Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia: differenze tra le versioni

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[[File:Burke & Fox.jpg|thumb|left|border|[[Joshua Reynolds|Reynolds]]: ''Edmund Burke'' (destra) e ''Charles James Fox'' (sinistra)]]
La questione religiosa e le drastiche riforme imposte d'autorità dall'[[Assemblea Nazionale Costituente|Assemblea]] aggravarono il malcontento di una larga parte dei [[francesi]]. Agli inizi del [[1790]] nel sud della [[Francia]] scoppiarono delle discordie tra [[cattolici]] e [[protestanti]], mentre la questione del giuramento degenerò presto in scontro violento nell'[[Ovest]], in [[Vandea]] e [[Bretagna]], regioni fortemente cattoliche e leali al [[re]], dove il [[clero]], sostenuto dalla popolazione, si era in gran maggioranza schierato su posizioni "refrattarie".
Nel frattempo, gli Stati europei rimasero per lo più indifferenti alla situazione francese, mentre in alcuni casi si verificarono perfino delle tiepide adesioni. Tuttavia in [[Regno di Gran Bretagna|Gran Bretagna]], il 9 febbraio [[1790]], durante il discorso sul bilancio preventivo militare (''Speech on the Army Estimates Bill'') alla [[Camera dei Comuni (Regno Unito)|Camera dei Comuni]], lo [[statista]] e [[filosofo]] anglo-irlandese [[Edmund Burke]] manifestò per primo pubblicamente la propria riprovazione per i fatti che si stavano verificando in [[Francia]].<ref name="Burke_Fusano">[http://www.filosofico.net/burke.htm ''Edmund Burke'', (a cura di) D. Fusaro].</ref>
Durissima fu la replica di Burke alle parole di [[Charles James Fox]], inneggianti agli avvenimenti francesi e alle delibere dell'[[Assemblea Nazionale Costituente|Assemblea Nazionale]].<ref name="National_Review">Conor Cruise O'Brien. ''A vendication of Edmund Burke'' (articolo su "National Review", 17 dicembre 1990).</ref>
{{citazione|[...] se i miei amici davvero ardissero approvare tali eventi ed azioni [i tumulti parigini e le delibere dell'Assemblea Nazionale] (ma io sono lontano, molto lontano dal crederlo), sarei obbligato ad abbandonare quegli stessi amici e ad unirmi ai miei peggiori nemici per oppormi con ogni mia forza sia ai mezzi che ai fini di quelle azioni e resistere a tutte le violenze perpetrate da questo nuovo spirito d'innovazione, così distante da ogni principio di vera e sana riforma: uno spirito ben adatto a sovvertire gli Stati, ma perfettamente incapace di migliorarli.<ref name="National_Review"/>|[[Edmund Burke]]}}
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Peraltro, altri esponenti politici, come lo [[statunitense]] [[John Adams]], concordarono invece con Burke sulla situazione francese. Una posizione simile a quella di Burke nelle ''Riflessioni'' venne espressa anche dallo scrittore e drammaturgo [[italia]]no [[Vittorio Alfieri]] (che non era certo un reazionario) nel ''[[Misogallo]]'', un'altrettanto dura condanna della Rivoluzione.<ref>[https://www.academia.edu/2419523/I._Madarasz_La_filosofia_politica_di_Vittorio_Alfieri Jozsef Nagy, ''La filosofia politica di Vittorio Alfieri, secondo Imre Madarasz'']; Madarasz definisce Alfieri, che pure si era entusiasmato alla [[presa della Bastiglia]], come il "Burke italiano"</ref> Di lì a poco, comunque, parecchi dei critici della prima ora dovettero ricredersi sulle ''Riflessioni'', dato che molte delle previsioni di Burke sullo sviluppo della [[Rivoluzione francese]] vennero confermate, come il [[regicidio]], lo [[Guerre di Vandea|sterminio dei controrivoluzionari]], il bagno di sangue del [[Regime del Terrore|Terrore]], l'esecuzione e la fine di molti illuministi moderati (come [[Condorcet]] e [[Lavoisier]]) e degli stessi giacobini, le [[Guerre rivoluzionarie francesi|guerre d'aggressione]] portate avanti dal [[Direttorio]] e la dittatura militare di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] ([[1799]], due anni dopo la morte di Burke).
 
