JavaServer Pages

tecnologia di programmazione web in Java
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In informatica JavaServer Pages, di solito indicato con la sigla JSP (letto anche talvolta come Java Scripting Preprocessor), è una tecnologia di programmazione web in Java per lo sviluppo della logica di presentazione (tipicamente secondo il pattern MVC) di applicazioni web, fornendo contenuti dinamici in formato HTML o XML. Si basa su un insieme di speciali tag, all'interno di una pagina HTML, con cui possono essere invocate funzioni predefinite sotto forma di codice Java (JSTL) e/o funzioni JavaScript. In aggiunta, permette di creare librerie di nuovi tag che estendono l'insieme dei tag standard (JSP Custom Tag Library). Le librerie di tag JSP si possono considerare estensioni indipendenti dalla piattaforma delle funzionalità di un server web.

JSP
Estensione.jsp
Tipo MIMEapplication/jsp
Sito webwww.oracle.com/technetwork/java/jsp-138432.html

Descrizione

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Nel contesto della piattaforma Java, la tecnologia JSP è correlata con quella delle servlet: all'atto della prima invocazione, le pagine JSP vengono infatti tradotte automaticamente da un compilatore JSP in servlet. Una pagina JSP può quindi essere vista come una rappresentazione ad alto livello di un servlet. Per via di questa dipendenza concettuale, anche l'uso della tecnologia JSP richiede la presenza, sul server web, di un servlet container, oltre che di un server specifico JSP detto motore JSP (che include il compilatore JSP); in genere, servlet container e motore JSP sono integrati in un unico prodotto (per esempio, Tomcat svolge entrambe le funzioni).

JSP è una tecnologia alternativa rispetto a numerosi altri approcci alla generazione di pagine web dinamiche, per esempio PHP, o ASP o la più tradizionale CGI. Differisce da queste tecnologie non tanto per il tipo di contenuti dinamici che si possono produrre, quanto per l'architettura interna del software che costituisce l'applicazione web (e, di conseguenza, sui tempi di sviluppo, la portabilità, la modificabilità, le prestazioni, e altri aspetti di qualità del software).

Paradigma MVC

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Sun Microsystems raccomanda di utilizzare il pattern Model-View-Controller con le pagine JSP in modo da dividere il livello di presentazione da quello dell'elaborazione della request e dalla memorizzazione dei dati. Le normali servlet o delle pagine JSP dedicate vengono utilizzate per processare i dati. Dopo che l'eleborazione è terminata, il controllo passa ad una pagina JSP che serve solo a visualizzare l'output. Quest'ultima pagina JSP dovrebbe contenere solo HTML, XML e action e tag JSP; la pagina dovrebbe far uso dei JavaBeans per ottenere i dati.

In altri termini nello sviluppo di un'applicazione web la convenzione vuole che nelle JSP ci sia meno codice Java possibile e quello presente vada a richiamare codice Java nativo (oggetti e metodi) implementato in classi separate apposite dette appunto JavaBeans. Questa separazione consente infatti un facile riuso di codice dei Java beans una volta richiamato in un qualsiasi punto richiesto dell'applicazione web.

Struttura di una pagina JSP

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Una JSP è un documento di testo, scritto con una sintassi specifica, che rappresenta una pagina web di contenuto parzialmente o totalmente dinamico. Elaborando la pagina JSP, il motore JSP produce dinamicamente la pagina HTML finale che verrà presentata al web browser dell'utente. La pagina JSP può contenere tre tipi di elementi, a cui corrispondono tre diversi modi di elaborazione: contenuti statici, direttive e script.

Contenuti statici

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I contenuti statici sono porzioni della pagina JSP che devono essere mantenute integralmente nella pagina web generata dinamicamente, senza alcuna elaborazione. Devono pertanto essere scritte nel linguaggio di tag di cui il client può usufruire direttamente, per esempio HTML (se il client è un browser), WML (se il client è un cellulare che accede alla pagina in WAP) o XML (vari tipi di client).

Direttive

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Le direttive JSP si possono interpretare come comandi rivolti al motore JSP. Questi comandi vengono eseguiti in una fase di preprocessing, prima che siano elaborate le porzioni della pagina contenenti script. Le due direttive principali sono include e page.

  • include: ordina al motore JSP di includere un altro file in quello corrente. È un'operazione equivalente a quella di copiare e incollare il contenuto del file indicato in quello corrente. (Una direttiva di questo tipo è simile a quella prevista dal preprocessore del C/C++). Questa direttiva può essere usata, per esempio, per realizzare contenuti ricorrenti in diverse pagine di un sito web.
<%@ include file="filedaincludere.ext" %>
  • page: esistono numerose varianti della direttiva page, con scopi piuttosto diversi fra loro:
page import corrisponde all'import Java, e indica quali classi saranno utilizzate nel resto del documento;
<%@ page import="java.util.*" %> //importa tutte le classi del package java.util
page contentType indica in quale formato sia scritto il documento (per esempio HTML o XML)
<%@ page contentType="text/html" %>
page errorPage specifica la "pagina di errore" che deve essere visualizzata se l'elaborazione della pagina dinamica fallisse in seguito al verificarsi di qualche eccezione
page isErrorPage indica se quella corrente è una pagina di errore
<%@ page isErrorPage=false %> //specifica che non è una pagina di errore
page isThreadSafe indica se il servlet generato dalla pagina JSP è thread safe
page taglib indica che la pagina JSP fa uso di una libreria di tag. La libreria deve essere identificata tramite una URI (Uniform Resource Identifier)
<%@ taglib prefix="myprefix" uri="taglib/miataglib.tld" %>

