Il marrone segnino è una varietà di marrone riconosciuta come uno dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani del Lazio.[1]

Marrone segnino
Origini
Luogo d'origineItalia (bandiera) Italia
RegioneLazio
Zona di produzioneSegni, Carpineto Romano, Gorga
Dettagli
Categoriaortofrutticolo
RiconoscimentoP.A.T.

Il marrone segnino è coltivato nei Monti Lepini nel territorio dei comuni di Segni, Carpineto Romano e Gorga.[2]

Descrizione

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Il marrone segnino è caratterizzato da una forma ovoidale con una punta pronunciata e presenta una buccia lucida e di colore bruno-rossiccio, con striature di varie tonalità. La polpa di color crema, è croccante e compatta, ma una volta cotta diventa farinosa e pastosa. Il seme è settato dalla penetrazione del tegumento che può essere facilmente separato dal frutto.

Il marrone segnino differisce dalle castagne per le maggiori dimensioni ed il gusto più accentuato e per il fatto che ogni riccio contiene un unico frutto.

La maturazione del frutto avviene a partire dalla fine del mese di settembre.[2][3]

Gli statuti segnini risalenti al XII secolo già documentano la presenza di castagneti e le lavorazioni dei frutti.[2] Si ritiene che l'introduzione dei marroni nei Monti Lepini sia avvenuta in occasione del matrimonio di Mario Sforza e Fulvia Conti, nella quale vennero impiantate a Segni piante di castagno provenienti da Santa Fiora, che si trova ai piedi del monte Amiata.[2]

Il marrone segnino può essere consumato fresco, secco, arrostito (caldarroste), lesso o candito. Con esso si possono preparare, dolci (marron glacé), e farine.[3]

Voci correlate

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