Misi
I Misi furono un piccolo popolo indoeuropeo affine ai Daci, stanziato all'estremità nordoccidentale dell'Anatolia nel I millennio a.C., presso la sponda meridionale del Mar di Marmara. L'affinità con i Daci è soprattutto di tipo linguistico; dal punto di vista storico, i Misi appaiono sempre come sottomessi ad altri popoli, in particolare sono stati influenzati culturalmente e linguisticamente dai Greci. La continuità linguistica con i Daci è stata rilevata dai linguisti bulgari Vladimir Ivanov Georgiev e Ivan Duridanov[1].

Omero menziona i Misi come alleati dei Troiani, guidati da Cromio e dall'indovino Ennomo;[2] sul finire della guerra giunse a Troia anche il giovane Euripilo, figlio del re Telefo. Secondo alcune fonti Telefo ebbe Euripilo dalla seconda moglie Astioche, sorella di Priamo; suoi figli di primo letto furono invece Tarconte e Tirreno, che emigrarono in Italia prima dei fatti di Troia; essi sono considerati i progenitori degli Etruschi. A Telefo succedette il nipote Grino, figlio di Euripilo, che era caduto in guerra.
L'imperatore romano Giuliano nella sua satira Misobarba (IV sec. d.C.) afferma che i Misi, presso i quali dice di avere le sue origini, son fra i Traci e i Peoni, sulle sponde del Danubio.
LinguaModifica
Scarsamente attestata, la lingua misia costituiva con il più noto daco il gruppo daco-misio, a lungo ritenuto affine al trace ma in realtà da esso indipendente[1].
NoteModifica
BibliografiaModifica
- Fonti primarie
- Fonti secondarie
- Francisco Villar, Gli Indoeuropei e le origini dell'Europa, Bologna, Il Mulino, 1997, ISBN 88-15-05708-0.
Voci correlateModifica
Collegamenti esterniModifica
- (EN) Misi, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.