Scripting

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La terza categoria di elementi presenti in una pagina JSP sono frammenti di codice sorgente (Java). Questi frammenti di codice sono quindi eseguiti dalla Java Virtual Machine e producono in output un testo, che va a contribuire al sorgente della pagina web in via di generazione. L'invocazione di codice Java è la chiave della generazione di pagine dinamiche in JSP; per esempio, le pagine JSP di un sito di acquisti online potrebbero includere codice Java che verifica la disponibilità di un prodotto e genera in output una pagina che riporta questa informazione.

Dichiarazioni

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La pagina JSP può includere dichiarazioni di attributi e metodi, introdotte dalla sequenza <%!. Tali attributi e metodi andranno a far parte della classe "servlet" generata dal compilatore JSP (la loro posizione all'interno del testo della pagina JSP è irrilevante). Lo sviluppatore che ha familiarità con la tecnologia servlet può sfruttare questa possibilità, per esempio, per fare overriding dei "metodi di life-cycle" dei servlet, come jspInit.

<%! int serverInstanceVariable = 1; %>

Espressioni

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Le espressioni sono introdotte dalla sequenza <%=, e contengono una qualsiasi espressione Java. Durante l'elaborazione della pagina JSP, l'espressione viene valutata dal motore JSP, il risultato viene convertito in stringa, e la stringa inserita nel codice HTML/XML nel punto corrispondente a quello dove compare l'espressione stessa.

<body>
Sei l'utente registrato nr. <%= registroUtenti.conta() %>
</body>

Scriptlet

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Gli scriptlet sono frammenti di codice immersi in un qualunque punto del testo. Concettualmente, si può immaginare che durante la costruzione della pagina web dinamica, il motore JSP includa senza elaborazioni i contenuti statici, procedendo dall'alto verso il basso nel documento, ed esegua immediatamente eventuali scriptlet incontrati durante l'operazione. Tecnicamente, questi scriptlet vengono inclusi nei metodi del servlet generato dalla pagina JSP, all'interno dei metodi che producono la risposta a una richiesta HTTP.

Variabili implicite

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Gli elementi di codice in una pagina JSP possono fare riferimento a un insieme di variabili predefinite:

out: rappresenta il flusso di output su cui viene prodotta la pagina web. Si tratta di un oggetto di classe JSPWriter. Il suo uso è spesso implicito (per esempio nelle espressioni), ma all'occorrenza si può fare riferimento a questa variabile
page: rappresenta il servlet generato dalla pagina JSP
pageContext: un oggetto di classe PageContext, che contiene dati associati all'intera pagina. L'oggetto può essere trasferito da una pagina JSP a un'altra
request: l'oggetto di classe HttpServletRequest che rappresenta la richiesta HTTP che ha portato all'attivazione della pagina JSP/servlet
response: l'oggetto di classe HttpServletResponse che rappresenta la risposta HTTP da inviare
session: l'oggetto di classe HttpSession che rappresenta la sessione HTTP all'interno della quale è stata invocata la pagina JSP
application: permette di accedere e di memorizzare gli oggetti per renderli accessibili da qualsiasi utente e modificabili da ogni pagina
config: viene spesso lasciato inutilizzato, visto che le informazioni messe a disposizione da questo oggetto implicito sono generalmente settate e rilevate in automatico.

Azioni JSP

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Le azioni JSP sono tag XML che consentono di controllare alcuni aspetti del comportamento del server web. Alcuni esempi sono i seguenti:

jsp:include: cede il controllo a un'altra pagina JSP, con ritorno del controllo a elaborazione terminata; simile a una chiamata di procedura
jsp:forward: cede il controllo, definitivamente, a un'altra pagina JSP
jsp:param: introduce un parametro aggiuntivo nel contesto di azioni come include e forward.

Librerie di tag JSP

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Oltre alle azioni predefinite, gli sviluppatori possono aggiungere action sviluppate da loro usando le API per l'estensioni dei tag JSP. Gli sviluppatori scrivono una classe Java che implementa una delle interfacce Tag e forniscono una descrizione XML della libreria in cui si specificano i tag e le classi java che li implementano.

Consideriamo il seguente codice:

<%@ taglib uri="mytaglib.tld" prefix="myprefix" %>
 ...
<myprefix:myaction> <%-- il tag di apertura %>
 ...
</myprefix:myaction> <%-- il tag di chiusura %>
...

