Lodovico Burnacini

architetto italiano

Lodovico Ottavio Burnacini (1636Vienna, 1707) è stato un architetto e scenografo italiano, influente sull'arte scenografica contemporanea e successiva[1]. Assieme al padre Giovanni Burnacini divenne famoso per aver introdotto a Vienna il sistema di scenografia in stile fiorentino-veneziano sviluppato da Giovan Battista Aleotti.[2]

Attribuito a Ignaz Bendl: Medaglia raffigurante Lodovico Ottavio Burnacini. Vienna, 1688 circa. Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gabinetto numismatico.
Attribuito a Ignaz Bendl: Medaglia raffigurante Lodovico Ottavio Burnacini. Vienna, 1688 circa. Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gabinetto numismatico.

Biografia modifica

Origini e nascita modifica

Lodovico Ottavio fu figlio di una certa Grazia e dell'architetto teatrale Giovanni Burnacini di Cesena, dal quale apprese fin da giovane le arti dell'architettura teatrale e della scenografia.

Giorno e luogo di nascita di Lodovico Ottavio sono ancora sconosciuti. Per quanto riguarda il luogo di nascita, recenti ricerche non sono state in grado di confermare i riferimenti della letteratura ottocentesca[3][4] a Mantova, successivamente riportati da diverse monografie e voci enciclopediche. Anche riguardo a eventuali incarichi di Giovanni Burnacini nella stessa città, dalle fonti d'archivio non è stato possibile rinvenire alcun documento.

Poiché, invece, già dal 1636 è documentata un'intensa attività artistica e continua di Giovanni Burnacini a Venezia,[5] sembra plausibile che Lodovico Ottavio sia nato proprio nella città lagunare.

Formazione e influenza veneziana modifica

 
Lodovico Ottavio Burnacini: "Ponte di Rialto" con Pantalone, Vienna fine del XVII secolo. Vienna, Theatermseum.

A metà del XVII secolo Venezia era una delle città teatrali più importanti d'Europa e Lodovico Ottavio Burnacini, lavorando nella bottega del padre Giovanni – che dagli anni '40 conduceva teatri famosi come il San Cassian, il Teatro Santi Giovanni e Paolo e il Teatro Santissimi Apostoli – entrò molto precocemente in contatto con il mondo del teatro, potendo osservare da vicino la stretta collaborazione di impresari, ingegneri, compositori, musicisti, attori e ballerini ecc. È plausibile che in quel contesto, durante il carnevale, egli abbia anche visto le feste in maschera sulle calli e sui campi di Venezia così come le esibizioni dei comici dell'arte, al tempo molto presenti e apprezzate. Nel suo corpus di disegni conservati al Theatermuseum di Vienna, infatti, si ritrovano numerosi riferimenti al mondo della Commedia dell'arte, che indicano l'importanza di tali esperienze della sua giovinezza.[6]

Senza dubbio Lodovico Ottavio deve aver goduto di un'intensa formazione nella bottega paterna. Alcune sue prime incisioni create su disegni di Giovanni, come una intitolata Trionfo del SS. Sacramento (Praga, 1652), dimostrano, infatti, la stretta e lunga collaborazione tra padre e figlio.

Il trasferimento a Vienna modifica

Dopo aver effettuato una formazione artistica, un apprendistato ed una prima parte di carriera nella sua città, nel 1652 si spostò a Vienna, seguendo il padre, per prestare i suoi servigi alla corte imperiale.[7]

In poco tempo ottenne l'incarico di architetto di fiducia di Leopoldo I e progettò numerose strutture, quali l'ala del palazzo imperiale di Trakt nei cinque anni successivi al 1660, il rifacimento del teatro di corte nel 1665 e una sezione del castello di Laxenburg nel 1676.[1]

Due anni dopo realizzò la decorazione de Il Pomo d'Oro, una festa teatrale realizzata per celebrare le nozze reali di Leopoldo e Margherita, che gli procurò una certa notorietà e successivamente fu invitato a decorare numerosi palazzi della capitale.[1]

