Mina Mezzadri

regista e drammaturga italiana

Mina Mezzadri (Brescia, 26 dicembre 1926[1]Brescia, 19 agosto 2008) è stata una regista teatrale e drammaturga italiana, ricordata come la prima regista teatrale donna in Italia.[2]

Biografia modifica

Nel 1963, a partire dal Piccolo Teatro di Brescia, fondò con Renato Borsoni la Compagnia della Loggetta (in seguito Ctb Teatro Stabile di Brescia),[2][3] che avrebbe diretto sino al 1969.[3] Con essa avrebbe messo in scena testi classici[2][3] di Pirandello, Büchner, Čechov ed Eschilo[3], la prima assoluta di La rigenerazione di Italo Svevo (nel 1967)[3], nonché testi contemporanei, tra cui piéce scritte di suo pugno quali Eloisa e Abelardo (1966)[2][3] (sulla storia d'amore tra i due personaggi storici[2]) e L'obbedienza non è più una virtù (1969), sulla vita di don Milani.[2][3] Dopo aver lasciato la sua città natale[2][3], lavorò in città quali Genova, Milano e Cagliari[2], dirigendo tra gli altri Le serve di Genet, Il pellicano e Il padre di Strindberg.[3] Rientrò a Brescia negli anni Novanta, continuando a produrre e scrivere spettacoli.[2] Nel 1993 e nel 1994 Mezzadri diresse l'Adelchi di Manzoni, nei luoghi dove il personaggio di Ermengarda avrebbe trascorso i suoi ultimi anni.[2] Nel 1998, mise in scena al Centro Teatrale BrescianoDon Pirlimplino,[2] adattamento della farsa di Federico García Lorca, autore al quale aveva già dedicato un omaggio (García Lorca: parole e musica) al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino il 25 ottobre 1976.

Arte modifica

Mina Mezzadri è stata la prima donna a diventare regista teatrale in Italia[2] ed è stata un'innovatrice nel campo, sviluppando tra gli altri il filone del teatro documento: negli anni Settanta organizzava serate a cui partecipavano specialisti e curiosi per prendere parte a dibattiti.[2] Anche il suo lavoro di drammaturga è considerato significativo.[2] Il suo obiettivo era realizzare un teatro libero da condizionamenti, controcorrente, in contrasto al potere, che potesse essere strumento di analisi politica e sociale.[2]

Eredità culturale modifica

La sua biblioteca è stata acquisita dalla Fondazione Castello di Padernello ed è confluita nel Centro di Documentazione Teatrale Bresciano “Foppa 3” per renderne i volumi fruibili al pubblico.[2]

All'artista è intitolato il Teatro Santa Chiara di Brescia, spazio teatrale ricavato da un ex monastero, da lei stessa inaugurato nel 1963 con una messinscena di I giganti della montagna di Luigi Pirandello.[4]

Premi e riconoscimenti modifica

Nel 2007 ha ricevuto la medaglia d’oro della Città di Brescia.[2] Nel 2008 le è stato conferito il Premio Brescianità.[2]

Note modifica

  1. ^ Secondo la fonte De Agostini, sarebbe nata nel 1939.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r Mina Mezzadri, su comune.brescia.it, Comune di Brescia, 26 ottobre 2016. URL consultato il 23 aprile 2023.
  3. ^ a b c d e f g h i Mezzadri, Mina, su Enciclopedia - Sapere.it, De Agostini. URL consultato il 23 aprile 2023.
  4. ^ Teatro Mina Mezzadri Santa Chiara, su Centro Teatrale Bresciano. URL consultato il 23 aprile 2023.

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

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