Ritratto di Marsilio Cassotti e della sua sposa Faustina

dipinto di Lorenzo Lotto

Il Ritratto di Marsilio Cassotti e della sua sposa Faustina è un dipinto a olio su tavola (46x34,9 cm) di Lorenzo Lotto, datato 1523 e conservato nel Museo del Prado di Madrid. È firmato "L. Lotus Pictor / 1523". Si tratta del primo ritratto nuziale conosciuto in Italia, forse ispirato da stampe nordiche.

Ritratto di Marsilio Cassotti e della sua sposa Faustina
AutoreLorenzo Lotto
Data1523
Tecnicaolio su tavola
Dimensioni71×84 cm
UbicazioneMuseo del Prado, Madrid

Storia modifica

Una nota autografa del pittore ricorda con precisione il dipinto e i soggetti, il loro abbigliamento ("habiti de seta, scufioti e collane"), nonché la cifra richiesta di 30 denari, poi scontato a margine a 20. L'opera era stata commissionata da Zanin Cassotti, il padre dello sposo Micer Marsilio, che aveva già richiesto a Lotto altri sette dipinti.

L'opera si trovava quindi nella casa dei committenti, dove in epoca imprecisata, forse nel XVII secolo, fu mandato in Spagna, dove è inventariato nei beni dell'Alcázar nel 1666. Nel XIX secolo passò al museo madrileno.

Descrizione e stile modifica

Il doppio ritratto dei coniugi li ritrae nel momento in cui è ufficializzata l'unione matrimoniale, col marito (all'epoca ventunenne), vestito di seta nera, che sta per mettere l'anello al dito della sposa, ricca di gioielli, con un vaporoso abito di seta rossa e cuffia di broccato, simile a quella presente nel Ritratto di Lucina Brembati. La sua scollatura è arricchita da due collane, una di perle (che simboleggia anche il suo attaccamento al marito) e una d'oro. La sua condiscendenza è evidenziata dalla testa reclinata. Essi guardano verso lo spettatore, come invitandolo ad essere testimone delle nozze.

L'amorino in volo, che sembra benedire l'unione, ne sottolinea anche ironicamente le conseguenze, tenendo sopra le loro spalle un giogo, che simboleggia il vincolo matrimoniale ma anche i doveri di cui essi si fanno carico, giocando sulla derivazione etimologica di "coniuge" dal latino "jugum". L'alloro però simboleggia la virtù, necessaria per mantenere il vincolo, e la felicità eterna.

Bibliografia modifica

  • Carlo Pirovano, Lotto, Electa, Milano 2002. ISBN 88-435-7550-3
  • Roberta D'Adda, Lotto, Skira, Milano 2004.

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