L'inavvertito ovvero Scappino disturbato e Mezzetino travagliato

commedia in prosa, scritta da Niccolò Barbieri

L'inavvertito ovvero Scappino disturbato e Mezzetino travagliato è una commedia in prosa in cinque atti con prologo (affidato alla maschera di Beltrame), scritta da Niccolò Barbieri nel 1629.

L'inavvertito ovvero Scappino disturbato e Mezzetino travagliato
Commedia in prosa in 5 atti con prologo
Illustrazione per l'edizione a stampa del 1630 (Angelo Salvadori Libraro, Venezia)
AutoreNiccolò Barbieri
Composto nel1629
Prima rappresentazione italianaTorino
Personaggi
  • Pantalone
  • Fulvio, suo figlio
  • Scappino, loro servitore
  • Beltrame
  • Lavinia, sua figliuola
  • Mezzetino, mercante di schiavi
  • Celia, sua schiava
  • Cintio, scolare
  • Spacca, amico di Scappino
  • Capitano Bellerofonte Martelione, forestiero
  • Laudomia, schiava sorella di Celia
  • Caporale dei Birri e seguaci
  • Birro da sequestri
 

Si tratta della forma definitiva di un suo preesistente canovaccio per l'improvvisazione tipica della commedia dell'arte[1]: l'autore volle così riportare alla forma originaria un soggetto che aveva subito stravolgimenti nelle rappresentazioni delle varie compagnie[2] .

Dalla commedia di Barbieri trassero ispirazione Philippe Quinault per la commedia L'amante indiscreto ovvero il Padrone stordito (1654)[3] e Molière per la commedia Lo stordito ovvero I contrattempi (1655)[4].

Trama modifica

Napoli. Fulvio, lo stolto figlio di Pantalone, riesce a mandare a monte tutti i piani del sagace servo Scappino per fargli sposare l'amata Celia. Alla fine l'avrà vinta Scappino, grazie anche all'aiuto del Capitano Bellerofonte.

Poetica modifica

Il tema del servo furbo, i cui intrighi per far conquistare al suo padrone il cuore della ragazza amata sono sconvolti dalla stupidità del padrone stesso, è un tema non dissimile da quello che si trova nelle Bacchidi e nello Epidico di Plauto[5].

Note modifica

  1. ^ P. A. Wadsworth, L'interesse and Le dépit amoreux, University of North Carolina at Chapel Hill for its Department of Romance Studies, 1973
  2. ^ [...] v'è chi per adornarlo l'ha tirato a forma tale, ch'io che gli son padre quasi non lo conosceva per mio. N. Barbieri, prefazione all'edizione a stampa
  3. ^ W. Brooks, Philippe Quinault, Dramatist, Ed, Peter Lang, Oxford 2008
  4. ^ [1]
  5. ^ G. E. Duckworth, Nature of roman comedy, Princeton University Press, 1952