Una volta terminate le ostilità con i Turchi ed esaurito l'assedio, nel 1683 fu ingaggiato per la ricostruzione dei palazzi imperiali, tra i quali il castello della Favorita e quello di Eberdorf.[8]

Nel 1687 con Paul Strudel, partecipò al progetto e alla realizzazione della Colonna della Peste sul Graben e assieme allo scultore Johann Bernhard Fischer von Erlach eresse il Mehlgrube nel mercato viennese.[8]

Seguì lo stile architettonico del padre, prediligendo le prospettive ad asse centrale con fuga all'infinito, oltre che le decorazioni allegoriche e antropomorfiche di ispirazione nordica.[9]

Il teatro di corte rifatto da Burnacini si distinse per le grandi dimensioni, per un palcoscenico basso caratterizzato dalla predisposizione ad accogliere numerose decorazioni sequenziali, per uno splendido palazzo del proscenio, per un soffitto orizzontale decorato con raffinatezza ed eleganza prospettica.[10]

Oltre a questa attività architettonica, Burnacini si distinse soprattutto come scenografo teatrale e come costumista di opere allestite al teatro di corte, eseguendo le scene di oltre un centinaio di opere, abitualmente con la collaborazione musicale di Draghi, Perti, Bertali, Ziani e su libretti di Minato.[11]

L'importanza del suo lavoro e la sua influenza sull'arte scenografica delle epoche seguenti è attestata dalla conservazione di suoi numerosi disegni presso la Biblioteca nazionale austriaca.[8]

Note modifica

  1. ^ a b c le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, p. 493.
  2. ^ (EN) LODOVICO OTTAVIO BURNACINI, su theatre-architecture.eu. URL consultato il 16 giugno 2018.
  3. ^ Heinrich Kábdebo, Zur Entwicklungs-Geschichte der Decorations- (Architektur-) Malerei in Wien, in Österreichische Kunst-Cronik, II, n. 4, Vienna, 15.6.1879, p. 62.
  4. ^ Albert Ilg, Die Fischer von Erlach, Vienna, Verlag von Carl Konegen, 1895, pp. 77, 79.
  5. ^ (DE) Samantha Santi o De Santi, Die Burnacini, eine Dynastie von Theateringenieuren. Neue Entdeckungen zu ihrer Herkunft, in Rudi Risatti (a cura di), Groteske Komödie in den Zeichnungen von Lodovico Ottavio Burnacini (1636-1707), Vienna, Hollitzer, 2019, pp. 39–61, ISBN 978-3-99012-614-1.
  6. ^ Claudia Contin Arlecchino, Rudi Risatti, Andrea Sommer-Mathis, Luca Fantinutti, Catalogo, in Rudi Risatti (a cura di), Groteske Komödie in den Zeichnungen von Lodovico Ottavio Burnacini (1636–1707), Vienna, Hollitzer, 2019, ISBN 978-3-99012-614-1.
  7. ^ (EN) Lodovico Ottavio Burnacini, su habsburger.net. URL consultato il 16 giugno 2018.
  8. ^ a b c Lodovico Burnacini, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 16 giugno 2018.
  9. ^ Burnacini, Ludovico Ottàvio, su sapere.it. URL consultato il 16 giugno 2018.
  10. ^ (DE) Burnacini, Ludovico Octavio Freiherr von, su deutsche-biographie.de. URL consultato il 16 giugno 2018.
  11. ^ Ludovico Ottavio Burnacini, su operamondo.it. URL consultato il 16 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2018).

Bibliografia modifica

  • (PL) M. B. Michalik e J. M. Michasiewicz, Kronika Opery, Varsavia, Wydawnictwo KRONIKA, 1993.

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN806001 · ISNI (EN0000 0000 6664 888X · CERL cnp01401652 · ULAN (EN500007823 · LCCN (ENnr91001279 · GND (DE118665332 · BNE (ESXX1707746 (data) · BNF (FRcb161160851 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-nr91001279