Simbolo dell'Evangelista Matteo

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Il rilievo con il Simbolo dell'Evangelista Matteo (Angelo) fa parte dei pannelli bronzei di Donatello per la decorazione dell'altare della basilica del Santo a Padova, in particolare della serie dei quattro Simboli degli Evangelisti. È in bronzo (59,80x59,80 cm) e risale a dopo il 1446, completato entro il 1453.

Simbolo dell'Evangelista Matteo
AutoreDonatello
Data1446-1453 circa
Materialebronzo
Dimensioni59,80×59,80 cm
UbicazioneBasilica del Santo, Padova

Storia modifica

L'altare e le sue decorazioni vennero eseguiti tra la seconda metà del 1446 e la partenza dell'artista da Padova, nel 1453. Le opere vennero ritoccate per molto tempo, ben oltre la partenza di Donatello: se ne ha notizia fino al 1477.

Poiché la struttura architettonica originale dell'altare andò distrutta sul finire del XVI secolo, la versione che oggi si vede è una ricostruzione controversa dell'architetto Camillo Boito del 1895.

I rilievi dei Simboli degli Evangelisti si trovavano forse sotto sui lati dell'altare, separati in mezzo da un rilievo di Putti per lato. Nella ricostruzione ottocentesca si trovano invece nel registro inferiore alle estremità, poco lontane dalle statue dei vescovi Ludovico e San Prosdocimo: due formelle sono sul lato anteriore e due su quello posteriore.

Descrizione modifica

Le formelle quadrate mostrano i simboli evangelici della visione di Ezechiele, e sono raffigurati su uno sfondo simile ma non identico, composto da una cornice cesellata e un fondale composto di tanti cerchi su cui è appesa una ghirlanda retta agli angoli, in questo caso da teste di cherubino.

L'angelo è una fanciulla che tiene in mano il vangelo di Matteo, aperto per leggerlo. Le sue mani, così come l'ala destra, escono dalla cornice, mentre quella sinistra vi scompare dietro, creando un'illusione di spazio reale, non vincolata alla rappresentazione.

L'angelo è improntato a una grazia celestiale, con un corpo efebico, il volto dai lineamenti piccoli e minuti, la veste leggera che svolazza creando pieghe armoniose. L'effetto della dolcezza è molto raro in Donatello e qui trova, tra le sue realizzazioni, uno dei più riusciti esempi.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica