Maximilien de Robespierre: differenze tra le versioni

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[[File:Jean-Jacques Rousseau (painted portrait).jpg|thumb|upright=0.8|[[Jean-Jacques Rousseau]]]]
[[File:BIS 00 00123 P001 0006.jpg|sinistra|miniatura|Maximilien de Robespierre, ''[https://nubis.univ-paris1.fr/ark:/15733/16p4 Mémoire pour les sieurs Antoine Pepin, fermier au village de Baillœul lez-Pernes, lieutenant dudit lieu; François-Marie Pepin, fermier de la ferme de La Fertée; & Amand d'Herlin, fermier au village d'Heuchin. Contre le nommé Jacques Dubois, maquignon, demeurant au village de St. Hilaire]'', [[:fr:Bibliothèque de la Sorbonne|Biblioteca della Sorbonna]], [https://nubis.univ-paris1.fr/ NuBIS], HLFA 4= 241, pièce 1.]]
Iscritto al registro degli avvocati del [[Parlamento di Parigi]] il 29 maggio, Maximilien tornò alla natia Arras per esercitarvi la propria professione. La situazione della sua famiglia era mutata. Erano morti il 10 giugno [[1775]] la nonna materna, e il nonno materno il 16 marzo [[1778]], lasciando ai suoi nipoti un'eredità di 4.000 lire, e l'amata sorella Henriette di languore il 5 marzo [[1780]].<ref>{{Cita|Walter|28-29}}.</ref> Le due zie paterne si erano sposate entrambe all’etàall'età di quarantuno anni: Eulalie il 2 gennaio 1776 con un anziano notaio dedicatosi al commercio, Robert Deshorties, Henriette il 6 febbraio [[1777]] con il medico Gabriel-François Du Rut.

Domiciliato in un piccolo appartamento di rue Saumon con la sorella Charlotte, grazie anche alla presentazione delle sue credenziali da parte dell'avvocato Guillaume Liborel, noto principe del foro della cittadina, Maximilien s'iscrisse l'8 novembre [[1781]] al Consiglio provinciale di [[Artois]], seguendo così le orme del padre e del nonno paterno, cominciandovi a esercitare l'avvocatura dal 16 gennaio [[1782]]<ref>{{Cita|Walter|pp. 29-31}}.</ref>, e nel maggio vinse la sua prima causa, patrocinando dei nipoti che erano stati diseredati dai familiari a favore di altri per aver scelto di rimanere cattolici anziché seguire la conversione dello zio al calvinismo. Tuttavia, non riuscì mai a superare il padre.<ref>Walter 1989, p. 15. Il padre fu responsabile di trentaquattro casi nel 1763, trentadue nel 1764, mentre il figlio non le raggiunse mai durante la sua carriera di avvocato e il massimo che poteva non superò i ventidue nel 1787.</ref>
 
Il 9 marzo [[1782]], fu nominato dal vescovo de Conzié giudice del Tribunale vescovile. La Camera episcopale di Arras, composta da un balivo e da cinque avvocati, assicurava l'alta, la media e la bassa giustizia ad Arras, a Vitry, nel villaggio di Marcœuil e in ventisei parrocchie della regione. Si rese conto che la funzione di giudice non faceva per lui. Allora, contrario per principio alla pena di morte, dovette tuttavia applicarla una volta nei confronti di un criminale e diede subito dopo le dimissioni.<ref>Mario Mazzucchelli, ''Robespierre'', 1955, p. 29.</ref>