Il compilatore JSP caricherà il file mytaglib.tld e vedrà che il tag 'myaction' è implementato dalla classe 'MyActionTag'. La prima volta che il tag viene usato nel file, verrà creata un'istanza di 'MyActionTag'. Quindi (e ogni volta che il tag viene usato), verrà invocato il metodo 'doStartTag()' quando viene incontrato il tag di apertura. Viene esaminato il risultato del tag di apertura e si determina come processare il contenuto del tag. Il contenuto è il testo compreso fra il tag di apertura e quello di chiusura. Il metodo doStartTag() può restituire uno dei seguenti valori:

  • SKIP_BODY - il contenuto del tag non verrà esaminato.
  • EVAL_BODY_INCLUDE - processa il contenuto del tag.
  • EVAL_BODY_TAG - processa il contenuto del TAG e invia il risultato nello stream di uscita.

NOTA: se il tag estende la classe BodyTagSupport verrà invocato quando il corpo è stato processato appena prima di invocare il metodo doEndTag. Questo metodo viene usato per implementare costrutti di loop.

Quando viene incontrato il tag di chiusura, viene invocato il metodo doEndTag. Questo metodo può restituire uno dei seguenti valori.

  • EVAL_PAGE - indica che il resto della pagina JSP deve essere processato.
  • SKIP_PAGE - indica che non ci devono essere ulteriori elaborazioni. Il controllo lascia la pagina JSP. Viene impiegato per le azioni di forward.

Il tag MyAction su descritto potrebbe avere una implementazione simile a questa:

public class MyActionTag extends  TagSupport {
   //Releases all instance variables.
   public void release() {...}
   public MyActionTag() { ... }
   //called for the start tag
   public int doStartTag() { ... }
   //called at the end tag
   public int doEndTag() throws JspTagException { ... }
}

Internazionalizzazione

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L'internazionalizzazione delle pagine JSP viene ottenuta mediante la stessa tecnica utilizzata nelle normali applicazioni Java, ovvero usando i resource bundles.

Il seguente frammento suggerisce come si potrebbe creare un'intestazione a diverse pagine web, facendo in modo che la presentazione possa variare in qualche dettaglio (per esempio, rendendo non cliccabile il link alla pagina corrente):

<jsp:include page="intestazione.jsp" > //includo una parte standard
<jsp:param name="questapagina" value="contatti"/> //fornisco informazioni specifiche
</jsp:include>

Il prossimo esempio illustra come gestire in modo uniforme l'inserimento di una applet in una pagina web. Prima dell'avvento del tag <OBJECT>, non esisteva un metodo univoco per integrare le applet. Questo tag è abbastanza scarno e si spera che in futuro verrà integrato in modo da supportare attributi dinamici. Allo stato attuale, il tag non supporta chiamate dinamiche alla applet; per esempio, se si ha una applet che disegna un grafico che richiede che i punti siano passati come parametri, non si può usare il tag jsp:params a meno che i punti non siano costanti. Non è possibile quindi, iterare su un ResultSet per creare i tag jsp:param. Bisogna quindi gestire a mano ogni tag jsp:param; ognuno di questi tag comunque può avere un nome dinamico e un contenuto dinamico.

<jsp:plugin type=applet height="100%" width="100%"
      archive="myjarfile.jar,myotherjar.jar"
      codebase="/applets"
      code="com.foo.MyApplet" >
  <jsp:params>
     <jsp:param name="enableDebug" value="true" />
  </jsp:params>
  <jsp:fallback>
    Your browser does not support applets.
  </jsp:fallback>
</jsp:plugin>

Nel seguente frammento, viene creato o reso accessibile un oggetto con nome myBean che appartiene alla classe MyBean del package com.foo e che sarà accessibile per tutta la durata della request. Questo significa che l'oggetto sarà accessibile e valido in tutte le pagine che vengono richiamate tramite i tag <jsp:include> e <jsp:forward> dalla pagina che per prima ha ricevuto la richiesta. L'attributo scope può avere i seguenti valori:

  • request - l'attributo sarà valido in tutte per tutta la durata della request. Quando la request sarà stata processata da tutte le pagine JSP, l'oggetto sarà deverenziato.
  • page - l'attributo sarà disponibile solo per la pagina corrente.
  • session - l'attributo è disponibile per tutta la durata della sessione dell'utente.
  • application - l'attributo è disponibile per ogni istanza e non viene mai dereferenziato. È lo stesso di definire una variabile statica o globale.
<jsp:useBean id="myBean" class="com.foo.MyBean" scope="request" />
<jsp:getProperty name="myBean" property="lastChanged" />
<jsp:setProperty name="myBean" property="lastChanged" value="<%= new Date()%>" />

JSP 2.0

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La nuova versione della specifica JSP include nuove funzionalità tese ad incrementare la produttività dello sviluppatore. In dettaglio:

  • un Expression Language (EL) che permette agli sviluppatori di creare template di stile (come quelli di Velocity);
  • un metodo più semplice e veloce di creare nuovi tag.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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