Attentato di Sarajevo: differenze tra le versioni

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la frase manca di fonte nonché cozza con quanto sostenuto immediatamente prima e dopo: la moglie Sofia era slava e le indulgenze di Francesco Ferdinando verso gli slavi.
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{{Doppia immagine|left|Franz ferdinand.jpg|135|Sophiechotek1868-2 (cropped).jpg|136|L'arciduca Francesco Ferdinando e l'arciduchessa Sofia}}
 
Francesco Ferdinando aveva nel tempo acquisito un vivo interesse per le forze armate, ma nelle molte crisi internazionali aveva sempre assunto un atteggiamento favorevole alla pace, come peraltro fece in molte occasioni Francesco Giuseppe. Allo stesso tempo però Francesco Ferdinando istituì una propria cancelleria militare para-governativa che ottenne il consenso dell'imperatore nel 1908, e che acquisì influenza e potere, fino a conquistare il diritto di parola, se non di veto, sulle cariche di ministro della Guerra o capo di stato maggiore<ref>{{cita|Fromkin|pp. 131-132}}.</ref>. Francesco Ferdinando era un reazionario che avrebbe voluto portare indietro il calendario di un secolo<ref name="F137">{{cita|Fromkin|p. 137}}.</ref><nowiki>: disprezzava sia gli ungheresi che i serbi e considerava gli slavi del sud come esseri meno che umani ({{</nowiki>[[Template:C|C]]<nowiki>}}), mentre desiderava ardentemente la riconquista della </nowiki>[[Lombardia]] e del [[Veneto]] cedute all'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]], per ricondurle in seno all'impero asburgico. Nel 1891 espresse ammirazione per il regime autocratico dello zar, tuttavia Nicola II non gradiva le intemperanze razziali dell'arciduca e consorte; i due erano cattolici convinti, sostenevano i gesuiti e si dichiaravano ostili a massoni, ebrei e liberali<ref>{{cita|Hastings|pp. 24-25}}.</ref>. Francesco Ferdinando a corte assunse la fama di "trialista", ossia sostenitore di una trasformazione del dualismo austro-ungarico in un trialismo di Austria, Ungheria e paesi slavi, in base al quale i sudditi slavi avrebbero assunto un'autonomia paritaria a quella di cui godevano gli ungheresi dal 1867, seppur rimanendo subordinati all'egemonia austriaca. Per questa sua indulgenza nei confronti delle aspirazioni slave, e per aver scelto una sposa al di fuori della cerchia delle dinastie reali e dell'aristocrazia, l'arciduca si era alienato le simpatie dell'imperatore, che vedeva in lui una minaccia all'integrità del trono austro-ungarico<ref name="G32"/>.
 
[[File:Franz Ferdinand at Sarajevo Station.jpg|miniatura|L'arciduca Francesco Ferdinando scende alla stazione di Sarajevo il 25 giugno 1914]]