Robert Allison (pirata)

Robert Allison, indicato anche come Allisson, Alleston o Alliston (Inghilterra, XVII secoloGiamaica, 1699), è stato un pirata inglese.

Biografia modifica

Le prime informazioni su Robert Allison sono della fine del 1679, e lo danno presente con un vascello di tipo sloop da 18 tonnellate , non armato e con 25 uomini di ciurma nel porto di Port Morant, in Giamaica, assieme ai capitani John Coxon, Bartholomew Sharpe, Thomas Magott e Cornelius Essex. Con la fine della guerra franco-olandese l'anno precedente, Coxon aveva ottenuto l'incarico di raccogliere legno da costruzione[1] ma sfruttò quella commissione per combattere gli spagnoli.[2] Nel gennaio successivo la flotta salpò verso Puerto Bello e si unì a quella dei bucanieri francesi Jean Rose e Jean Bernanos, con Allison al comando della “Forlorn” (avanguardia).[3] Allison diede supporto agli attacchi dei colleghi e, per quanto la città fosse stata già saccheggiata 12 anni prima dal noto pirata Henry Morgan, Puerto Bello disponeva ancora di tesori tali da assicurare a ogni uomo della ciurma la somma di 100 pezzi da otto.[4]

La flotta salpò quindi in direzione di Bocas del Toro per delle riparazioni, venendo raggiunta poco dopo da altri capitani pirati come Richard Sawkins e Peter Harris. Dopo che il contingente francese partì in aprile, il resto del gruppo decise di risalire nell'entroterra per assaltare la città di Panama. William Dampier, Lionel Wafer e Basil Ringrose tennero un resoconto delle operazioni che pubblicarono in seguito. Magott e Allison si ammalarono e rimasero a guardia delle navi, pur se alcuni loro uomini decisero di seguire Coxon.[5]

Allison trascorse buona parte degli anni '80 del Seicento a New York, da dove organizzò spedizioni in Giamaica e gestì traffici illeciti tra Honduras e Yucatan. Si oppose alla rivolta organizzata da Jacob Leisler, che venne poi giustiziato per tradimento.[6]

I suoi movimenti rimasero riservati sino al 1697 quando, a capo della Fortune e sotto la guida di Thomas Mostyn, si trovò in Madagascar, presso l'avamposto di Adam Baldridge che ebbe a scrivere a tal proposito sul suo diario:

«14 giugno 1697. Giunta la nave Fortune da New York, comandante capitano Thomas Mostyn e Robert Allison in seconda, 150 tonnellate di carico circa, 8 cannoni, circa 20 uomini, diversi tipi di beni a bordo, venduto materiale al capitano Hore ed alla sua compagnia in Madagascar.[3]»

La Fortune venne assaltata nel viaggio di ritorno verso New York : in parte questo fatto fu dovuto anche a un'opposizione politica al governatore Benjamin Fletcher, rimosso dalla sua posizione con l'accusa di consorteria con i pirati.[7]

Nell'ottobre del 1698 la Company of Scotland decise di impiegare Allison come pilota per le loro navi presso impegnate nella fondazione di una colonia a Darien. I coloni giunsero a novembre per fondarvi un villaggio. Allison rimase con loro sino al febbraio del 1699 quando salpò nuovamente a bordo di una nave per fare rifornimento in Giamaica. La colonia venne distrutta entro un anno dalle malattie; di Allison non si seppe più nulla e probabilmente, ormai vecchio ed anziano, morì in quell'anno in Giamaica.[4]

Note modifica

  1. ^ (EN) Jon Latimer, Buccaneers of the Caribbean: How Piracy Forged an Empire, Harvard MA, Harvard University Press, 2009, p. 236, ISBN 978-0-674-03403-7. URL consultato il 27 novembre 2019.
  2. ^ Walter Thornbury, The monarchs of the Main, London, Routledge, Warne, & Routledge, 1861, p. 214. URL consultato il 23 agosto 2019.
  3. ^ a b (EN) John Franklin Jameson, Privateering and Piracy in the Colonial Period: Illustrative Documents, New York, Macmillan, 1923, pp. 89,186. URL consultato il 22 gennaio 2023.
  4. ^ a b (EN) David Marley, Pirates of the Americas, Santa Barbara CA, ABC-CLIO, 2010, pp. 8–11, ISBN 9781598842012. URL consultato il 12 settembre 2017.
  5. ^ John Esquemeling, The Buccaneers of America, Stallybrass, New York, George Routledge and Sons Ltd., London, 1947, p. 300. URL consultato il 22 gennaio 2023.
  6. ^ Raynald Laprise, Les flibustiers de l'Amérique (1648-1688), su La Diable Volant. URL consultato il 13 aprile 2018.
  7. ^ (EN) Cecil Headlam e Sir John William Fortescue, Calendar of State Papers: Colonial series ..., London, Longman, 1908, p. 97. URL consultato il 3 agosto 2017.

Bibliografia modifica