Lo scoppio della rivoluzione in Francia segnò anche la rottura definitiva dell'amicizia tra Burke e Fox e, più in generale, la divisione del [[Whig (Regno Unito)|partito ''Whig'']]. Mentre infatti Fox e alcuni esponenti come [[Charles Grey|Grey]] e [[Richard Brinsley Sheridan|Sheridan]] simpatizzarono fin dall'inizio per gli avvenimenti francesi, altri, guidati dallo stesso Burke, li condannarono duramente. Nel [[1791]] Burke pubblicò ''Appello dai nuovi agli antichi Whigs'' (''An Appeal from the New to the Old Whigs'')<ref>[http://books.google.it/books?id=MwtIAAAAMAAJ&printsec=frontcover&dq=Burke%2BAppeal+from+the+New+to+the+Old+Whigs#PPP7,M1 Edmund Burke. ''An Appeal from the New to the Old Whigs''. Londra, 1791.]</ref><ref name="Appeal">[http://books.google.it/books?id=8qWwQqPeqBQC&pg=PA179&dq=Burke%2BWhig+Party#PPA179,M1 Iain Hampsher-Monk. ''The Impact of the French Revolution''. Cambridge University Press, 2005, p. 179 ss.]</ref>, in cui rinnovò le sue critiche ai programmi radicali ispirati dalla [[Rivoluzione francese]] e attaccò i ''Whigs'' che li appoggiavano, accusandoli di [[giacobinismo]].<ref name="Burke_Fusano"/> Nonostante Burke fosse quasi solo quando, nel [[1791]], passò tra le file dei sostenitori ''[[Partito Tory|Tories]]'' di Pitt, gran parte del resto del partito ''Whig'', primi fra tutti il [[William Petty, II conte di Shelburne|duca di Portland]] (influente figura alla [[Camera dei Lord]]), il nipote di [[Charles Watson-Wentworth, 2º Marchese di Rockingham|Rockingham]], Lord Fitzwilliam, e [[William Windham]], si trovarono sempre più a disagio per le simpatie di Fox ed i suoi alleati per il radicalismo giacobino. Divisisi con Fox già dai primi mesi del [[1793]] sulla questione dell'entrata in guerra contro la [[Francia]] rivoluzionaria (ampiamente auspicata invece da Burke), entro la fine dell'anno ruppero definitivamente, passando con la maggioranza dei ''Whigs'' ad unirsi al governo di Pitt e riconoscendo come loro capo proprio Edmund Burke.<ref name="Burke_Fusano"/><ref name="Appeal"/>
 
Dopo la morte del figlio Richard, nel [[1794]], e la fine del processo contro [[Warren Hastings]], Burke, ormai stanco, decise di ritirarsi dal [[Camera dei Comuni|Parlamento]]. [[Giorgio III del Regno Unito|Giorgio III]], che aveva ammirato le ''Riflessioni'' e le sue posizioni contro la [[Rivoluzione francese]], decise in un primo momento di elevarlo alla dignità di [[Lord|pari]] del [[Monarchia|regno]], ma, visto il rifiuto dello stesso Burke, gli accordò un vitalizio quale riconoscenza per i servigi resi alla patria. Durante gli ultimi anni Burke si adoperò molto a sostegno degli emigrati francesi in [[Inghilterra]], sostenendo che «la vera Francia risiede all'estero».<ref>F. P. Lock, ''Edmund Burke. Volume II: 1784–1797'', Clarendon Press, 2006, p. 453.</ref> Nel [[1797]] pubblicò ''[[Lettere su una pace regicida]]'' (''Letters on a Regicide Peace''), contro i negoziati di pace con il [[Direttorio|governo francese]].
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* {{en}} [http://www.constitution.org/eb/rev_fran.htm ''Reflection on the Revolution in France'' (edizione annotata on-line)].
* {{cita web|https://forum.termometropolitico.it/137230-edmund-burke-riflessioni-sulla-rivoluzione-francia.html|Testo italiano con note e commenti}}
* [http://www.filosofico.net/burke.htm ''Edmund Burke'', (a cura di) D. Fusaro].
* [http://www.alleanzacattolica.org/indici/articoli/stanlisp267_268.htm Peter J. Stanlis. ''Edmund Burke e il giusnaturalismo classico'' (articolo su "Cristianità", n. 267-268)].
* [http://www.alleanzacattolica.org/idis_dpf/voci/k_russel_amos_kirk.htm Russell Kirk ed il conservatorismo moderno].