The French in Early Florida: In the Eye of the Hurricane. Gainesville: University Press of Florida, 2000. (pg. 17) ISBN 0-8130-1784-X
  8. ^ Cosmographie universelle, Guillaume Le Testu, Le Havre, 1556.
  9. ^ Buisseret, David, ed. Monarchs, Ministers, and Maps: The Emergence of Cartography as a Tool of Government in Early Modern Europe. Chicago: University of Chicago Press, 1992. (pg. 103) ISBN 0-226-07987-2
  10. ^ Frank Lestringant, La Cosmographie universelle de Guillaume Le Testu (1556): Au croisement de la géographie savante et de la science nautique des portulans, in CFC, n. 216, 2013, pp. 91–107.
  11. ^ Jacob, Christian. The Sovereign Map: Theoretical Approaches in Cartography Throughout History. Chicago: University of Chicago Press, 2006. (pg. 146) ISBN 0-226-38953-7; Frank Lestringant, Mapping the Renaissance World, (transl. by David Fausett), Cambridge, Polity/Blackwell, 1994, p.133.
  12. ^ Amy Glassner Gordon, "Mapping La Popelinière's Thought: Some Geographical Dimensions", Terrae Incognitae, vol.9, 1977, pp.60-73; Numa Broc, "De l’Antichtone à l’Antarctique", Cartes et figures de la Terre, Paris, Centre Georges Pompidou, 1980, pp.136-49.
  13. ^ Jenks, Edward. A History of the Australasian Colonies (From Their Foundation to the Year 1893). Cambridge, UK: Cambridge University Press, 1895. (pg. 5-6)
  14. ^ Clarke, Marcus. History of the Continent of Australia and the Island of Tasmania (1787 to 1870). Melbourne: F.F. Bailliere, 1870. (pg. 4)
  15. ^ Lane, Kris E. Blood and Silver: A History of Piracy in the Caribbean and Central America. Oxford, UK: Signal Books, 1999. (pg. 40) ISBN 1-902669-01-0
  16. ^ Knox, Robert. Nineteen Years Captivity in the Highlands of Ceylon, March 1660 - October 1679. New Delhi and Chennai: Asian Educational Services, 2004. (pg. xix) ISBN 81-206-1927-7
  17. ^ Sugden, John. Sir Francis Drake. Random House UK, 2006. (pg. 72) ISBN 1-84413-762-7
  18. ^ Whitfield, Peter. Sir Francis Drake. New York: New York University Press, 2004. (pg. 34) ISBN 0-8147-9403-3
  19. ^ Andrews, Kenneth R. Trade, plunder and settlement: Maritime enterprise and the genesis of British Empire, 1480-1630. Cambridge, UK: Cambridge University Press, 1984. (pg. 131) ISBN 0-521-27698-5
  20. ^ Kelsey, Harry. Sir Francis Drake: The Queen's Pirate. New Haven and London: Yale University Press, 1998. (pg. 63-64) ISBN 0-300-08463-3
  21. ^ R. Pearse Chope, 'New Light on Sir Richard Grenville: I. The Projected South Sea Voyage', Devonshire Association for the Advancement of Science: Report and Transactions, vol.49, 1917, pp.210-246.

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