Folletto: differenze tra le versioni
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Una delle prime attestazioni di credenze nei confronti dei folletti è di [[Burcardo di Worms]] che, verso il 1007, parla di Pilosus e Satyrus, sorta di geni domestici che si manifestavano nelle cantine delle case, ai quali c'è l'usanza di offrire delle scarpe o degli archi di piccola taglia. È probabile che egli abbia cercato di chiamarli con nomi latini lasciando perdere i nomi volgari.
Nel 1210, [[Gervasio di Tilbury]] scrive in ''[[Otia Imperialia]]'' (''Les Divertissements'') un capitolo intitolato ''Sui fauni e sui satiri'' che forma la prima testimonianza dettagliata sul piccolo popolo medievale.<ref>{{Cita web |url=https://www.queryonline.it/2017/10/31/folletti-fra-bologna-e-cesena-a-cavallo-del-1500/ |autore=Roberto Labanti |titolo=Folletti fra Bologna e Cesena a cavallo del 1500 |sito=Query online |data=
Senza essere dannosi, possono deridere gli abitanti. Essi entrano nelle case di notte attraverso le porte chiuse e si riuniscono attorno al fuoco per mangiare degli stracci grigliati. Essi hanno tuttavia la brutta abitudine di aggrapparsi ai cavalieri inglesi che galoppano di notte, per condurli nel pantano, prima di fuggire ridendo. L'insistenza con cui Gervais de Tilbury afferma che i folletti sono generalmente inoffensivi e non si spaventano degli oggetti religiosi lascia supporre che questa opinione non debba essere associata alla sua epoca. Egli aggiunge che i demoni prendono l'aspetto dei Lari, ossia degli spiriti della casa.
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