Una multifactory è un tipo di spazio di lavoro condiviso di tipo collaborativo, concettualmente vicino ad altri tipi di spazi quali i makerspace e i coworking.

Una multifactory si basa sul concetto di mutuo aiuto e libera circolazione delle idee[1], promuovendo il principio che la libera circoalzione del sapere possa essere un fattore di vantaggio competitivo[2] sia per le organizzazioni no-profit che profit. Le caratteristiche peculiari di una multifactory sono tre[1]:

essere un progetto community based a Governance orizzontale, tutte le multifactory sono gestite da una comunità locale, tipicamente un'associazione no-profit, che gestisce direttamente gli spazi della multifactory.

essere un ambiente eterogeneo rispetto alle attività che vi sono inserite, che passano dall'artigianato, all'arte, ai freelance.

essere pensato per avere una caratterizzazione produttiva, intesa come vocazione alla creazione da zero di nuovi progetti, prodotti o servizi, quindi non vi sono attività meramente commerciali.

La prima multifactory è stata avviata a Mantova nel 2017[3] dai ricercatori Lorenza Salati e Giulio Focardi.

Solitamente una multifactory trova posto in aree periferiche delle città entro edifici industriali in disuso, che spesso vengono messi a disposizione dalla proprietà in cambio della copertura dei costi di manutenzione degli edifici. Gli orari sono solitamente h24 e la gestione degli spazi è interamente affidata ai soci presenti, quindi non è prevista attività di reception o portierato.

Note modifica

  1. ^ a b Giulio Focardi, Lorenza Salati e IGI Global, Co-manufacturing and new economic paradigms, 2019, ISBN 978-1-5225-7090-5, OCLC 1048270409. URL consultato il 26 aprile 2021.
  2. ^ Oswaldo Teran e Jose Aguilar, Societal benefits of freely accessible technologies and knowledge resources, 2015, ISBN 978-1-4666-8337-2, OCLC 912277268. URL consultato il 26 aprile 2021.
  3. ^ Monica Viviani, Al lavoro nelle villette Ies Cresce la multifactory R84, in Gazzetta di Mantova, 27/05/2017.