San Michele che scaccia il demonio

pittura di Leonardo da Pistoia

San Michele che scaccia il demonio, anche conosciuto come il Diavolo di Mergellina, è un dipinto a tempera su tavola di Leonardo da Pistoia, realizzato nel 1542 e conservato all'interno della chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, a Napoli.

San Michele che scaccia il demonio
La cappella con la tavola
AutoreLeonardo da Pistoia
Data1542
TecnicaTempera su tavola
UbicazioneChiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, Napoli

Storia e descrizione

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Quando nel 1542 il vescovo e poi cardinale Diomede Carafa acquistò una cappella all'interno della chiesa di San Nazario, poi divenuta di Santa Maria del Parto, commissionò a Leonardo Grazia da Pistoia di dipingere una tavola che raffigurasse san Michele arcangelo nell'atto di scacciare il diavolo[1]. Secondo la leggenda, una nobile napoletana, una certa Vittoria d'Avalos, si sarebbe innamorata follemente di Carafa, il quale, per porre rimedio alle pressanti richieste di amore della donna, che mettevano a dura prova le sue virtù, fece dipingere il quadro con san Michele avente le sue sembianze, mentre il volto del demonio era quello di Vittoria[2]: la donna quindi rinunciò all'amore ed il cardinale, per celebrare la sua vittoria, fece incidere sull'opera la scritta:

«Fecit victoriam alleluia 1542 Carafa[2]»

Secondo un'altra leggenda, narrata da Matilde Serao, Diomede Carafa rimase ammaliato da una certa donna Isabella: in un primo momento il suo amore venne corrisposto, poi lei, invaghitasi di un altro, lasciò Carafa nello sconforto, il quale riuscì a liberarsi del dolore solo dopo la realizzazione del quadro[3]. Proprio da questa opera e dalla sua storia, proviene il proverbio napoletano:

(NAP)

«Si bella e 'nfama comm' o riavule 'e Margellina.»

(IT)

«Sei bella ed infame come il diavolo di Mergellina[4]

La tavola è posta all'interno di una cornice dorata ed intagliata, con raffigurazioni di delfini alati, amorini, maschere e fauni, realizzata dallo stesso Leonardo da Pistoia[2]; l'opera, dai colori vivaci, è ambientata in un paesaggio brullo e spoglio, i cui elementi distinguibili, oltre alle montagne, sono sulla sinistra una casa ed un albero: il personaggio principale, san Michele, ha ali colorate, un'armatura azzurra che riporta la muscolatura del suo corpo e viso rivolto verso il basso; questo, inoltre, è poggiato sul demonio, che viene trafitto da una lancia. Il diavolo ha le sembianze di una donna, con il volto rivolto verso l'arcangelo, ali in rosso e nero ed il corpo terminante in un groviglio di code[2].

  1. ^ Carrella, p. 76.
  2. ^ a b c d Carrella, p. 78.
  3. ^ La leggenda del Diavolo di Mergellina, su Napolimisteriosa.it. URL consultato il 17 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2016).
  4. ^ Il Diavolo di Mergellina, su Lafragolanapoli.it. URL consultato il 17 giugno 2014.

Bibliografia

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  • Attilio Carrella, La chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, Napoli, Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Napoli, 2009, ISBN non esistente.

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