Margherita d'Oingt

mistica francese

Margherita d'Oingt (124011 febbraio 1310) è stata una mistica, monaca cristiana e scrittrice francese.

Rutilio Manetti, La beata Margherita d'Oyngt, 1618-24

Biografia

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Margherita d'Oingt era discendente della potente famiglia dei d'Oingt della Beaujolais, estinta nel 1382 in mancanza di eredi maschi.[1]

Celebre presso i contemporanei, Marguerite d'Oingt è stata una mistica, religiosa dell'Ordine certosino, contemporanea di Filippo il bello e Clemente V.

Dal 1288 è la quarta priora della Certosa di Poleteins (vicino a Mionnay dans les Dombes), fondata da Marguerite de Bâgé nel 1238, della quale oggi rimane soltanto un edificio.

Colta e in grado di scrivere in latino, Marguerite d'Oingt è una delle prime scrittrici delle quali si abbia traccia in Francia. La sua prima opera, in latino, è la Pagina meditationum (1286).

Due sono i testi importanti redatti dalla d'Oingt in francoprovenzale: La vita della santa Beatrice d'Ornacieux (Li Via seiti Biatrix, virgina de Ornaciu) e Speculum[2].

Dopo la morte fu venerata come beata, ma il culto fu interrotto durante la secolarizzazione dopo Rivoluzione francese, quando tutte le case dell'Ordine certosino furono disperse. Questa interruzione ne impedì la postulazione per beatificarla, alla fine del XIX secolo. Tuttavia l'ordine ne ricorda la memoria, diffondendone il pensiero.[3]

Assieme a Maria di Francia (1160-1210), Margherita Porete e Christine de Pizan (1364-1430), Marguerite d'Oingt fu una delle prime scrittrici di cui si abbia traccia in Francia.[3][4]

Da monaca colta, scrisse nel 1286, la Pagina meditationum ("Meditazioni") in latino. Fu anche autrice di due lunghi testi particolarmente notevoli in lingua francoprovenzale, i primi scritti conservati in questa lingua. Si tratta di Li Via seinti Biatrix, virgina de Ornaciu (un'agiografia di Beatrice d'Ornacieux, monaca certosina del monastero di Parmènie) e dello Speculum (“lo Specchio”). Fu autrice anche di cinque[5] Lettres.[4][6]

Le sue opere mistiche furono approvate dal capitolo generale dell'Ordine certosino.[6]

Impatto culturale

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Placca commemorativa a Margherita D'Oingt

La mistica fu oggetto dell'udienza generale del 3 novembre 2010 di Papa Benedetto XVI, che la descrisse come una «donna santa e saggia che esprime (...) una sensibilità tutta spirituale», affermando che:[1]

«Margherita ci invita a meditare la vita di dolore e amore di Gesù e di Maria e a dare così un senso alla nostra esistenza»

ovvero

«mettere la nostra vita al servizio di Dio e degli altri»
«A prima vista una certosina medioevale può apparire lontana da noi; ma se veniamo all’essenziale vediamo che tocca anche a noi il compito di arrivare al più profondo della nostra vita. Margherita ha considerato il Signore come un libro, uno specchio in cui appare anche la propria coscienza. La sua coscienza è stata pulita. Di questo abbiamo bisogno anche noi: lasciare entrare Gesù nella nostra coscienza perché sia illuminata e pulita. La spazzatura non è solo nelle strade. La spazzatura è anche nella nostra coscienza e nelle nostre anime e solo la forza e la luce del Signore ci dà la retta via : lasciamoci illuminare e pulire per imparare la vera vita.»
  1. ^ a b Udienza Generale del 3 novembre 2010: Margherita d'Oingt | Benedetto XVI, su www.vatican.va, Vatican Media. URL consultato il 29 aprile 2025.
  2. ^ Sergi Sancho Fibla, Escribir y Meditar. Las obras de Marguerite d'Oingt, cartuja del siglo XIII., collana El Árbol del Paraíso, Madrid, Siruela, 2018.
  3. ^ a b Storia – Monache Certosine, su chartreux.org. URL consultato il 29 aprile 2025.
  4. ^ a b Bruno Galland, La seigneurie d'Oingt au Moyen Âge, in Chroniques du pays beaujolais. Bulletin de l'Académie de Villefranche-sur-Saône 1989-1990, vol. 14, 1991, pp. p. 57–72.
  5. ^ Paul Meyer, Œuvres de Marguerite d'Oyngt, prieure de Poleteins, publiées d'après le ms. unique de la Bibliothèque de Grenoble, par E. Philipon, avec une introduction par M. C. Guigue, 1877, in Romania, vol. 7, n. 25, 1878, pp. 142–144. URL consultato il 29 aprile 2025.
  6. ^ a b (FR) Élisabeth Lusset, Quentin Rochet, Les filles de Saint Bruno au Moyen Âge, Les moniales cartusiennes et l’exemple de la chartreuse de Prémol (xiie-xve siècle), in Clio. Femmes, Genre, Histoire, n. 40, 26 novembre 2014, pp. 303a à 303a, DOI:10.4000/clio.12225. URL consultato il 29 aprile 2025.

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Collegamenti esterni

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