Convento di Santa Maria della Ripa: differenze tra le versioni
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Il '''convento di Santa Maria della Ripa''' con le annesse due chiese: '''chiesa della Natività''' e '''chiesa dell'
== Storia ==
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Il chiostro posto a ridosso della chiesa superiore si presenta in forme tipiche rinascimentali, posto su due livelli: al piano superiore erano presenti le celle dei frati, poi riadattate, mentre il piano terra è composto da un locale a due navate divise da quattro colonne dove sono presenti affreschi quattrocenteschi, ed era probabilmente adibito a refettorio. Il chiostro maggiore porta evidenti i segni della sua trasformazione in filanda e laboratorio artigianale.
=== Affreschi della bottega dei
Il convento di Santa Maria della Ripa, ebbe un ruolo importante per la famiglia [[Marinoni (famiglia)|Marinoni]], pittori di Desenzano. Due figli di [[Giovanni Marinoni|Giovanni]] capostipite della famiglia, Focoto e Simone entrarono a far parte dei frati carmelitani nel convento prendendo i nomi di Giuliano e Patrizio, nonché il figlio di [[Ambrogio e Francesco Marinoni|
L'archivio degli annali del convento conservano manoscritti del [[XVI secolo]] scritti da fra Giovanni Battista Guardante da Soncino, dove è testimoniata una commissione del 1510 a [[Bernardino Marinoni|Bernardino]] e [[Antonio Marinoni]] figli di [[Giovanni Marinoni|Giovanni]] che parrebbe essere riconducibile agli affreschi presenti nella chiesa superiore<ref>{{cita libro|titolo=Annali del convento di santa Maria della Ripa-Desenzano al Serio|autore=Giovanni Battista Guardante da Soncino|
<br>Il dipinto raffigurante il [[Padre eterno]] con una schiera di angioletti, posto sulla nicchia d'altare dove è collocata la pala del [[Enea Salmeggia|Salmeggia]] del 1596 ''[[Madonna in gloria tra i santi Pietro, Alessandro, Alberto Carmelitano e santo vescovo]]'', presenta una pittura sicura, come l'affresco ''Madonna col Bambino e santi'' molto danneggiato ma di sicura esecuzione di uno dei rappresentanti, tra i migliori della bottega che potrebbe essere indicato in Antonio.<ref>{{cita|Paratico|p 148}}.</ref>
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