La Missa sicca (Messa secca) è stata una forma di celebrazione cattolica diffusa nel Medioevo. Consisteva nella celebrazione della Messa del giorno con l'omissione dell'offertorio, della consacrazione e della communione. Quest'omissione avveniva per le celebrazioni vespertine, in particolare per funerali e matrimoni, dopo che il sacerdote aveva già celebrato una Messa al mattino o quando non poteva comunicarsi perché non avrebbe potuto osservare il digiuno eucaristico dalla notte precedente.[1]

Particolari varianti della Missa sicca erano la Missa nautica, detta sulle navi durante le tempeste e la Missa venatoria, celebrata rapidamente per i cacciatori. In alcuni monasteri ogni sacerdote era obbligato a celebrare una Missa sicca dopo la Messa conventuale.

Il cardinale Giovanni Bona[2] criticò la pratica di recitare la Missa sicca. Esclusa dal Missale Romanum di papa Pio V (1570), la pratica scomparve gradualmente.[3]

Ebbe una ripresa in Francia durante la Rivoluzione, quando le Messe cessarono di essere celebrate in molte parrocchie. Allora i parrocchiani si riunivano all'orario della Messa solenne e la cantavamo fino al Sanctus. In alcune chiese la pratica si protrasse anche dopo la Rivoluzione, finché il culto non poté essere effettivamente ristabilito.[4]

  1. ^ Durandus, Rationale divinorum officiorum, IV, i, 23
  2. ^ (LA) Rerum liturgicarum libri duo, I, cap. XV
  3. ^ (EN) Liturgy of the Mass, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
  4. ^ Claude Barthe, Storia del Messale Tridentino, 2ª edizione, Solfanelli, 2021, pp. 128-129 ISBN 978-88-3305-057-7
  Portale Cattolicesimo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Cattolicesimo