Impiegato

lavoratore subordinato che svolge una prestazione prevalentemente intellettuale all'interno di un ufficio
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Per impiegato si intende un lavoratore subordinato che svolge la sua attività professionale alle dipendenze di un datore di lavoro (pubblico o privato), svolgendo attività prevalentemente di lavoro intellettuale, con esclusione di prestazioni di mera manodopera, all'interno di un ufficio.

Storia modifica

I marxisti tendono a inquadrare gli impiegati come appartenenti a uno strato intermedio fra gli operai e la borghesia, oltre a definirli come i collaboratori degli imprenditori, o ancora meglio come la "classe di servizio" secondo la concezione di Karl Renner.

Nel mondo modifica

Italia modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Classificazione dei lavoratori in Italia.

La definizione di impiegato nel sistema normativo italiano si ricava dall'art. 1 del R.D.L. 13 novembre 1924 n. 1825 che definisce il contratto di impiego privato:

«quello per il quale una società o un privato, gestori di un'azienda, assumono al servizio dell'azienda stessa, normalmente a tempo indeterminato, l'attività professionale dell'altro contraente, con funzioni di collaborazione tanto di concetto che di ordine, eccettuata pertanto ogni prestazione che sia semplicemente di mano d'opera.»

Nel diritto del lavoro italiano, gli impiegati costituiscono, accanto a dirigenti, quadri e operai, una delle quattro categorie di lavoratori subordinati previste dalla legge. In rapporto alla natura o alla qualità della prestazione, si distinguono impiegati di concetto e impiegati d'ordine. In particolare:

  • impiegati di concetto con funzioni direttive, preposti a un servizio o un reparto dell'azienda con autonomia d'iniziativa nei limiti delle direttive generali impartite dall'imprenditore o dal dirigente con cui collaborano;
  • impiegati di concetto che svolgono un'attività intellettuale nell'esercizio delle funzioni cui sono preposti, secondo un indirizzo di personale responsabilità per quanto concerne la decisione e l'iniziativa, anche se contenuta entro i limiti predeterminati dalle direttive dei superiori;
  • impiegati d'ordine, che svolgono un lavoro intellettuale, ma come mera attuazione delle direttive dei superiori, senza alcun potere di iniziativa.

Secondo una classificazione giuridica, gli impiegati sono una qualifica o una categoria professionale che a causa di un particolare tipo di contratto, ricevono un trattamento diverso da altre categorie di lavoratori.

In funzione al contenuto concreto della prestazione professionale si usa inoltre distinguere tra impiegati amministrativi, che hanno mansioni di collaborazione intellettuale senza incarichi di natura tecnica, e impiegati tecnici, che hanno mansioni di collaborazione intellettuale con preminenza di prestazione tecnica.
Tuttavia il loro ambito aziendale è tipicamente quello amministrativo, che prevede sia il controllo della movimentazione e l'utilizzo delle risorse produttive, sia la sua memorizzazione secondo le forme e i criteri regolamentari. Per svolgere queste mansioni gli impiegati occupano, tra gli altri, gli uffici di contabilità, di bilancio, di organizzazione, di acquisti e vendite.[1]

Delineare in modo preciso la posizione degli impiegati nel mondo del lavoro, oltreché le loro caratteristiche sociologiche sembrerebbe un'impresa piuttosto complicata, dato che risulta non soddisfacente sia la definizione di esecutore di lavori intellettuali, sia quella di lavoratori con incarichi direttivi.[1]

Note modifica

  1. ^ a b Sociologia dell'economia e del lavoro, di Luciano Gallino, Utet, Torino, 1989, pagg.192-196, voce "Impiegati"

Bibliografia modifica

  • C. Wright Mills, Colletti bianchi-Le classi medie in America, Torino, 1966.
  • M. Crozier, Il mondo degli impiegati, Milano, 1970.

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Collegamenti esterni modifica

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