Rebecca (Bibbia)

Personaggio biblico, madre di Giacobbe ed Esaù, moglie di Isacco

Rebecca (in ebraico רִבְקָה?, Rivqah) è un personaggio biblico. È la moglie di Isacco, nipote di Abramo e la madre di Giacobbe ed Esaù. La sua storia è raccontata nel libro della Genesi.

Spagnoletto, Giacobbe carpisce la benedizione da Isacco con l'aiuto di Rebecca (1637; Madrid, Museo del Prado).

Personaggio biblico modifica

Rebecca il cui nome in ebraico «Ribqah» ha il significato di ‘corda’ e in senso figurato «che avvince con la sua bellezza», compare per la prima volta nel Libro della Genesi al cap. Qui mentre attendeva, che le donne e le fanciulle come di consueto, a sera venissero ad attingere l’acqua, il servo pregò il Signore di dare un segno per riconoscere la futura sposa di Isacco. Rebecca divenne incinta a sessant'anni. Al parto nacquero due gemelli, il primo fu Esaù e il secondo Giacobbe. Per tradizione Rebecca, considerata fra le figure sante e benedette della Bibbia, viene ricordata il 23 settembre, giorno della celebrazione anche di un’omonima martire spagnola del I secolo. Morta la sua consorte Sara, Abramo si prodiga a cercare una moglie per suo figlio Isacco. Questo compito lo affiderà a un suo servo, Eliezer, che giunge alla prossimità di un pozzo che si trova nella città di Arran e dove incontra una giovane donna dal nome Rebecca, che si rivelerà essere figlia di Betuel, figlio ultimogenito di Nacor, fratello di Abramo, e Milca, moglie di Nacor. Essa successivamente lo presenterà alla sua famiglia e a suo fratello Labano. Alla fine sceglie di seguire il servo e di diventare sposa del cugino Isacco (cfr. Genesi 24[1]). Per un lungo periodo di tempo Rebecca rimane senza eredi, ma successivamente porta alla luce due gemelli. La sua gravidanza sarà difficile in quanto i gemelli che porta in grembo si rivoltano l'un contro l'altro, segno premonitore della discordia che nascerà tra di loro e fra le nazioni che discenderanno dagli stessi (cfr. Genesi 25,21-23[2]). Da Rebecca nascono Esaù, primogenito, e Giacobbe (cfr. Genesi 25,24-26[3]).

In seguito Rebecca aiuta il figlio prediletto Giacobbe ad usurpare (con pieno diritto perché Esaù in un'occasione vendette la sua primogenitura al prezzo di una zuppa di lenticchie (cfr. Genesi 25[4])) presso il padre Isacco la benedizione riservata al primogenito e che doveva toccare al fratello Esaù (cfr. Genesi 27[5]).

Alla sua morte Rebecca è sepolta a fianco del marito nella tomba dei Patriarchi ad Hebron.

Nel Talmud, Rebecca è considerata progenitrice del popolo ebraico (attraverso Giacobbe) e del popolo romano (attraverso Esaù): i due figli si urtano e combattono nel suo grembo, prefigurando la futura inimicizia che dividerà i due popoli.

Culto modifica

Santa Rebecca è ricordata dalla Chiesa cattolica il 23 settembre.

Letteratura modifica

Dante Alighieri la cita nelle anime beate del XXXII Canto del Paradiso, insieme a Giuditta e a Sara.[6][7]

Note modifica

  1. ^ Gen 24, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  2. ^ Gen 25,21-23, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  3. ^ Gen 25,24-26, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  4. ^ Gen 25, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  5. ^ Gen 27, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  6. ^ Dante Alighieri, Divina Commedia, Paradiso, canto XXXII, v. 10.
  7. ^ Angelo Penna, Rebecca, in Enciclopedia dantesca, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1970. URL consultato il 4 aprile 2024.

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