Piazza Ottocalli è una piazza di Napoli nel quartiere San Carlo all'Arena. Il nome "Ottocalli" deriva dagli otto cavalli di dazio che si pagavano in quel punto per entrare in città: il cavallo era una moneta di rame coniata a Napoli sotto numerosi sovrani.

Piazza Ottocalli
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàNapoli
QuartiereSan Carlo all'Arena
Informazioni generali
Tipopiazza
Mappa
Map

Storia modifica

La piazza anticamente era conosciuta per la presenza di una colonna: “Qui vedesi un'antica chiesa dedicata ai Santi Giovanni e Paolo… qui vi è una curiosità da notarsi. Avanti di questa chiesa, vi è una colonna: nei tempi andati, quando i contadini avevano siccità , si portavano dal vicario, e questi processionalmente col clero, alla detta chiesa, dalla parte destra della colonna, dicevano l'orazione e la pioggia era evidente: quando volevano impetrare la serenità, facevano lo stesso, ma dalla sinistra. Fu questa dall'Arcivescovo dichiarata superstizione, e come tale abolita.”[1] La colonna venne fatta abbattere dall'arcivescovo Annibale di Capua nel 1590, per impedire questi rituali ritenuti pagani.

Negli anni 1930 il quartiere intorno alla piazza è interessato da alcuni interventi di edilizia pubblica previsti dall'Istituto Autonomo Case Popolari, vedendo eretto un edificio progettato dall'architetta napoletana Stefania Filo Speziale.[2] Dal 1991 si erge nella piazza il busto del tenore Enrico Caruso[3], oltre ai pilastri della sovrastante tangenziale.

Note modifica

  1. ^ Carlo Celano, Notizie del bello dell'antico e del curioso della città di Napoli raccolte dal Carlo Celano: Divise dall'autore in dieci giornate per guida e comodo de' viaggiatori con aggiunzioni de' più notabili miglioramenti posteriori fino al presente estratti dalla storia de' monumenti e dalle memorie di eruditi scrittori Napolitani per cura del Giovanni Battista Chiarini, Stamperia Floriana Vol. 3 & 5: Agostino de Pascale Vol. 4: Nicola Mencia, 1º gennaio 1860. URL consultato il 3 giugno 2016.
  2. ^ Luca Begheldo, Case popolari a Capodichino, su Open House Italia, 5 giugno 2022. URL consultato il 20 maggio 2023.
  3. ^ Nicola Clemente, Busto di Caruso immerso nel degrado tra rifiuti, erbacce ed escrementi di cani, in Napoli Today, 16 settembre 2013. URL consultato il 5 giugno 2016.

Bibliografia modifica

  • Carolina De Falco, Case INA e luoghi urbani. Storie dell’espansione occidentale di Napoli, in Aldo Aveta, Bianca Gioia Marino e Raffaele Amore (a cura di), La Baia di Napoli. Strategie integrate per la conservazione e la fruizione del paesaggio culturale, Grandi Opere, vol. 1, ArtstudioPaparo, 2017, pp. 204-209, ISBN 978 88 99130 688. URL consultato il 20 maggio 2023 (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2023).
  • Romualdo Marrone, Le strade di Napoli: saggio di toponomastica storica, Roma, R. Ricciardi, 1979, ISBN 9788898199778.
  • Romualdo Marrone, Le strade di Napoli: Una lunga e affascinante passeggiata per le vie della città, alla scoperta di storie, tradizioni e curiosità del passato, in Quest'Italia, vol. 233, Roma, Newton & Compton, 1996, p. 650, ISBN 978-8881834266.
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