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Così nel [[1059]] [[papa Niccolò II]] decise di [[In nomine Domini|affidare l'elezione ai soli cardinali vescovi]]<ref name=Piazzoni117>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 117</ref> e, nel [[1179]], [[papa Alessandro III]] stabilì con il [[Concilio Lateranense III]] che dovesse decidere l'intero [[collegio cardinalizio]].<ref name=Piazzoni130>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 130</ref> Era comunque sempre possibile l'elezione anche di semplici maschi battezzati.
 
Durante i secoli spesso si verificò anche l'ingerenza di re e imperatori che imponevano alcuni candidati o imponevano il [[veto]] su altri. Uno dei primi esempi è quello di [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]], che nel [[964]] si fece attribuire da [[papa Leone VIII]] il [[Privilegium Othonis|diritto di approvare o meno la scelta del papa]], che avrebbe dovuto poi giurare fedeltà all'imperatore.<ref>Ambrogio M.Tra Piazzonil'altro, ''Storiatale dellediritto elezioniera pontificie''ancora in vigore nel secolo scorso, p.tanto 102</ref>.che Nelnel [[1903]], quando si trattò di eleggere il successore di [[papa Leone XIII]], l'imperatore d'Austria pronunciò il suo veto contro il cardinale [[Mariano Rampolla del Tindaro]].<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', p. 255</ref> Il collegio cardinalizio respinse il veto ma elesse comunque un diverso candidato, il [[patriarca di Venezia]] Giuseppe Sarto, che divenne [[papa Pio X|Pio X]]: fu proprio papa Sarto a stabilire che i futuri elettori non avrebbero dovuto accettare mai più alcun "veto".
[[File:Fumo negro.jpg|thumb|La [[fumata nera]] che indica che non è stato eletto alcun pontefice.]]