Nella lingua umbra,[1] lingua indoeuropea estinta, il termine ocre (variazione delle parole ocar - ocrem - ocrer - okri) significa monte, altura. Il più antico riferimento del termine ocre/ocres risale al periodo antecedente la Guerra sociale.[2]

Mura dell'ocres di Morbano, Cappadocia (Italia)

Nelle Tavole Eugubine si trova “ocre.Fisei.pihatu.tota.Iuvina”, la cui traduzione letterale è “monte Fisio, purifica la comunità iuguvina”.

Una corrente interpretativa attribuisce al termine il significato di recinto fortificato d'altura, nell'ambito delle antiche popolazioni italiche (Marsi, Volsci, Sabini, Equi, Peligni). Ocres - ocre sarebbe una fortificazione d'altura ad uso religioso, o istituzionale, o militare. Il significato dipende dalla lingua in cui il lemma è usato. Dal recinto fortificato è poi nato il termine latino di oppidum.

Nella Tabula Rapinensis (Bronzo di Rapino) scritta nella lingua marrucina, in un passo si trova “Ioves patres ocres Tarincris” (Giove padre dell'arce Tarincra ) il termine ocres è stato tradotto con arce romana, ovvero un luogo fortificato.[3]

  1. ^ Augusto Ancillotti e Romolo Cerri, Vocabolario dell'umbro delle tavole di Gubbio (PDF).
  2. ^ Paolo Poccetti, Lingue sabelliche (PDF).
  3. ^ Touta Marouca, su preistoriainitalia.it.

Bibliografia

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Voci correlate

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